∙Quarantesimo ₡apitolo∙✞

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Avevo la vista offuscata, i sensi più che andati e l'adrenalina ancora in circolo, ma quel profumo l'avrei riconosciuto fra mille.

"Zayn" sussurrai più a me stessa che a qualcuno.

Impiegai dei secondi per riprendermi e metabolizzare la situazione, ma non ce la feci più e mi alzai dalla sedia, quasi come se bruciasse.

Mi diressi immediatamente fuori dal locale e l'aria fredda mi investì come se non avessi più i vestiti, senza protezioni. Era così che mi sentivo non vedendo Zayn. Se n'era andato. Ancora una volta ero arrivata troppo tardi.

"Cerchi qualcuno bambolina?" chiese una voce alle mie spalle.

Un sorriso sincero mi invase il viso, ancora girata di spalle. Era lui. Era lì. Era rimasto, forse per me.

"Nessuno di importante" risposi fingendo non curanza al moro.

Mi sentii afferrare il polso delicatamente e girarmi verso di lui che di un sorriso non c'era la minima traccia.

"Lasciami essere il tuo 'nessuno di importante', allora" pronunciò lui estremamente serio.

Abbassai gli occhi davanti al suo sguardo penetrante, non riuscendo a reggerne l'intensità.

Vidi però, con la coda degli occhi che si stava avvicinando sempre di più.

La sua mano, che prima mi teneva il polso, era scesa fino alla mia e con l'altra, me le prese entrambe e le intrecciò alle sue.

Chiusi gli occhi quando prese a massaggiarmi il dorso delle mani con movimenti circolari e delicati, quasi impercettibili.

Percepii un profondo sospiro da parte sua. Il suo respiro che si infrangeva nel mio per la vicinanza dei nostri visi.

"Che cosa mi stai facendo, Scar?" chiese per la seconda volta da quando ci conoscemmo.

Forse per l'alcol o forse per l'adrenalina ancora in circolo, mi allontanai da lui spingendolo violentemente.

Sotto il suo sguardo incredulo, mi allontanai sempre di più per poi rigirarmi nuovamente e puntargli un dito contro.

"Dio Zayn non ti supporto più. Non fai che ripetere 'Oh, cosa mi fai Scar' o 'Cosa mi stai facendo' ma tu non hai la minima idea di quello che fai tu a me" sputai con una rabbia insensata. "Odio fottutamente tutto questo. Odio l'effetto che hai su di me. Ogni tua parola, ogni tuo gesto. Non mi puoi controllare così. Nessuno può. Non dipendo da nessuno, men che meno da te" mi sfogai con il respiro affannato.

"Io non ti voglio controllare" rispose ancora stupito dalle mie parole.

"Forse non lo vuoi, ma lo fai. Perché ti comporti così, come se non te ne fregasse di nniente e nessuno, ma solo di te stesso. Bhe notizia del giorno caro. Al mondo non esisti solo tu ma ci siamo anche noi comuni mortali, e perdonaci ma anche noi proviamo dei sentimenti che non puoi sfruttare e calpestare a tuo piacimento!" sputai quelle parole con un astio che non mi apparteneva, o meglio, certo che mi apparteneva ma che Zayn non si meritava in quel momento.

Rimase a fissarmi ancora per qualche minuto, con uno sguardo quasi deluso e dispiaciuto, mentre io respiravo affannosamente tentando di recuperare un pò d'aria.

"Mi dispiace di aver creato tutti questi problemi. Saranno gli ultimi da parte mia" quasi sussurrò prima di lasciarmi un ultimo sguardo.

Uno sguardo che valeva più di mille parole.

Uno sguardo che avrei portato sempre con me.

Uno sguardo d'addio.

No. Non l'avrei permesso. Zayn Malik non sarebbe stato l'ennesima persona ad allontanarsi da me solo per qualche mio stupido problema con i sentimenti. Fanno parte della vita ed io mi ero scocciata di rimanere perennemente in un angolo a guardarla scorrermi davanti agli occhi senza reagire, nel migliore dei casi con una bottiglia di vodka tra le mani.

No, la vita è una e va vissuta.

Persa nei miei pensieri, mi guardai intorno e scorsi la scura figura del moro farsi spazio nel buio della notte ed allontanarsi sempre più da me, così feci l'unica cosa che andava fatta, l'unica giusta.

Corsi, corsi da lui il più velocemente possibile, senza fiato, senza più forza nelle gambe fino a trovarmi faccia a faccia con lui.

"Adesso che vuoi ancora?" mi chiese appena si girò e potei giurare di aver visto i suoi occhi essere lucidi.

"Zayn.." sospirai prima di incominciare a dare voce a tutto ciò che si aggirava nella mia testa. "Non sono venuta qui a scusarmi, lo sai non è il mio stile. E poi perché non ci sarebbero ragioni. Ho detto esattamente ciò che pensavo. Ma potrai anche essere un presuntuoso, menefreghista, arrogante figlio di puttana, ma cazzo quando mi hai voltato le spalle qualche secondo fa, ho sentito qualcosa dentro. Qualcosa rompersi, incrinarsi, fare un rumore assordante tanto da portarmi qui di fronte a te a dire queste cazzate. Quindi, chiedimi di nuovo 'adesso che voglio ancora' e ti risponderò semplicemente 'te, Zayn Malik. Voglio te per il momento. Non so se me ne pentirò in un futuro o anche tra dieci minuti. Ma adesso voglio te."

Mi guardò per qualche secondo inespressivo, senza battere un ciglio, senza muovere un muscolo. E quel silenzio stava diventando ancora più rumoroso delle solite serate in discoteca. Stavo impazzendo.

"Dimmi qualcosa, ti prego" supplicai come un criminale che aspettava inesorabile la sua sentenza di morte.

Al limite delle forze e delle speranze di sentire la sua voce anche solo per mandarmi a fanculo, mi girai sentendo qualcosa inumidirmi le guance e non era pioggia. Erano stupide e fottutissime lacrime.

Riuscii a fare a malapena un passo avanti prima di sentire una mano

afferrarmi il braccio e voltarmi verso quel viso quasi più stremato del mio.

Non ebbi nemmeno il tempo di emettere una singola sillaba prima di sentire delle labbra pressate contro le mie, forse nel bacio più intenso e sincero che abbia mai dato.

Ci distaccammo giusto di qualche centimetro solo per riprendere aria. Zayn aveva appoggiato la sua fronte sulla mia ed i nostri respiri si infrangevano in uno unico.

"E di questo? Di questo ti sei già pentita?" mi chiese dolcemente mentre con il pollice mi cancellava silenzioso dalle guance le prove dell'intensità di quel sentimento.

Sorrisi sincera davanti a quella visione che mai mi sarei aspettata. Ci stavamo sgretolando l'uno nelle braccia dell'altro, insieme ai nostri muri di indifferenza.

"Chiedimelo domani" sussurrai prima di appoggiare nuovamente la bocca sulla sua, famelica, assetata, come un drogato in astinenza dalla sua amata eroina. Lui era la mia droga e da quel momento non sarei più riuscita a farne a meno.                                                         

                        

                                                                  THE END

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora