•Quindicesimo ₡apitolo• ✞

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Non era possibile. Ancora lui. Ancora quel ragazzo. Mi aveva salvato per la seconda volta.

"Z-zayn" dissi quasi in un sussurro non credendo veramente di vedere quella figura alta che avevo davanti.

Lui non rispose, ma restò lì impalato continuando a fissarmi con occhi persi. Stava riflettendo. Anche lui forse non si aspettava di trovarmi là.

Si risvegliò dal suo stato di trance quando notò dei lamenti di freddo uscire dalle mie labbra.

Continuò a non emettere alcun suono, mentre con un gesto secco, si tolse il giubbino di pelle che indossava per porgermelo sulle mie spalle con delicatezza, come se da un momento all'altro mi potessi rompere.

Dopo quel suo gesto, continuammo a guardarci negli occhi per quello che sembrò un'eternità finché lui non si voltò, distogliendo lo sguardo dal mio e incominciò a camminare lungo il vialetto isolato in cui ci trovavamo.

"Aspetta!" Non so per quale assurdo motivo lo chiamai, facendolo voltare.

"Il giubbino" dissi inventandomi una scusa. La verità era che i suoi occhi mi avevano rapita e non ne riuscivo a fare a meno. Vi ci avevo visto la vita all'interno. Quella che non provavo da molto, forse troppo tempo e non avrei avuto la forza di sentirmela strappare di nuovo dalle mani. Era un mistero quel ragazzo, un mistero che avrei svelato.

"Tienilo tu, me lo ridarai un altro giorno" rispose per la prima volta da quella sera per poi voltarsi si nuovo.

Non ero mai stata una ragazza razionale, non pensavo mai prima di agire. Avevo sempre seguito l'istinto, anche se a volte rivelava una parte di me che mi era ancora nascosta e che ogni tanti saltava fuori. Ecco, quella volta non mi smentii mentre gridai di nuovo il nome del ragazzo e gli corsi incontro.

Zayn si voltò nuovamente e dall'espressione che assunse, neanche lui si aspettava quel gesto da me. Lo abbracciai. Le mie mani strette intorno al suo busto e il viso nell'incavo del suo collo. Per un momento mi sentivo al posto giusto, mi sentivo giusta.

"Grazie" sussurrai flebilmente, forse non mi aveva nemmeno sentito, infatti non ricevetti risposta. Tuttavia, sentii le sue mani cingermi i fianchi per rispondere al mio abbraccio improvviso.

Una fitta di dolore mi costrinse ad allontanarmi da lui che mi guardò stranito.

Abbassai gli occhi sul punto dolente, quello precedentemente soggetto alla stretta di Seth.

Sentivo le gambe cedere da un momento all'altro e tutto intorno a me girare. Zayn sembrò capire e si avvicinò di nuovo ponendo un suo braccio sotto le mie gambe e l'altro dietro il mio collo. Mi prese in braccio ed iniziò a camminare.

Dopo quei minuti che mi sembravano essere passati, aprii gli occhi. Non mi ero neanche accorta di averli chiusi.

Mi ritrovai stesa sul letto di casa mia, ma non riuscivo a ricordarmi come ci ero finita. Lanciai un'occhiata fuori dalla finestra.
Era ancora notte fonda.

Provai ad alzarmi ma un dolore lancinante mi costrinse ad accasciarmi di nuovo sul letto.

"Non dovresti muoverti, peggioreresti solo la situazione" affermò una voce profonda che mi fece sussultare. Zayn.

"Dio, mi hai spaventato" affermai con una mano sul cuore per cercare di far rallentare i battiti accelerati dovuti alla sorpresa.

"Ti fa molto male?" chiese il ragazzo ignorando la mia affermazione ed avvicinandosi al mio letto su cui di sedette. A fianco a me.

Non risposi così lui avvicinò la sua mano alla parte interessata. La scostai immediatamente con un gesto poco gentile appena sentii il dolore pervadermi nuovamente, tanto da costringermi a sbarrare gli occhi.

Non curante delle mie proteste, trattenne le mie mani lungo i fianchi.

Mi guardò per qualche secondo ed io capii che mi stava chiedendo silenziosamente il permesso di alzarmi il vestito bianco per poter vedere come fosse messa la mia pelle al di sotto.

Annuii un po' titubante, ma lui non sembrò curarsene procedendo per le sue azioni.

Non era la prima volta che venivo spogliata da un ragazzo, ma nonostante ciò, mi sentivo strana, come messa a nudo dalle sue mani calde, vulnerabile.

Mentre Zayn faceva salire il tessuto sempre più su fino ad arrivare ai miei fianchi, i miei occhi non si separavano dal suo viso per poter cogliere ogni sua minima reazione. Mi congratulai tra me e me per la scelta della biancheria che indossavo. Del pizzo nero, niente di più femminile e seducente.

Ma a giudicare dall'espressione della sua faccia seria, nella sua mente non stavano scorrendo i miei stessi pensieri.

Il suo viso si rabbuiò ed i suoi occhi si scurirono ancora di più provocando la dilatazione delle pupille.

"Quello stronzo me la paga questa. Non gliela faccio passare liscia!" disse furioso quasi spaventandomi per la durezza del suo tono.

"Che succed... cazzo." I miei occhi avevano seguito lo sguardo del ragazzo al mio fianco ed erano caduti sui miei fianchi. Erano tumefatti, contornati da due aloni viola scuro, quasi tendenti al nero circondati dal colore rossastro del sangue che era salito in superficie. Si potevano ancora vedere i segni delle lunghe dita di Seth.

"Cos'è successo?" domandai ancora troppo stordita per riuscire a ricordare chiaramente gli avvenimenti passati.

"È successo che quel cazzone ha cercato di metterti la sua lurida lingua in gola. Per fortuna che c'ero io, non voglio nemmeno pensare cosa ti sarebbe accaduto se..." le parole gli morirono in gola e si alzò dal letto profondamente turbato.

Iniziò a tirarsi leggermente i capelli, segno della sua frustrazione e in quel momento volevo solo prendergli le mani tra le mie e dirgli che andava tutto bene, che non avrebbe dovuto preoccuparsi o farsi male per me. I suoi capelli erano troppo belli per essere rovinati così. Che lui era troppo bello per avere quell'espressione severa che gli rovinava i lineamenti profondi ma delicati.

Quello che però non riuscivo a capire era il perchè. Perchè si stava preoccupando così tanto per me? Era turbato solo al pensiero di cosa mi sarebbe potuto accadere se non mi avesse portato via da quel ragazzo o erano semplicemente i sensi di colpa per essere amico di un cazzone del genere? Perché? Prima di stasera credevo addirittura mi odiasse e la cosa era anche reciproca. Che cazzo stava succedendo? Perché all'improvviso sentivo tutto quell'odio trasformarsi in qualcos'altro?

Quegli interrogativi rimasero senza risposta mentre osservavo Zayn mettersi di nuovo il giubbino ed afferrare la maniglia della porta della mia camera.

Ancora una volta si stava allontanando da me, ed ancora una volta sentivo di non poterlo permettere.

"Rimani qui, con me."

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora