・$ettimo ₡apitolo・✞

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"Mezz'ora diceva. Un'ora dopo arrivò" esclamò Ruth esasperata vedendomi arrivare in sella alla mia moto.

"Ciao anche a te" risposi mentre scendevo dal mezzo parcheggiandolo sul marciapiede opposto all'entrata del locale.

"Hey Scar, Ruth, da quanto tempo!" ironizzò James, il buttafuori di quel locale che ci vedeva lì ogni settimana da ormai due anni.

"Già, una settimana è lunga da sopportare senza di noi" rispose Ruth usando lo stesso tono ironico. James ci sorrise e ci fece strada nel retro, nella parte più intima della discoteca.

Dopo aver posato i nostri giubbini nell'area addetta, ci avviammo al bacone ordinando due Jack Daniel's, giusto per iniziare in bellezza la serata.

"Harry!" esclamò felice Ruth all'improvviso, mentre io stavo bevendo il mio drink, che a sentire quel nome, mi andò di traverso facendomi tossire.

Cosa? Harry??

"Ciao" rispose il ragazzo mentre la mia amica lo assalì al collo. Era bello come la sera prima, i capelli tirati indietro in una bandana nera, vestito con uno skinny jeans nero che gli fasciava perfettamente le gambe magre e leggermente storte, una camicia bianca e tutta la sua stronzaggine.

Sembrò non notarmi e non mi dispiaceva. Rimasi in un angolo in disparte a guardare tutta la scena sdolcinata. Se si fossero lasciati, come aveva detto il riccio, perché si stavano baciando e ballando appassionatamente come se io non esistessi e non fosse successo nulla solo la sera prima?

Dopo una mezz'ora abbondante che vide protagonisti i due piccioncini, questi si avvicinarono al bancone su cui ero appoggiata, circondata dai miei ultimi drink a base di vodka alla pesca. Ruth sembrava stanca, mentre Harry sembrava essere appena uscito da una doccia rigenerante. Forse passare da una ragazza ad un'altra dopo averle usate per i suoi scopi, lo faceva rinsavire. Come volevasi dimostrare, non era molto diverso dagli altri.

"Hey Scar sei sparita" disse Ruth tra un sospiro affannato e l'altro cercando di recuperare fiato, dopo i balli scatenati in cui si erano buttati. A fianco a lei ci raggiunse Harry con un sorriso smagliante sulle labbra, che si trasformò in un'espressione indecifrabile appena i nostri sguardi si incrociarono. Era sbiancato e potevo leggere tra i suoi occhi smeraldo, un pizzico di senso di colpa e dispiacere.

"Amore, ti ricordi di Scar? Vi siete conosciuti ieri al locale di Liam" disse eccitata la ragazza mentre tentava di far ricordare Harry.

Amore?! Ma che cazz..

Dopo quella serata, non mi avrebbe dimenticata facilmente, ci poteva giurare.

L'ha chiamato addirittura amore! Quindi erano tornati di nuovo insieme, o non si erano mai lasciati? Che confusione!

"Ciao, ti ricordi di me? Scar, giusto?" domandò con disinvoltura il riccio.

Ti ricordi di me? Scar, giusto?

Ma come si permetteva! Ne avevo conosciuti di stronzi, ma lui li batteva tutti. Almeno gli altri non mi avevano fatto credere di essere single solo per avere una scopata gratuita!

-Questa non te la faccio passare liscia- pensai tra me e me.

"Si, tu sei Harry, se non mi sbaglio. Un ragazzo bello come te non si può dimenticare facilmente!" risposi con finta aria da brava ragazza innocente.

Lui sembrò rilassarsi e mi sorrise come per ringraziarmi, forse pensando che gli avrei retto il gioco, ed era quello che volevo fare, almeno fino a quando non avrei ottenuto la mia vendetta personale

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Lui sembrò rilassarsi e mi sorrise come per ringraziarmi, forse pensando che gli avrei retto il gioco, ed era quello che volevo fare, almeno fino a quando non avrei ottenuto la mia vendetta personale.

"Ruth, ti dispiace se ballo un po' con il tuo ragazzo? Sai, fino a quando non ti sei ripresa un po', poi sarà tutto tuo."

Inizialmente, la ragazza mi guardò con aria sospettosa per quel mio cambio d'umore improvviso.

Mi avvicinai al suo orecchio in modo che il riccio non potesse sentirci.

"Vorrei conoscerlo meglio per darti la mia opinione su di lui" le sussurrai e lei annuì contenta che finalmente provassi a comunicare con uno dei suoi ragazzi senza disapprovarli subito.

Presi la mano del riccio e lo portai in mezzo alla folla che ancora ballava sulle note di Animals di Martin Garrix.

Appena ci allontanammo abbastanza dagli occhi indiscreti delle persone e soprattutto di Ruth troppo impegnata a conversare con James, mi avvicinai al ragazzo con fare malizioso.

"Pensavo fossi arrabbiata" disse sollevato. Non aveva la minima idea di cosa gli sarebbe spettato.

"Io? Perché?" esclamai sorpresa, fingendo di non capire.

"Sai, ti ho pensato molto oggi. Una notte come quella di ieri non si dimentica facilmente" mi sussurrò all'orecchio con tono malizioso e carico di lussuria mentre mi cingeva i fianchi con le sue grandi mani e annullava la distanza fra noi.

Un violento e per niente delicato schiaffo gli colorò la morbida guancia dalla pelle delicata.

"Cazzo, Scar!" urlò in preda al dolore e confusione toccandosi la parte arrossata.

"Nei miei vent'anni di vita, ho già avuto abbastanza merda dalle persone. Non accetterò più lo stesso trattamento da qualcun altro senza reagire." Improvvisamente quella stanza diventò troppo stretta per me e il calore che emanavano i corpi ubriachi delle persone, non era niente in confronto alla rabbia che ribolliva in me.

"Perché non lo capisci? Tu mi piaci veramente" disse addolcendo il suo tono. "Sei diversa dalle solite ragazze con cui sono stato e mi dispiace per Ruth, ma stasera ho accettato di uscire con lei solo nella speranza di rivedere te" sbottò il riccio alle mie dure parole.

"Sei uno stron.." Non riuscii nemmeno a finire di pronunciare l'insulto che il sapore delle sue labbra mi travolse appena Harry le fece combaciare alle mie.

In quel momento non sapevo che dire o fare, l'unica cosa che sentivo era tutta la rabbia che poco prima mi inondò, dissolversi e trasformarsi in confusione, una profonda, immensa confusione.

Non riuscii a pensare che altro fare se non voltargli le spalle e allontanarmi, scappare da quel viso dai tratti semplici e quasi angelici. Ma si sa, gli angeli non camminano sulla Terra e lui di quegli esseri, aveva solo l'aspetto.

"Scarlett!" mi richiamò il ragazzo, ma non ci feci molto caso poiché concentrata a correre via dalle sue labbra che in poco tempo, erano come una calamita.

Mi sentì chiamare più volte da quella voce roca con la speranza di farmi fermare, ma ottenne solo il risultato contrario raccogliendo le poche forze che mi rimanevano per poter correre ancora più veloce, sperando di trovarmi al più presto possibile lontana da quell'incubo.



・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora