・Diciassettesimo ₡apitolo・✞

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"Allora bambini, che cosa vi va di fare oggi?" domandai loro dopo che si svegliarono.

"Disegniamoo!" esclamarono in coro dopo un'occhiata d'intesa.

"Ok, andata per il disegno. Aspettatemi qui, vado a prendere fogli e colori" li avvertii prima di salire sopra.

Con un po' d'impegno trovai il recipiente con tutti i colori, ma dei fogli non c'era traccia. Perlustrai tutta la stanza, ma niente.

"Hey sapete dove stanno dei fogli?" chiesi ai bambini porgendogli i colori che ho trovato dopo aver steso una tovaglia sul tavolo da pranzo per non sporcarlo.

"Si, seconda stanza a destra. Ci devono essere dei fogli da stampante" disse con un ghigno Nick seguito complice dalla sorellina.

-Questi due non me la raccontano giusta!- pensai mentre salivo di nuovo le scale.

Arrivai davanti alla porta da loro indicata e la aprii.

Woow..

Le pareti avevano uno sfondo bianco e decorate con murales colorati. Il letto a due piazze aleggiava al centro della camera, la scrivania in mogano piena di fogli sparsi, un comodino affianco al letto nero lucido come l'enorme armadio che occupava l'intera parete in linea con la porta. La cosa che mi colpii di più furono i poster appesi sopra la scrivania. Jimi Hendrix, Jim Morrison, Green Day, Nirvana, Oasis... sembrava di stare in paradiso. Non avevo mai visto camera più bella e particolare.

Subito mi ridestai tornando alla realtà e cercare i fogli. Mi avvicinai alla scrivania che ne era piena, ma erano tutti usati. Erano disegni, disegni stupendi, particolari. Soggetti diversi, bambini, animali e uomini tutti con un'aria triste.

Uno attirò particolarmente la mia attenzione. Una donna, anzi una ragazza. L'unico soggetto femminile in mezzo a quella miriade di opere.

Era stupenda, anche se non finita.

Vi era solo metà busto e i contorni delicati del viso con le labbra.

Erano magnifiche, riportate fedelmente, i tratti precisi gli conferivano dinamicità. Erano carnose ma sottili, gli angoli dritti che esprimevano dolore e tristezza, nascosti da una maschera inespressiva di solitudine e freddezza. Mi ricordava qualcos..

"Che stai facendo nella mia stanza?" sbottò una voce alle mie spalle che mi fece cadere il disegno a terra per lo spavento. Mi voltai con lentezza disarmante sperando di non vedere chi pensavo fosse.

Ma si sa, la fortuna non è mai stata dalla mia parte.

"Che cazzo ci fai qui?" mi domandò una seconda volta il ragazzo alzando notevolmente la voce.

Rimasi quasi paralizzata dalla visione di Zayn davanti a me con i capelli umidi, a torso nudo e con solo una misera asciugamano a cingergli i fianchi.

Cercai di trovare le parole per non farmi sgamare da lui mentre lo guardavo.

"S-stavo cercando dei f-fogli..." sbiascicai con voce tremante. Da quando Scarlett Tomlinson aveva la voce tremante..? Dovevo far qualcosa, magari tornare in me e smetterla di sbavare su quel corpo.

"Ed hai pensato bene di entrare qui senza permesso..." intervenne con tono autoritario urtandomi i nervi.

"Senti moretto, non avevo la minima idea che questa fosse la tua stanza altrimenti col cazzo che entravo" diedi voce ai miei pensieri forse esagerando anche.

"Allora perché sei qui?"

"Mi sembra di averti già risposto, i bambini mi hanno detto di cercare qui." Adesso mi era chiaro il motivo della loro ilarità. Sapevano di avermi mandato nella camera del fratello maggiore.

"Quelle due pesti..." rispose Zayn perso nei suoi pensieri. Forse stava collegando il tutto come me.

Comunque mi diede fastidio l'appellativo che diede loro, così glielo feci notare non nei modi più delicati...

"Non ti permettere di chiamarli così. Sono solo due bambini vivaci."

"Non mi venire a dire come li devo o non devo chiamare, sono sempre i miei fratelli, non i tuoi" sottolineò infastidito dai miei modi.

"Sarai pure loro fratello, ma questo non ti dà il diritto di insult.."

"E questo? Dove l'hai trovato??" mi interruppe nero in viso, più incazzato che mai raccogliendo il disegno che stavo osservando poco prima.

"Allora?" incalzò vedendo che non gli rispondevo.

"Non ti incazzare. Te l'ho detto, stavo cercando i fogli e mi è... caduto l'occhio."

"Caduto l'occhio? Ti prego, inventatene un'altra. E poi non mi hai ancora visto incazzato, bambolina. Per i miei standard, adesso sono calmo" sorrise sornione il che mi fece perdere la calma definitivamente.

"Oh che paura, sto tremando" gesticolai con le mani davanti ai suoi occhi. "Sai dove te lo puoi mettere quel tuo sorriset..."

"SCAAAR!!" mi interruppe la vocina sottile, ma leggermente stridula di Rose proveniente dal piano di sotto.

"Arrivo piccola!" le urlai in risposta.

Feci per andarmene, ma una mano del moro mi trattenne il polso facendomi voltare nuovamente verso di lui. Quando si assicurò di avere la mia attenzione, rimase qualche secondo a guardarmi. Più precisamente a fissare incessantemente le mie labbra.

"Non finisce qua bambolina" disse appena si risvegliò dallo stato di trance in cui era entrato.

"Lo vedremo" risposi strattonando il braccio che prontamente lasciò.

Mi voltai ed uscii, questa volta senza essere di nuovo trattenuta.

"Grazie per aver badato ai bambini, Scar. Ultimamente sono sommersa dal lavoro" mi congedò Trisha appena tornata.

"Non si preoccupi, è un piacere stare con loro. Sono due bambini splendidi" le assicurai mentre recuperavo le chiavi della moto dalla borsa.

"Ci vediamo domani" mi salutò la donnaaccompagnandomi alla porta.

"Certo, a domani. Buona serata Trisha!"

Non vedevo l'ora di arrivare a casa e stendermi. Dall'incontro con Zayn, una forte emicrania mi aveva assalito e non aveva intenzione di calmarsi.

Svoltai l'angolo dove avevo parcheggiato la mia ducati e ci salii sopra infilandovi le chiavi. Accesi il motore, ma non succedeva niente

Uno..due..tre volte. Non partiva. La spensi per poi riprovarci una seconda volta. Niente, non ne voleva sapere.

"Cazzo ci mancava solo questa!" sbottai infuriata dando un calcio ad un sassolino ai miei piedi immaginando che fosse la faccia del moro.

Decisi di non pensarci più e di chiamare un meccanico... Ma naturalmente anche il cellulare doveva essere scarico, altrimenti come potrei deludere il mio titolo di sfigata?!

Mi massaggiai le tempie cercando di mandare via il mal di testa, ma con scarsi risultati.

-Pensa, Scar, pensa..non posso andare a piedi perché abito dall'altro lato della città. Potrei chiamare Louis! ..se non fosse ancora in ospedale. Ruth, certo! Ah no, sta dal nuovo ragazzo di turno.-

Non mi restava che una cosa.

Ritornai davanti la porta Malik e bussai.

"Scar, tesoro che succede? Perché ancora qui?" chiese gentilmente Trisha.

"Mi scusi ancora, ma vede... la mia moto non parte ed ho il cellulare scarico. Non è che potrei chiamare un momento il meccanico?" proposi grattandomi la nuca leggermente imbarazzata.

"Certo, prego entra."

"Allora?" Mi chiese leggermente preoccupata appena finii di parlare al telefono col tecnico.

"Ha detto che non può adesso perché è troppo tardi. Passerà domani mattina."

"Allora vorrà dire che sarai nostra ospite stasera e più tardi ti accompagnerà Zayn a casa."

Fantastico, poteva andarmi meglio?

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora