∙₮rentanovesimo ₡apitolo∙✞

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"Che fine hai fatto ieri sera? Non ti ho proprio vista" mi chiese Ruth fiondandosi su di me appena entrata nel locale di Liam.

"Mi dispiace non averti avvertita, ma non mi sono sentita molto bene e me ne sono andata" le spiegai mentre pulivo un tavolo per i prossimi clienti.

"Ti ho cercata per tutta la serata. Per fortuna che con me c'era Niall altrimenti chi sa che fine avrei fatto" disse riferendosi alle sue famose bevute senza freni.

"Mi dispiace davvero. Sarà per la prossima volta."

Lei annuì e si girò intorno alla ricerca di qualcuno.

"Se continui così, ti verrà il torcicollo!" dissi ridendo.

"Non mi sfottere, bionda. Sto cercando Niall, ma non lo vedo da nessuna parte" spiegò con un tono basso, forse deluso.

Alzai gli occhi al cielo davanti alla sua disperazione, ed in quel momento promisi a me stessa di non ridurmi mai così per nessuno, e così sarà.

"Sei proprio andata!" sbuffai divertita.

"Merda si! E la cosa peggiore è che mi sta bene..." disse scoraggiata ma con un sorriso sulle labbra che contagiò anche me.

"Scar, il tuo turno è quasi finito. Servi quel gruppo di ragazzi e poi vai a divertirti" parlò Liam con la sua solita voce dolce e rassicurante.

"Agli ordini capo!" imitai il saluto militare e mi diressi al tavolo che mi aveva indicato poco prima Liam.

Mentre mi avvicinavo, potevo sentire lo sguardo di quei morti di figa fare la radiografia completa del mio corpo, lasciato abbastanza in mostra dalla stupida divisa che dovevo indossare.

"Che cosa volete?" chiesi scocciata e sbrigativa. Non vedevo l'ora che il mio turno finisse per divertirmi anche io e non pensare a niente per qualche ora.

"Te nel mio letto e possibilmente senza vestiti" esclamò un ragazzo con i capelli castani mentre quelli che dovevano essere i suoi amici seduti intorno a lui gli battevano il cinque e lo incoraggiavano. Cazzoni.

"Ok. Se hai finito di dare sfogo alle tue fantasie impossibili, ripeto la domanda. Cosa vi porto?" ridomandai più spazientita di prima.

"Perché impossibile? Una come te non dovrebbe farsi troppi problemi per una sana scopata. E mi sa che ti servirebbe pure."

"Una come me?" chiesi sapendo benissimo che intendesse.

"Esatto tesoro, una come te. Una troia" rispose tranquillamente mentre gli altri suoi amici se la ridevano.

Non sapevo se giudicarlo patetico o avere pietà per uno come lui.

Mi avvicinai maggiormente a lui e gli sorrisi, il sorriso più falso e sensuale che potessi fare.

Mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe ed iniziai a strusciarmi su di lui. Non ci volle molto per sentire la sua erezione gonfiarsi attraverso i pantaloni.

"Sai, hai proprio ragione. Non so cosa mi sia preso prima, ma ho proprio bisogno di scopare." Il ragazzo sgranò gli occhi sorpreso dal mio repentino cambiamento, per poi appoggiare le sue mani viscide sui miei fianchi e sorridermi malizioso. Avevo attirato sia la sua che l'intera attenzione dei suoi amici e anche di qualcuno che ballava vicino a noi che si godeva la scena curioso.

Passai con le mani a toccargli le spalle, scendendo giù verso le braccia, i pettorali, gli addominali e, per sua gioia e sorpresa, infilai una mano nei suoi pantaloni, iniziando a massaggiare la già dura erezione.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora