・Venticinquesimo ₡apitolo・✞

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"Allora?!" mi chiese Zayn appena chiuse la porta della camera di Gabrielle e si girò verso di me.

"Allora cosa?" sbottai infastidita intrecciando le braccia al petto ed alzando un sopracciglio incoraggiandolo a continuare.

"Perché fingi di stare con quel tizio?" domandò all'improvviso.

"Io non sto fingendo. Io ed Harry stiamo... insieme" spiegai con tono incerto. Era strano anche per me dirlo e non sapevo se lo avevo detto perché lo pensavo veramente o perché volevo convincere entrambi.

"Ma per favore... si vede lontano un miglio che non te ne potrebbe fregare di meno di lui" esclamò con tono calmo. Il contrario del mio che stavo iniziando a scaldarmi.

"Ma come cazzo ti permetti di venire qui a dirmi come sono o non col mio ragazzo. E poi a te che ti frega?" risposi irritata.

Lui sembrò essere colpito dalle mie parole, e quei secondi di silenzio che seguirono dopo, non fecero altro che farmi pentire del tono che avevo usato.

"Mi dispiace per aver alzato la voce" dissi cercando di alleviare i sensi di colpa "ma non puoi insinuare certe cose e farmi una scenata di gelosia. Non sei il mio ragazzo" dissi dolcemente avvicinandomi a lui per guardarlo negli occhi.

La sua risposta fu un sussurro quasi incomprensibile, ma io avevo sentito. Lo avevo sentito bene. Ma non mi lasciò nemmeno il tempo di realizzare quelle parole che subito il ragazzo si fiondò su di me spingendomi sulla porta e inchiodando le mie braccia ai lati della mia testa.

Ci guadammo negli occhi e credetti per un momento di potergli leggere l'anima.

Ma mi sbagliavo. Lui un'anima non l'aveva. Lui era dannato, esattamente come me.

L'avevamo venduta al diavolo illudendoci che non ci servisse più, almeno fino a quando non ci incontrammo.

Da quel momento mi pentii subito di aver fatto una scelta tanto stupida.

Donare la mia anima, al diavolo o chiunque sia, pensando di non meritarla. Ma in quel momento era così. Lui, Logan, aveva firmato e suggellato quel patto tra me e Satana.

Gli avrei donato l'unica cosa mia, l'uinca cosa che mi era rimasta, l'unica cui potevo aggrapparmi in casi come questi. Ma ormai era troppo tardi. Troppo tardi per la mia anima. Troppo tardi per l'amore. Troppo tardi per me. Troppo tardi per lui. Per noi.

Distolsi gli occhi dai suoi petrolio per paura che invece fosse lui a leggermi dentro.

Ma come lui, anch'io ero vuota e anche in quel caso non ci avrebbe trovato niente. Solo oscurità, scelte sbagliate, rimpianti, paura nascosta sotto cumuli di troppe lacrime trattenute e mai versate e oscurità. Un'immensa distesa di oscurità che ricopriva ogni cosa che trovava per la sua strada e distruggeva al suo passaggio.

Mi feci forza ed alzai nuovamente lo sguardo per ritrovarmi incastonata tra il nero dei suoi occhi. Di nuovo.

Stavolta però c'era qualcosa di diverso. Qualcosa. Non era il solito nero carbone che mi rapiva cercando di leggerlo dentro, come se fosse un libro con una copertina solo un po' più complicata da aprire. No, potevo vedere qualcosa, un luccichio. Una piccola e fioca luce all'interno delle sue pupille. Un piccolo fuoco che gridava di essere acceso, di essere nutrito, e per un secondo pensai che potessi essere io quel fiammifero, quella benzina che avrebbe scatenato l'inferno nelle sue iridi. L'inferno da cui insieme avremmo recuperato le nostre anime per donarle all'altro. Sempre e per sempre.

Forse non era poi così tardi per me, per lui, per quel noi tanto atteso, tanto desiderato eppure tanto atteso.

Stavolta fu lui a distogliere gli occhi da quell'incantesimo che si era creato tra noi per qualcosa che pochi secondi. Ma io l'ho visto, quel luccichio, quella luce. L'ho visto il fuoco che bruciava in lui. Aveva ustionato anche me, le mie cicatrici interne ne erano la prova.

Quello che avrebbe mandato a puttane tutto il lavoro su me stessa per non soffrire, per chiudermi al mondo, per cancellare ogni ricordo, ogni immagine che prima era fonte di dolore o un sentimento qualsiasi che avrebbe smosso il cassetto in cui erano seppelliti, sigillate tutte le mie emozioni che mi ero negata in due anni per essere come sono adesso. Fredda come il ghiaccio. Ma si sa, al minimo calore, il ghiaccio si scioglie, e lui non era solo calore, era fuoco, fuoco puro e semplice, di quelli impossibile da estinguere nemmeno con l'acqua di tutti gli oceani esistenti sul pianeta.

Lui era l'esempio perfetto di Eraclito. Tutto ha origine e fine nel fuoco. Lui aveva origine nel fuoco e per lui ero pronta a buttarmici nelle fiamme in cui ardeva, solo per essere arsa viva con lui.

Bruciata con lui.

Si avvicinò di più al mio viso lentamente per darmi il tempo di scappare o pentirmi di quello che stavamo facendo, ma se sapeva leggermi bene, non avrebbe trovato il minimo segno di pentimento. Non sarei scappata, non in quel momento.

Si accostò sempre più ma, appena le nostre labbra si sfiorarono, Zayn cambiò il percorso della sua bocca, spostandosi verso il mio orecchio.

"Credo che i dieci minuti siano passati" mormorò per poi staccarsi da me ed aprire la porta.

Si girò un'ultima volta verso di me, osservando soddisfatto l'effetto che mi aveva provocato, e poi uscì lasciandomi impietrita.

"Cosa cazzo è successo..."

Nonostante il tempo fosse scaduto da un pezzo, rimasi in quella stanza ancora per un po' cercando di assimilare l'accaduto e soprattutto darmi una spiegazione.
Non riuscivo a capire perché, quando stavo con lui, perdevo il controllo di me stessa e delle mie azioni. Non mi era mai accaduto con nessuno, nemmeno con Logan. Con lui avevo sempre gli occhi ben aperti, solo che in quel caso ero accecata dall'amore o qualsiasi cosa fosse. Eppure mi ronzavano ancora in testa le parole del moro che pronunciò impercettibilmente. <<Non ancora, piccola.>>

Con quell'escamazione, aveva appena ammesso di voler essere il mio ragazzo. Cercai di ricompormi e, dopo essermi rinfrescata in bagno, raggiunsi il salotto dove gli altri stavano tranquillamente ridendo ignari dell'accaduto.

"Hey tutto bene? Sembri sconvolta..." mi venne incontro Harry tra le sue braccia.

"Ehm? Ah si.. sto bene, non ti preoccupare. Forse la vodka mi ha dato alla testa" sorrisi tirata cercando di essere abbastanza convincente.

Lui sembrò crederci e mi riportò di nuovo a terra, nella stessa posizione di qualche minuto prima. Solo che rispetto a quel momento, qualcosa era cambiato. Zayn non si trovava più sul divano di fronte a me, ma appoggiato al muro mentre stava baciando con molto, forse troppo trasporto, una biondina palesemente tinta.

Stavano nella stessa posizione in cui ci trovavamo noi qualche minuto prima. Sapevo che l'aveva fatto a posta, le occhiate che mi lanciava all'improvviso sempre continuando a baciarla ne era una chiara dimostrazione.

Mi stava provocando.

Lo risposi alla stessa maniera fiondandomi sul corpo tonico di Harry. La mia azione repentina close il riccio di sorpresa facendoci cadere entrambi all'indietro sul pavimento con le nostre labbra incollate.

"Hey uragano che ti è preso?" parlò ad un soffio dalle mie labbra con un tono per niente dispiaciuto.

Gli sorrisi maliziosamente per poi sussurrargli un "ho voglia di te".

Colse le mie parole nel modo giusto, sorridendomi e alzandosi da me. Mi allungò il braccio e mi portò alla sua altezza per poi condurmi al piano di sopra.

Prima di seguirlo, mi voltai un'ultima volta. Gli sguardi di tutti erano puntati su di noi e c'era chi esclamava un "vai così Harry!" e un "falle vedere che sa fare il mio cuginetto" da parte di Gabrielle.

Ai loro sguardi si unì anche quello di Zayn che aveva ignorato la bionda per vedere tutta la scena. I suoi occhi erano fuoco per la rabbia e le pupille dilatate che sembravano più scure del normale.

Allontanò con un gesto brusco la ragazza che rimase sorpresa e scioccata dal suo improvviso cambio d'umore.

Volse un'ultima volta lo sguardo su di me, prima di uscire di casa sbattendo sonoramente la porta.

Stranamente non rimasi soddisfatta della sua reazione, ma mi assalirono migliaia di sensi di colpa.

Ilmio obiettivo era ricambiarlo alla sua stessa maniera, ma l'unica cosa che mi rimaseera la voglia di seguirlo accompagnato dalla vocina nella mia testa che nonfaceva altro che ripetere: -Sei unastronza. Sei una stronza.

・฿urn ₩ith Me・Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora