・Ventidueesimo ₡apitolo・✞

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"Pronto?" chiese la sua voce assonnata. Erano le due del mattino e probabilmente stava dormendo e l'avevo svegliato. Un altro punto per te, Scar. Ben fatto!

"Hey Lou" riuscii a dire tra un singhiozzo ed un altro.

"Scarlie? Sei tu?" domandò con un cenno di preoccupazione nella voce.

"Louis ho bisogno di te" sussurrai con voce piccola per il pianto.

"Piccola... che è successo?" chiese prontamente.

"Ho bisogno... ho.. ho solo bisogno che tu venga qui" riuscii a dire con voce sottile e tremante, quasi un sussurro.

"Oh Scarlie.. mi dispiace davvero tanto, ma sto a casa" pronunciò dispiaciuto.

"Ah già... Ok, non ti preoccupare. Ciao Lou" riattaccai senza dargli il tempo di rispondere. Mi ero completamente dimenticata che dopo essere dimesso dall'ospedale, tornò a Doncaster.

Sola. Così mi sentivo. Sola, abbandonata a me stessa e ai miei errori. Avevo allontanato tutti intorno a me. Si erano resi conto che merda di persona io fossi ed avevano fatto semplicemente quello che avrebbero dovuto fare sin dal principio. Allontanarsi da me.

Mi ero sentita bene per un momento, per un piccolo frangente. Ma come tale, esso è passato subito. Adesso stavo male di nuovo e, se possibile, anche peggio.

Mi era sempre piaciuto stare sola, con me stessa, con i miei pensieri, ricercare la mia indipendenza nelle piccole cose, ma adesso iniziavo ad odiare quella sensazione. Quel vuoto che lasciano le persone quando se ne vanno. Quel vuoto proprio al di sopra del cuore che lo soffoca per il troppo peso, che lo reprime fino a sostituirlo così da avere un buco al posto di esso.

Ad interrompere i miei pensieri che stavano prendendo una direzione troppo dolorosa persino per me fu il campanello della porta. Non mi chiesi chi potesse essere, ero abituata alle strane ed incoscienti azioni di chi aveva bevuto troppo di venerdì sera. Ancora in lacrime e singhiozzante, scesi le scale per aprire.

Non ebbi nemmeno il tempo di aprirla del tutto che un paio di calde e morbide labbra dal sapore familiare si fiondarono sulle mie.

Fu questione di pochi secondi, finché le mie lacrime salate si unirono a quell'azione, ma le sensazioni che provai in quel breve istante furono necessarie a farmi sentire improvvisamente meglio.

Aprii gli occhi che avevo chiuso per godermi dell'intensità del momento per incrociare due pupille nere e preoccupate.

"Z-Zayn... che ci fai qui?" riuscii a pronunciare con voce tremolante.

"Bambolina, che è successo?" disse accogliendomi tra le sue braccia. A quel gesto scoppiai ancora di più, persa tra singhiozzi convulsi.

"Hey hey hey... va tutto bene. Ci sono io qui." Mi prese il viso tra le sue grandi mani per incrociare i miei occhi bagnati e neri per il trucco sbavato.

"Devo essere orribile" sussurrai cercando di scappare al suo sguardo.

"Non sei mai stata più bella" affermò per poi appoggiare la sua bocca sulla mia.

Restammo così per qualche secondo e non c'è mai stata cosa migliore.

Non riuscivo a spiegarmi il perché, ma in quel momento come all'ospedale, tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, protetta. La mia presa intorno ai suoi fianchi si fece più debole, come le energie che stavano abbandonando il mio corpo.

Sentii le sue mani prendermi in braccio e salire le scale, poi il buio.


Un leggero soffio dietro il collo mi fece aprire gli occhi che richiusi subito dopo per la luce proveniente dalla finestra. Mi dimenticavo sempre di comprare una tenda per rendere l'impatto con la mattina meno traumatico.

Cercai di alzarmi, ma qualcosa di molto forte mi teneva impalata al letto.

Mi voltai immediatamente per incontrare i lineamenti rilassati e perfetti del moro che, nonostante stesse ancora dormendo, mi teneva legata a sè con un braccio come se potessi scappare da un momento all'altro. Non credevo di avere le forze per scappare da lì, da lui, o almeno non più. Il massimo che potevo fare era alzarmi per i miei bisogni personali e poi tornare tra le sue braccie dove ci sarei voluta rimanere per sempre.

Scostai il più delicatamente possibile il suo braccio dal mio bacino e mi alzai per dirigermi in bagno. Dopo gli avvenimenti della sera precedente, avevo un disperato bisogno di una doccia per rilassarmi. Presi dei vestiti e rimasi qualche secondo a guardare la figura del moro prima di chiudermi la porta del bagno alle spalle.

Non c'era niente di meglio di una rigenerante doccia calda. I muscoli si rilassarono visibilmente e tutte le preoccupazioni scivolarono via come l'acqua sulla mia pelle.

Spensi il getto e mi infilai l'accappatoio. Frizionai un po' i capelli con un asciugamano per togliere l'acqua in eccesso. Uscii dal bagno con ancora la stoffa e i capelli umidi aspettando di trovarmi uno Zayn ancora dormiente.

Appena aprii la porta, la mancanza del suo profumo mi colpì come la consapevolezza che se n'era andato.

Una leggermente dolorosa sensazione si impossessò di me.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora