・Quinto ₡apitolo・ ✞

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-Cazzo. Ne hai tu di demoni da combattere.-

Queste furono le parole del riccio alla fine del racconto del mio troppo tragico passato.

A farmi ritornare con la mente al presente, fu la chiamata della signora Malik, o come ha detto lei di chiamarla, Trisha. Da quello che ho potuto capire al telefono, l'immaginavo una bella donna sulla quarantina e dal tono di voce dolce e pacato che ha usato nel parlarmi e darmi istruzione circa i suoi figli, quest'ultimi dovevano essere come la madre, quindi non avrei dovuto stancarmi troppo con loro, anche perché la sera mi avrebbe aspettato l'ennesima nottata tra quelle tanto sudate mura del locale di Liam.

Mi presentai dieci minuti prima dell'ora stabilita, giusto per dare una buona prima impressione. Mi ero ripromessa di avere più pazienza con i bambini, avevo già perso troppi lavori per i miei momenti di stress che riversavo sul lavoro, non potevo permettermi di vedere l'ennesima paga andare in fumo solo per un po' di stanchezza.

Appena bussai il campanello, la figura di una donna mi si presentò davanti con un sorriso smagliante. Era esattamente come l'avevo immaginata, anche più bella.

"Ciao, tu devi essere Scarlett" disse facendomi entrare.

"Scar, piacere" risposi educatamente porgendole il giaccone che mi aveva chiesto. "Lei è la signora Malik, giusto?" continuai.

"Ti prego chiamami Trisha e dammi del tu."

Nel momento in cui la donna finì di parlare, la porta d'ingresso si aprì rivelando la figura di un ragazzo dall'aspetto misterioso e cupo, vestito interamente di nero dalla testa ai piedi. Una versione di me al maschile.

"Zayn, lei è Scarlett, la nuova baby-sitter dei gemelli" esclamò la madre presentandomi a quello che doveva essere il figlio. Zayn. Aveva un non so che di interessante quel nome, per non parlare del suo aspetto.

In quel momento, i nostri occhi si incrociarono per quelli che sembrarono ore, i miei azzurro mare con i suoi nero petrolio. Erano così profondi, ma allo stesso tempo così oscuri. Come se tutto quell'universo che vi vedevo dentro servisse a nascondere un mare di cose fino a quel momento sconosciute a chiunque si trovava nella mia stessa posizione.

"Piacere, Scar" dissi porgendogli la mano dopo aver accantonato quei pensieri poco "professionali". Ma quel mio gesto non ebbe alcuna risposta, se non un cenno di testa solo per farmi capire di avermi sentito per poi salì le scale di fronte all'entrata e sparire in una delle stanze del piano superiore.

Non mi sorpresi più di tanto del comportamento strafottente ed impertinente del ragazzo, ormai troppo abituata agli stornzi. Uno in più non mi avrebbe cambiato la vita..

Tuttavia, la madre non la pensava esattamnete come me e si scusò molteplici volte per il comportamento del figlio.

Accantonato il discorso Zayn-sono uno stronzo e me ne vanto-, Trisha mi mostrò la grande casa in cui avrei lavorato in prova per un mese e mi presentò ai bambini a cui avrei prestato il mio tempo e le mie energie. Erano due splendidi gemelli, un maschietto ed una femminuccia di cinque anni, con gli stessi occhi profondi della madre e scuri del fratello.

"Ciao piccola, io sono Scarlett, tu come ti chiami?" domandai alla bambina che si nascondeva timida dietro alle lunghe e magre gambe della madre.

"R-Rose" rispose con un fil di voce.

"Lo sai che hai davvero un bellissimo nome. Ti va di farmi vedere la tua stanzetta, Rose?" dissi dolcemente per cercare di alleviare il suo timore nei miei confronti. Intento che mi riuscii, poiché, a differenza di Zayn, lei raccolse con un raggiante sorriso la mano che le porsi, per poi farmi strada nella cameretta che condivideva col fratellino Nicholas.

"Questa stanza è stupenda" esclamai stupita guardandomi intorno a bocca aperta. Lo era davvero. Era una grande stanza completamente bianca, gli unici tocchi di colore erano delle impronte di mani e piedi di varie forme e colori, tutti quelli dell'arcobaleno.

"Ti piace? Li abbiamo fatti io, Nicolas e Zayn con le nostre mani e i nostri piedi" disse orgogliosa del lavoro che avevano fatto.

Una sensazione strana mi pervase, di dolcezza ed allegria nel pensare che anche Zayn avesse partecipato alla realizzazione di una cosa tanto originale e dolce con i suoi piccoli fratellini, ma anche di tristezza e malinconia, forse a causa della mancanza dei miei genitori e di Louis, che mi mancava da impazzire.

"Siete stati davvero bravissimi. Tu devi essere Nicolas" mi rivolsi ad un bambino identico a Rose, con i tratti scuri e gli stessi occhi della madre.

"No, io sono il principe Nicolas" esclamò fiero sfoggiando una lunga spada nelle sue piccole mani.

"Oh, perdonatemi vostra maestà. Io sono Scarlett e se me lo permetterete, sarò la vostra fedele scudiera. Qualcuno dovrà pur sorvegliare il vostro cavallo bianco" dissi impersonandomi in uno dei personaggi che caratterizzavano la mia infanzia felice durante le storie che mio padre mi raccontava prima di dormire.

Il bambino mi guardò con occhi lucidi. Si era emozionato alla mia risposta, forse non si aspettava che qualcuno lo assecondasse in quel gioco in cui si era calato. Ma non sapeva che in fatto di recitare una parte e fingere di essere qualcun altro, ero la migliore.

"Allora principe Nicolas, principessa Rose, che vogliamo fare oggi pomeriggio?" domandai ai due bambini dopo che la madre uscì di casa per andare a lavoro. "Vi va di fare i biscotti? Conosco una ricetta speciale adatta solo ai reali più importanti, che dite?" continuai.

Vidi i loro occhi illuminarsi di nuovo, di una luce nuova. Mi iniziai a domandare cosa fossero abituati a fare visto che ad ogni mia proposta di un nuovo gioco, loro si sorprendevano sempre. Forse era a causa dell'assenza dei genitori per lavoro che non dedicavano loro molto tempo ed attenzioni.

Seguendo le loro indicazioni, cacciai i diversi ingredienti sul bancone della cucina e con il loro aiuto, impiegammo un'oretta per preparare dei morbidi biscotti con gocce di cioccolato dall'odore delizioso.

"Allora, come sono venuti?" chiesi ai due bambini che si fiondarono sui dolci che per tutta la cottura guardarono impazienti, mentre aspettavano che si raffreddassero.

"Sono buon...buonissimi!" esclamò Rose con la bocca piena delle nostre creazioni.

"Sono i più buoni che abbia mai mangiato" disse Nicolas nella stessa situazione della sorellina. "Scarlett, mi vuoi sposare?" mi chiese il bambino con aria sognante.

"Chi si deve sposare?" disse una voce profonda allenostre spalle seguito da un inenso profumo che sovrastava quello dolce deibiscotti e che difficilmente avrei dimenticato.



・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora