・₮rentesimo ₡apitolo・✞

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Scar's pov

Sentivo uno strano calore diffondersi sul dorso della mia mano, così aprii lentamente gli occhi. Mi guardai intorno non riconoscendo la stanza nella quale mi trovavo. Avevo dei ricordi confusi di quello che successe prima del buio. I miei occhi si fermarono appena ritrovarno nel loro percorso una cascata di ricci a solleticarmi il braccio.

"H-harry" pronunciai con voce rotta.

Il ragazzo alzò lentamente il viso verso di me rivolgendomi i suoi occhi smeraldo e le sue irresistibili fossette.

"Hey..." pronunciò sorpreso, ma sinceramente felice di sentire la mia voce. Sorrisi a quelle attenzioni.

"Dove siamo?" chiesi dopo qualche secondo impiegato a guardarci intensamente.

Per un istante il suo sorriso si rabbuiò a quella domanda, incerto su cosa rispondermi, si trattò di secondi ma i miei occhi fin troppo svegli dopo tutto l'accaduto, riuscirono comunque a percepirlo.

"Siamo al Bradford Central Hospital. Hai avuto un profondo attacco di panico" mi disse con uno sguardo triste. Ormai le tenere fossette erano solo un lontano ricordo. "Che cos'è successo Scar?" mi domandò preoccupato prendendomi la mano.

"N-non.. non lo so" risposi sinceramente. Avevo ricordi sfocati di quello che successe prima del buio. "Mi ricordo di aver fatto un incubo e ho pensato che per calmarmi, l'ideale sarebbe stata una doccia fresca... ma a quanto pare mi sbagliavo" conclusi la frase ridacchiando nervosamente.

"Non ti preoccupare, adesso ci sono io con te" mi rassicurò avvicinandosi sempre di più.

Ci trovavamo a due centimetri di distanza, e fui io ad annullarla appoggiando delicatamentele mie labbra sulle sue morbide.


"Dio Scar, mi hai fatto preoccupare così tanto. Per un attimo ho avuto paura di perderti" pronunciò quell'ultima parte quasi in un sussurro mentre mi accarezzava I capelli delicatamente, forse per paura di rompermi. Mai come quella volta avrei voluto gridargli di non essere una fottuta bambolina di ceramica tenuta ancora in una scatola impolverata sopra un mobile, per non rovinarla e magari con la scritta -fragile-.

Ma capii che non era ne il luogo, ne il momento adatto per dare libero sfogo alle parole che mi aleggiavano nella mente. Quindi mi limitai ad accennare un sorriso e a rassicurare il ragazzo, sinceramente preoccupato per me.

"Hey, adesso sono qui. Sto bene, vedi?" gli sorrisi nascondendo anche la mia paura di non farcela.


"Già, e non ti lascerò andare così facilmente da oggi in poi" disse puntando i suoi splendidi occhi nei miei. Sorrisi di rimando spostandomi sul lettino per permettergli di stendersi al mio fianco. Non se lo fece ripetere due volte e mi raggiunse stringendomi a sé.











Trovavo quel gesto un pò troppo affettuoso per i miei gusti, ma avevo bisogno del calore che solo il suo corpo tonico mi dava.

"Hey Harry" lo chiamai dopo minuti di silenzio in cui contemplavamo l'uno la presenza dell'altro.

"Si?" si girò verso di me, facendomi segno di continuare.

"Come ci sono arrivata qui?" domandai dando voce ai pensieri che affollavano la mia mente.

"Uhm.. ti ha portato Ruth" ammise studiando la mia reazione.

"Ruth?" chiesi quasi incredula. Ma se non ci parlavamo nemmeno...











"Si e quel biondino. Credo si chiami Neil" pronunciò confuso.

"Niall vuoi dire.." ridacchiai leggermente.

"Si bhe fa lo stesso..." disse fingendosi imbronciato per la mia sottile derisione. Lo spintonai leggermente con una spalla, visto la debolezza del mio corpo e gli sorrisi.

"Sai dov'è adesso?" gli chiesi con un impercettibile filo di speranza nella voce. Quanto volevo vederla!

"In realtà sta qua fuori. Se vuoi, la faccio entrare" disse realizzando il mio desiderio silenzioso.

"Si, ti prego" quasi lo supplicai provocandogli una risata.











"Agli ordini principessa" disse lasciandomi un bacio sulla fronte per poi scendere dal letto. Storsi il naso, sia per quel gesto che per quello stupido nomignolo con cui mi aveva chiamato. Decisi di passarci sopra. Troppe volte gli facevo notare questi suoi modi e, anche se lui ci rideva su, potevo comunque notare la sottile delusione nei suoi lineamenti.

"Ci vediamo più tardi. Se hai bisogno di me, basta che mi chiami" si avvicinò a me per lasciarmi un ultimo bacio prima di uscire lasciando la porta aperta.

In quei pochi minuti che rimasi da sola, riflettei sul rapporto tra Harry e me. Sapevo che ogni giorno che passava, lui si stesse affezionando sempre di più, e non perdeva occasione per dimostrarmelo. Io d'altra parte, gli volevo davvero bene. C'era sempre stato quando avevo bisogno di qualcuno al mio fianco, ma non sentivo lo stesso trasporto che provava lui quando stavamo insieme. Voglio dire, a letto era una favola e anche fuori le coperte la conversazione era buona, ma non avevo sentito la scintilla. Forse avevamo bisogno di tempo, forse dovevo dargli più opportunità.
O forse c'era già qualcun'altro ad affollare i miei pensieri.

Ad interrompere il mio flusso interiore, fu l'esile figura della mia migliore amica sbucare dalla porta.

"Hey.." le sorrisi sperando non fosse più arrabbiata con me.

"Hey" ripeté lei a bassa voce mentre si siedeva sulla sedia dove prima c'era Harry.
"Come stai?" chiedemmo contemporaneamente sovrastando la voce dell'altra. Ci guardammo per dei secondi per poi scoppiare a ridere.

"Oh Scar, mi è mancato così tanto ridere con te" ammise tornando seria con i suoi soliti lineamenti dolci.

"Ruth mi dispiace così tanto averti nascosto la mia relazione con Harry. Sono stata così stupida" confessai abbassando gli occhi non riuscendo a sostenere i suoi.

"Hey Scar" mi chiamò alzandomi il mento per far incontrare i nostri sguardi. "Sono io quella che deve chiedere scusa. Mi sono comportata da vera bambina."

"Quindi vuol dire che sono perdonata?" dissi col sorriso a trentadue denti.

"Amiche come prima?" chiese lei prima di tuffarsi tra le mie braccia.











"No" risposi io immersa nei suoi capelli. Aspirai profondamente quell'aroma di gelsomino che emanavano. "Sorelle come sempre" continuai la frase.

"Oh Scarlett, non sai quanto mi hai fatto preoccupare quando ti ho vista stesa a terra priva di sensi. Penso di essere morta tre o quattro volte oggi" ammise con occhi lucidi.

"Adesso sono qui e sto bene" le ripetei le parole con cui rassicurai Harry. Lei mi strinse ancora più forte e giurai di sentire la schiena scricchiolare.
"Okay, okay adesso basta. Mi stai stritolando. E poi sai quanto odi queste dimostrazioni di affetto" pronunciai cercando di staccarmela da dosso.

Con lei potevo essere sincera e dire tutto quello che pensavo
senza sentirmi mai giudicata. Lei mi conosceva come le due tasche ormai.

"Mi era mancata la tua freddezza" rise mentre si asciugava la lacrima che non era riuscita a trattenere.

"Ame sei mancata semplicemente tu."
    

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora