・Diciottesimo ₡apitolo・ ✞

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"Allora Scarlett, parlaci un po' della tua famiglia" mi chiese nel bel mezzo della cena il signor Malik.

Iniziai ad agitarmi sulla sedia e guardarmi intorno per cercare di sviare quella scomoda domanda.

In quella ricerca disperata, i miei occhi incrociarono lo sguardo curioso di Zayn. Quella era l'opportunità perfetta di poter indagare su di me senza esporsi o sbilanciarsi. Fanculo Malik!

Mi feci coraggio e cercai di realizzare una risposta.

"In realtà non sento i miei da un po'. L'ultima volta è stato circa tre anni fa, credo."

"Oh.." si lasciò scappare Trisha alla mia sinistra. A capotavola c'era Yaser e di fronte a me Zayn. Potevo sentire il suo sguardo perforarmi da parte a parte dopo quella mia rivelazione.

"Se non sono inopportuna, potrei sapere il perché" chiese curiosa la donna.

Era molto inopportuna in realtà, ma non potevo di certo dirglielo.

"Non approvavano un ragazzo che frequentavo e mi vietarono di frequentarlo." Alzai la faccia dal piatto notando l'attenzione di tutti su di me. Continuai. "Pur di vederlo, iniziai a saltare la scuola e a mettere da parte lo studio. Così quando mi bocciarono, i miei genitori, estremamente delusi, mi cacciarono di casa e da allora non li sento più" terminai quasi senza fiato.

"E adesso dove vivi?" continuò Yaser.

"All'inizio mi trasferii dal mio ragazzo, ma le cose non andarono bene tra noi e con dei piccoli lavoretti e con tutti i miei risparmi, sono riuscita a permettermi una casa mia" spiegai loro che mi guardavano quasi con compassione. Odiavo quello sguardo.

"Sei davvero una ragazza in gamba e responsabile. Sarei orgogliosa di avere una figlia come te. Vedrai che col tempo lo capiranno anche i tuoi genitori e ti chiederanno di perdonarli" mi rassicurò la signora Malik appoggiando una mano sulla mia.

Sorrisi educatamente, ma in cuor mio sapevo che quel momento non sarebbe mai avvenuto.

"Grazie della cena Trisha, era ottima" mi complimentai con la donna sull'uscio dell'abitazione.

"È stato un piacere tesoro, puoi rimanere a cena tutte le volte che vuoi. Sei la benvenuta qui." Mi rivolse un sorriso caloroso, che irradiava amore da tutti i pori. Quello che tutte le madri dovrebbero avere, un sorriso a cui non ero abituata. Non più.

Salutai tutta la famiglia e i bambini per poi uscire di casa raggiungendo l'auto del moro che mi aspettava appoggiato allo sportello con la sigaretta tra le labbra.

Non ci pensai due volte e mi avvicinai a lui prendendogli la cicca per portarmela alla bocca.

"Ma che caz.." sbottò infastidito e sorpreso Zayn.

"Senti Malik, è stata una giornata pesante. Evita per stasera, non ho forze per combatterti" lo interruppi prontamente prima che potesse iniziare una discussione. Feci un ultimo tiro e gli restituii la sigaretta per poi entrare in macchina.

Mi raggiunse appena la terminò e partimmo. Il viaggio fu abbastanza silenzioso, fino a quando non fu il ragazzo a rompere il ghiaccio.

"Mi dispiace per i tuoi genitori" si rivolse a me appoggiando una mano sulla mia coscia.

"Ma per favore..." dissi spostando bruscamente la sua mano.

"Ma che cazzo di problemi hai?" esclamò infastidito ed innervosito.

"Sei tu il mio problema, Malik" sbottai irritata.

"Se non mi sbaglio, non pensavi questo qualche giorno fa bambolina"

"Era un momento di debolezza, non sarai più così fortunato. E smettila di chiamarmi bambolina. E' un nomignolo del cazzo."

"Ti pensavo diversa" disse sorpreso dalle mie parole e quasi dispiaciuto

"Mi dispiace di aver deluso le tue aspettative, ma sono fatta così."

Dopo quella mia affermazione, calò il silenzio tra noi.

"Non ho avuto una vita molto facile, non sono contenta di essere così fredda, ma non posso farci niente. Ormai ho messo delle barriere tra me ed il mondo" sospirai appena fui abbastanza calma.

Il ragazzo mi guardò intensamente per qualche secondo, poi tornò a puntare gli occhi sulla strada.

"Gli ho spaccato il naso" disse all'improvviso lasciandomi confusa.

"Come?"

"Seth. L'ho trovato e gli ho spaccato il naso" sogghignò soddisfatto.

"Tu..cosa? Non ci credo!" esclamai ridendo.

"Dovevi vedere la sua faccia. Era una cosa indescrivibile" mi seguì ridendo.

"Vorrei tanto esserci stata.." immaginai la sua faccia dolorante. "Perché l'hai fatto?" chiesi facendolo ritornare serio.

"Sarò pure uno stronzo, ma non ho mai obbligato nessuna ragazza a fare qualcosa che non volesse" spiegò fuori al vialetto di casa mia spegnendo l'auto.

"Se può servire, non credo che tu sia uno stronzo" sussurrai flebilmente non convinta di volere che sentisse. "Grazie."

Dallo sguardo che ci scambiammo capì il significato del mio grazie. Non solo per aver spaccato il naso a quel cazzone, ma per tutto.
Per Louis, per il passaggio, per le volte che mi ha "salvato", per me. Semplicemente per esserci stato nei momenti in cui ne avevo più bisogno.

Mi sporsi verso di lui e gli lasciai un bacio sulla guancia.

"Ciao Zayn" sorrise leggermente sorpreso del mio gesto quando fino a dieci minuti prima ci stavamo urlando contro.

"Ci vediamo bambolina."

Scesi dalla macchina chiudendo delicatamente lo sportello alle mie spalle. Mi fermai davanti la porta mentre cercavo le chiavi nella borsa. Le trovai e le infilai nella serratura.

Aprii la porta, ma una mano mi prese per la seconda volta il polso e mi voltò.

Due grandi e familiari labbra si appoggiarono sulle mie in un dolce bacio. Inizialmente rimasi paralizzata, non riuscivo a muovere un muscolo, ma appena sentii la lingua del moro chiedermi l'accesso, non ci pensai due volte e dischiusi le labbra.

Le nostre lingue si bramavano e si cercavano incessantemente, senza freni, senza rimpianti. Zayn appoggiò una mano dietro la mia nuca per tenermi ancora più vicino ed io risposi intrecciando le mie braccia dietro il suo collo. Eravamo più uniti che mai in quel momento, e non desideravo trovarmi in nessun altro luogo, con nessun altro se non lì, con lui.

Quel bacio risvegliò in me sensazioni rimasteassopite per molto tempo. Portò alla luce sentimenti che avevo voglia di vivere, giorno dopo giorno godendomi ogni istante che la mia insignificante e monotona vita aveva da offrirmi. Che forse, tanto monotona non lo era, data la passione con cui compivamo quei gesti quasi disperati, come se entrambi ne avessimo bisogno. Perché quando le sue labbra si posarono sulle mie, ho finalmente saputo che sapore avesse la felicità.

Ci distaccammo a fatica ormai senza fiato, guardandoci profondamente negli occhi, forse cercando di cogliere qualche traccia di rimpianto che però non trovammo in nessuno dei due.

Ci eravamo goduti quel momento senza rimpianti, lasciandoci tutto alle spalle e perdendoci ognuno tra le labbra dell'altro.

Rimanemmo a guardarci per quelle che sembravano ore, senza fiatare, senza emettere il minimo rumore. In quel momento le parole erano inutili, il silenzio parlava per noi.

"Che cosa mi stai facendo Scarlett Tomlinson?" sussurrò ad un soffio dalle mie labbra per poi farle incontrare nuovamente con le sue in un tenero e quasi impercettibile bacio, prima di girarsi ed andarsene.

Non mi ero accorta che quella fosse stata la prima volta che mi abbia chiamato per nome, e suonava dannatamente bene dalle sue labbra.

"Che cosa mi stai facendo tu, Zayn Malik?" chiesi senza ricevere risposta, poiché ormai il ragazzo se n'era andato.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora