・Ventitreesimo ₡apitolo・✞

9 0 0
                                    


Passarono due settimane da quel giorno. Quel fatidico giorno in cui mi ero fidata ciecamente di Zayn, mostrandogli ancora una volta le mie debolezze. Appena realizzai che se n'era andato come un ladro che aveva commesso un furto, decisi di metterci una pietra sopra.

Avevo sbagliato a mostrare i miei sentimenti a qualcuno, ma in quel momento ero troppo vulnerabile e decisi che non sarebbe successo più. Non potevo permetterlo.

"Hey Gabrielle! Hai visto Ruth?" salutai la ragazza appena arrivata in palestra.

"Ciao Scar. In realtà è da un po' che non si fa vedere da queste parti. È successo qualcosa?" mi domandò con tono leggermente preoccupato.

-Si che le è successo qualcosa. Ha avuto la sfortuna di avere una migliore amica di merda come me che si è dimenticata di dirle che è andata a letto con il suo ex, di nuovo.-

"No, niente di importante" le mentii sorridendo falsamente. Odiavo quella situazione, odiavo mentire alle persone che volevo bene, ma soprattutto odiavo non poter parlare con quella che ormai era una sorella per me.

"Comunque, se la senti, dille che questo sabato organizzo una piccola festa tra amici ed ovviamente siete invitate entrambe."

"Mi serviva una distrazione. Non ti preoccupare, ci saremo!" la rassicurai sorridendole.

Era la mia occasione per farmi perdonare da Ruth, e non l'avrei sprecata.

<<Risponde la segreteria telefonica di Ruth, lasciate un messaggio dopo il bip se siete parenti, gente famosa, ragazzi super fighi, ricchi, cantanti o la mia migliore amica Scar. In quel caso -ti voglio beneee Scaar. Se non rientrate in una di queste categorie, allora non rompete il cazzo. Grazie... biiip.>>

"Merda." Era la centesima volta che provavo a chiamarla senza risultati. Ormai non sapevo più se lo facevo perché volevo che finalmente alzasse quel cazzo di telefono e rispondermi, o semplicemente per sentire la sua voce. Mi mancava troppo. Non avevamo mai litigato per cosi tanto tempo. Avevo bisogno di lei.

Ormai era venerdì e di Ruth ancora nessuna notizia. Quella mattina mi aspettavano i bambini Malik a cui dovevo fare da babysitter. Mi feci una doccia veloce e mi preparai.

Arrivai con dieci minuti di anticipo fuori la loro villa. Non mi sarei mai abituata a tutte quelle grandezze. Bussai e ad aprirmi fu il piccolo Nick.

"Ciao principe Nicolas!"

"Ciao Scaar" mi salutò lui tra le mie braccia. " Vuoi vedere la nuova spada che mi ha comprato papà?" domandò con sguardo speranzoso. Che bella l'innocenza.

"Certo, ma prima fammi salutare tua madre" gli risposi mettendolo giù.

"Lei non c'è, è andata già al lavoro."

"E hanno lasciato te e Rose a casa da soli?" chiesi allibita.

"No! C'è Zayn di sopra, ma credo che adesso stia dormendo" spiegò il bambino.

Quel nome. Quanto faticai per non salire sopra e svegliarlo a cuscinate. La voglia era troppa, ma dovevo contenermi.

Allungai la mano al piccolo che mi seguì nella loro stanza.

"E Rose?" chiesi a Nick notando l'assenza della sorellina. Lui mi rispose con una scrollata di spalle.

Iniziai a cercarla per tutte le stanze della casa e solo allora realizzai quanto immensa fosse realmente.

Le setacciai tutte tranne una. Quella di Zayn.

Mi avvicinai lentamente e sulle punte dei piedi aprii la porta delicatamente. Il buio pesto della stanza non aiutava la ricerca, così mi avvicinai di più evitando di fare alcun rumore.

Al lato del letto, rimasi incantata alla vista che si prospettava davanti ai miei occhi.

La piccola Rose rannicchiata tra le braccia del moro, i loro respiri leggeri che creavano una melodia rilassante.

Quella visione era davvero stupenda.

Sarei rimasta tutto il giorno a guardarla, se non fosse stato per un movimento del ragazzo.

"Hey" sussurrai appena aprì gli occhi.

"Hey" ricambiò leggermente sorpreso. "Che ci fai qui?" disse stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere piano per non svegliare la sorellina che continuava a dormire beatamente.

"Oggi devo badare ai bambini, ma non riuscivo a trovare Rose" volsi il mio sguardo verso la bambina. Era così tenera.

"Credo che tu possa svegliarla. Ha anche dormito abbastanza." Continuò a tenere lo sguardo su di me.

"Già, se lo sa tua madre, se la prenderà con me. Odia quando dormono troppo il pomeriggio. La sera si addormentano sempre tardi" risposi io.

Si alzò dal letto e si avvicinò a me. "Vorrà dire che questo sarà il nostro piccolo segreto" sussurrò ad un soffio dalle mie labbra.

Lo guardai avvicinarsi sempre di più, ma appena sfiorò le sue labbra con le mie, mi allontanai prontamente. Mi avvicinai invece alla bambolina che dormiva beata sul letto troppo grande per lei.

"Hey Rose sono Scar. Dai svegliati dormigliona, è l'ora della merenda" pronunciai flebilmente quelle parole mentre scuotevo delicatamente il corpicino della bambina. Mentre lo facevo, potevo sentire lo sguardo del moro bruciarmi la schiena ma non me ne curai.

*****

"Merenda fatta, disegni fatti, abbiamo cantato e giocato... che volete fare ancora?" pronunciai con leggera stanchezza nella voce, ma dovevo ammettere che mi ero divertita anche io.

D'un tratto mi accorsi della figura del moro che ci guardava appoggiato allo stipite della porta del salone. Anche se il ricordo della sua fuga di qualche settimana prima era ancora fresco nella mia mente, non potei comunque evitare di venerare la sua bellezza. Indossava dei jeans chiari stretti e leggermente strappati sotto al ginocchio, una felpa nera e larga almeno il doppio di lui che però gli stava divinamente ed un paio di converse nere, o almeno quello che ne restava. Non indossava niente di particolare, ma gli stave comunque in modo impeccabile. Era quasi impossibile risultare così nonostante la noncuranza dell'aspetto, ma lui era l'eccezione alla regola. Lui era l'eccezione.

I suoi occhi erano seri, come i miei d'altronde.

"Bimbi perché non andate nella vostra stanza a vedere un po' di cartoni animati?" chiese Zayn con gli occhi puntati nei miei.

"Pechè invece non rimanete tutti qui e giochiamo un po' a nascondino. Ti ricordo, principe Nich, che mi devi ancora la rivincita dell'ultima volta" dissi cercando di trattenerli in quella stanza, ma ignorarono quella mia supplica silenziosa ed ubbidirono al fratello dirigendosi verso la loro stanzetta sghignazzando. Erano più svegli di quanto pensassi.

Una volta sentita la porta al piano di sopra chiudersi, Zayn si avvicinò nuovamente a me ma, come il primo tentativo, anche questo andò a vuoto poichè lo respinsi nuovamente allontanandolo con le braccia il più possibile.

Restammo a guardarci intensamente negli occhi. Se uno sguardo potesse uccidere, saremo entrambi morti da un pezzo.

"Giornata storta?" ironizzò con un tono che di ironico non aveva niente.

"Non prima di incontrare te" dissi acida per poi voltarmi e raggiungere le scale. Riuscì a percorrere solo il primo scalino, poiché il mio polso fu bloccato dalla mano imponente di Zayn.

"Non giocare con me. Non finirà bene" pronunciò al mio orecchio in un flebile, ma minaccioso sussurro.

"E tu non giocare col fuoco" con uno scossone, riuscii a liberare il braccio dalla sua presa. "Finirai per scottarti" finii di pronunciare la frase lasciandolo lì.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora