Sabato era arrivato, ma non riuscii a contattare Ruth. Andai anche a casa sua, ma non mi rispose nessuno, così avvertii Gabrielle dell'assenza della ragazza. Lei insistette lo stesso a farmi venire, così verso le otto e mezza iniziai a prepararmi.Cacciai dall'armadio una camicetta color pesca senza maniche di cui mi ero completamente dimenticata l'esistenza, un pantaloncino di jeans chiaro sfilacciato ai bordi e un paio di Jeffrey Campbell nere. Per dare un po' di luce all'outfit optai per una collana dorata abbinata ai bracciali al polso destro ed un semplice orologio dello stesso materiale a quello sinistro.
Presi le chiavi di casa, portafoglio, cellulare e le chiavi della moto e chiusi la porta.
Dopo venti minuti, arrivai a casa della ragazza. A darmi il benvenuto fu la musica a tutto volume che troneggiava già dal giardino.
Bussai alla porta e immediatamente mi aprì un ragazzo dalle pupille dilatate già alle dieci di sera.
Mi feci spazio tra la folla nel tentativo di trovare la proprietaria di casa, ma mi colse improvvisamente di sorpresa quando comparve alle mie spalle.
"Scaar! Che bello vederti, pensavo non saresti più venuta" esclamò esuberante. Dall'odore che emanava, anche lei ci era già andata giù pesante.
"Bhè, eccomi qui" dissi atona.
"Vieni con me, ti preparo qualcosa da bere. Hai bisogno di rilassarti un po'." Mi prese la mano e mi condusse fino al bancone della cucina dove si trovavano una miriade di alcolici assortiti.
"Whisky?" chiese mentre già stava versando il liquido in un bicchiere rosso.
"In realtà io preferisco..."
"Vodka. Alla pesca possibilmente" mi anticipò una voce alle mie spalle ripetendo le mie stesse parole di qualche tempo fa.
Non c'era bisogno di voltarmi, avevo capito perfettamente chi era. Quello che non mi riuscivo a spiegare era la sua presenza a quella festa.
Mi girai incontrando i suoi occhi giada e i suoi ricci indomabili ma morbidissimi. Avevo voglia di toccarli. Avevo voglia delle sue labbra.
"Vedo che conosci già Harry, il mio cuginetto" sorrise Gabrielle prima di allontanarsi e lasciandoci soli, non prima di aver preparato un drink anche per lei.
Restammo a guardarci immobili in quella posizione in assoluto silenzio se non per la musica house delle casse. Decisi di intervenire per prima io.
Rilasciai un profondo sospiro prima di iniziare a parlare.
"Mi dispiace per come ti ho trattato. Sono stata una completa stronza con te e tu non lo meritavi" ammisi tutto quello che mi tenevo dentro da settimane.
Lui non rispose, ma contraccambiò le mie parole con un del tutto inaspettato bacio. Era urgente e disperato.
Forse come noi in quel momento che avevamo bisogno della figura dell'altro.
"Perdonata?" domandai appena ci staccammo con un tono dolce nel tentativo di una risposta affermativa.
"Mmmh non lo so... ci devo pensare" pronunciò per poi fiondarsi nuovamente sulle mie labbra.
Questa volta, il bisogno e la mancanza si erano trasformati in passione. Una profonda passione dato il trasporto sempre maggiore di quel bacio.
"Direi decisamente di si" sorrise mostrando le tenere fossette che gli illuminavano il viso. D'istinto sorrisi anch'io.
"Hey piccioncini, venite. Giochiamo a obbligo o verità" ci comunicò quello che rimaneva della lucidità di Gabrielle.
Di malavoglia ci separammo dalla stretta in cui ci trovavamo per raggiungere mano nella mano il salotto in cui si stava svolgendo il gioco.
Mi sedetti a terra, tra le gambe di Harry continuando a fissare l'intreccio delle nostre mani. Era una cosa così banale, ma per me ricca di significato. Era più di una semplice unione di mani. Era un gesto intimo come a dire: da adesso in poi ci sono io e ti sosterrò se ne avrai bisogno. Non chiedevo di meglio.
Alzai lo sguardo dalle nostre mani e mi paralizzai appena notai la figura del moro seduto di fronte a me ed Harry.
Zayn.
Avevo i suoi occhi puntati contro. Anche lui, come me pochi secondi prima, era concentrato sulle nostre dita intrecciate.
Quando alzò lo sguardo incontrando i miei occhi, potevo leggere la rabbia ed un briciolo di delusione che aleggiava intorno a lui.
Spostai subito lo sguardo da lui non riuscendo a sopportare l'intensità delle sue iridi buie e mi concentrai su Harry che nel frattempo stava conversando tranquillamente con la cugina, ridendo per le sue condizioni.
"Iniziamo a giocare!" esclamò quest'ultima eccitata.
-Che i giochi abbiano inizio.-
Per i primi giri riuscì a scamparmela con delle stupide rivelazioni e obblighi innocui, fino a quando fu il turno di Gabrielle di proporre.
"Obbligo o verità?" si rivolse a me.
Sapevo dal suo sguardo furbo che stava tramando qualcosa. E adesso che dovevo rispondere? Seguii l'istinto e dissi la prima cosa che mi venne in mente.
"Obbligo.." risposi con un tono non stabile.
"Mmmh, ti obbligo..." prese qualche secondo per pensare fino a quando la sua scelta non mi fece sbiancare "a trascorrere dieci minuti in camera con Zayn" decretò sghignazzando.
"Sta tranquilla e vai" mi incoraggiò Harry quando mi girai verso di lui chiedendogli silenziosamente aiuto. Non si preoccupò minimamamente di quello che poteva succedere. D'altronde lui non sapeva niente.
Mi alzai dalle sue gambe ormai sconfitta e preparata al peggio.
Prima di raggiungere Zayn che continuava a studiare ogni mio movimento, mi avvicinai un'ultima volta al viso del riccio lasciandogli un dolce bacio a stampo.
Lui sorrise. Lui sorrise mentre io stavo morendo.
Affiancai il moro che aveva un'espressione infastidita e scocciata.
Forse anche lui era dei miei stessi pensieri o era stato il bacio di poco fa con Harry. Nah... Accartocciai quest'ultima idea. Era decisamente la prima.
Forzae coraggio, si va in scena.
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・฿urn ₩ith Me・
Fanfiction⎨Burn with me⎬✞ Poco più di vent'anni, bella come il sole, bionda, occhi azzurri ed un fisico perfetto. Il sogno di ogni ragazzo. Peccato che Scarlett non voglia essere il loro sogno. Lei i ragazzi li sfrutta e li usa a suo piacimento proprio come h...