・Quarto ₡apitolo・ ✞

18 0 0
                                    

"Perché?" mi chiese con tono curioso.

"E' una cosa passata" gli risposi cercando di essere più tranquilla possibile, mentre dentro di me stava avvenendo una guerra mondiale, con tanto di bazuca e lanciamissili.

"Ti va di parlarne?"

Ti va di parlarne.

Bella domanda. Volevo parlarne? Ce l'avrei fatta o sarei stata peggio tirando fuori tutto quello che mi aveva distrutto? Mentre mi ponevo tutte quelle domande, mi accorsi che già avevo iniziato a parlare.

"Si chiama Logan. E' stato il mio primo "amore", se così si può definire, ma io non sono stata il suo" iniziai a parlare con un tono più basso del normale, rivivendo tutti quei momenti ormai sepolti nella mia mente.

"Che è successo?" mi domandò girandosi sul fianco in modo da guardarmi negli occhi. Cazzo che occhi!

Flashback

"Ciao Rudy!" esclamai con felicità disarmante correndo a braccia aperte verso la mia migliore amica che non vedevo dall'inizio dell'estate.

"Ciao Scarliee" disse tra le mie braccia per un abbraccio rompi-costole, come lo chiamavo io.

"Mi sei mancata tantissimo, non puoi sapere che cos'è l'Italia" esclamai sprizzando gioia da tutti i pori, mentre le raccontavo di come trascorsi le vacanze estive con tutta la mia famiglia.

"Non sai quanto ti invidio. Io sono dovuta rimanere qui perché mio padre doveva lavorare" disse con un tono di tristezza nella voce.

"Mi dispiace. Vedrai che quest'anno sarà il più bello, perché lo trascorreremo insieme."

Improvvisamente la sua faccia cambiò espressione trasformandosi in un sorriso a trentadue denti.

"Hai ragione, ci divertiremo tantissimo" esultò estasiata.

"Siamo al liceo, no? Godiamoci la vit..."

"Oh scusa dolcezza, non ti avevo visto" esclamò qualcuno che si scontrò con me facendomi cadere.

"Non ti preoccup..." ancora una volta le mie parole rimasero tra le mie labbra appena alzai lo sguardo per vedere la causa della mia goffa caduta, uno stupendo ragazzo dai capelli corti e biondo miele, occhi mare in cui potrei affogare senza il bisogno di essere salvata e dai lineamenti da classico cattivo ragazzo, quello che fa innamorare le ragazzine ingenue per poi spezzarle il cuore e saltarvici sopra.

Mi porse una mano per aiutarmi a rialzarmi che accettai volentieri.

Il movimento repentino del suo braccio mi fece arrivare letteralmente tra le sue braccia che mi sorreggevano poiché le mie gambe ormai troppo molli perché lo potessero fare da sole. Il suo viso a due centimetri dalle mie labbra.

"Ciao dolcezza" esclamò il ragazzo.

"Ehm, c-ciao" ricambiai io timida con un fil di voce che colse solo lui.

"Sei nuova? Non ti ho mai visto da queste parti" chiese appena mi lasciò andare porgendomi i quaderni che mi caddero per lo scontro.

"Bhè... veramente io..."

"Comunque sono Logan. Come ti chiami dolcezza?" mi interruppe con uno dei sorrisi più belli che abbia mai visto, quello che illumina l'oscurità di un intero mondo.

"S-Scarlett, mi chiamo Scarlett" risposi in un sussurro. Potevo sentire le guance andare letteralmente a fuoco e giurare di essere completamente paonazza in viso.

"Logan!" lo chiamò un altro ragazzo alle spalle.

"Io devo andare. Ci rivedremo presto io e te" mi disse voltandosi e sparire dentro un'aula non prima di porgermi un libro che non mi ero accorta avesse ancora tra le mani finché me lo restituì.

Ci rivedremo presto. Chi sa che voleva dire, forse che saremo stati compagni di classe? Non vedevo l'ora di scoprirlo.


Alle sette al parco, dolcezza xx

Questo era quello che c'era scritto su un bigliettino che trovai all'interno del libro che il ragazzo mi restituì. Non mi ero nemmeno accorta quando lo avessero inserito nè chi, ma qualcosa mi diceva che era stato il ragazzo occhi mare della mattina a scuola.

Quella sera ritardai di dieci minuti a causa dell'arricciacapelli che mi stava bruciando una ciocca intera.

Arrivata al parco, lo trovai seduto sul muretto con una sigaretta tra le labbra. Era una visione magnifica, la più bella che i miei occhi avessero mai visto.

"Ciao Log..." non finii di parlare che un suo sguardo, appena i suoi occhi incontrarono i miei, mi incenerì ammutolendomi immediatamente.

"Non ti permettere più di farmi aspettare ancora" ringhiò arrabbiato saltando giù dal muretto e prendendomi il braccio.

"S-scusa" risposi timida ed assolutamente sorpresa di quell'atteggiamento tanto diverso rispetto a qualche ora prima.

A parte quell'episodio, il resto dell'uscita trascorse tranquilla, ma non riuscivo a dimenticare il cambiamento dei suoi occhi. Quell'azzurro ghiaccio che tanto mi aveva colpito, improvvisamente diventò petrolio, rilasciando quell'oscurità che il suo sorriso faceva sparire. A quanto pare, la nascondeva solo, cacciandola poi al momento opportuno. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. La testa era già partita ed il cuore la seguì.

Ci frequentammo per diversi mesi, durante i quali mi innamorai follemente di lui, ogni giorno sempre di più, fino ad arrivare al punto di esserne totalmente dipendente.

All'inizio anche lui sembrava preso da me e mi trattava come una principessa, facendomi dimenticare lo spiacevole episodio della nostra prima uscita, fino a quando lo presentai ai miei genitori.

Loro non lo videro adatto a me e a causa del mio comportamento ribelle e menefreghista e del pessimo rendimento scolastico seguito dalla bocciatura, mi sbatterono fuori di casa.

Rimasi per qualche notte a dormire da Logan tornando qualche volta a casa coperta da Louis mentre i miei non c'erano, per prendere dei vestiti e dei libri, finché il mio ragazzo mi chiese ufficialmente di trasferirmi da lui.

All'inizio ero al settimo cielo, la consideravo la cosa più romantica che qualcuno avesse mai fatto per me, fin quando in quella casa non iniziò a girare droga, pasticche e festini vari con il suo gruppetto di amici perennemente strafatti.

In un posto così mi sentivo fuori luogo, ma non avevo alternative migliori.

Fui costretta accettarlo e subire anche tutte le notti in cui un Logan troppo ubriaco per ragionare, mi prendeva con la forza lasciandomi vari lividi per tutto il corpo che il giorno dopo prontamente curava per poi ripetere le stesse azioni senza un minimo di rimorso.

Ed io come una stupida lo perdonavo sempre, giustificavo ogni sua percossa e nascondevo le conseguenze con una buona dose di trucco, invece di girargli le spalle ed andarmene, raccogliendo quel minimo di orgoglio che avevo per me stessa, se ne fosse rimasto.

Ecco perché ero stupida, perché non ho mai avuto il coraggio di farlo, di lasciarlo lì ad affogare nei suoi problemi e fiumi di alcol che quelli che lui reputava amici gli procuravano.

Non potevo, non ne ero capace, non ero abbastanza forte. Ormai il nostro era diventato un rapporto morboso, ossessivo, in cui l'uno aveva bisogno dell'altra. La differenza era che io avevo bisogno di lui perché lo amavo e non potevo vivere senza, mentre lui aveva bisogno di me per ferirmi, colpirmi, vedermi bruciare per poi strapparmi alle fiamme dell'inferno solo per farmi rivivere un'ennesima volta quelle sensazioni strazianti che questo genere di amore provoca.

Il coraggio di farlo lo trovò lui, dopo sei mesi di coma in un letto d'ospedale dopo aver ricevuto troppe percosse che l'allora gracile corpo non sopportò, nonostante abituato regolarmente a quel genere di violenza.

Fine flashback



・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora