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Ci sistemammo finalmente in una stanza. Harry si sdraiò sulla schiena, respirando a malapena dato che gli faceva male quando il diaframma si espandeva nel suo torace. Sapevo di avere gli occhi gonfi perché riuscivo quasi a sentire le lacrime bagnate e salate solleticare la pelle attorno ad essi.

Marco salì le scale, solo per poi scoprire che avevo chiuso la porta a chiave. Il suo costante bussare mi agitò più di quanto già lo fossi, ma mentre mi pulivo le lacrime dalla faccia, mi sistemai per curare le ferite di Harry.

Trovai un elastico con il quale mi legai i capelli dato che mi davano fastidio sul viso. Le mie mani tremavano un po', ma volevo usare tutta la mia forza emotiva per spingere via il dolore.

Slacciai i bottoni della camicia nera di Harry, tirando gradualmente i lati per rivelare il suo stomaco tonico pieno di lividi. Chiusi gli occhi per un breve momento dopo aver assistito agli orripilanti lividi viola che sembravano che avrebbero potuto soffocarlo dentro.

Le mie mani fecero scivolare delicatamente il tessuto lungo le sue spalle. La pelle calda sotto i miei palmi sembrava fragile; una parola mai usata per descrivere qualcosa che appartenesse relativamente alla personalità di Harry o al suo aspetto fisico.

La tolsi dal suo corpo, gettandola a terra per il momento. Le chiazze di sangue sul suo naso diventarono troppo per me da guardare, quindi usai un piccolo asciugamano che avevo trovato in bagno. Lo bagnai un po' in modo da poter pulire le macchie sul suo viso.

Mi sistemai sul letto, mettendomi in ginocchio accanto a lui. Mi sporsi in avanti per guardargli meglio il viso, pieno di lividi e chiazze di sangue.

Fortunatamente, aveva smesso di sanguinare. Picchiettai delicatamente con l'asciugamano le sue labbra, i miei occhi lo guardarono per un breve momento. I suoi occhi fissavano il soffitto, facendolo sembrare perso e pensieroso.

Picchiettai la zona sotto il suo naso. Sotto il ponte c'era un livido evidente. Lo sfiorai leggermente con le dita, accigliandomi come risultato.

Lui non si lasciò sfuggire nemmeno un sussulto quando continuai a pulire le sue ferite. Sulla sua mascella c'erano dei lividi ovviamente dolorosi, più di quanto facesse male a me guardarli.

Mentre continuavo a pulire il suo viso, non mi guardava per nessuna ragione al mondo. Anche quando toccai un punto sensibile, e sapevo che avesse provato dolore, non mi guardò. Rimase in silenzio.

Mi mossi più in giù sul letto finché le sue dita avvolsero il mio polso. Il mio stupore diventò evidente quando spalancai gli occhi e dischiusi le labbra. Lo guardai mentre faceva scivolare la sua mano finché fu nella mia, tenendola semplicemente. Questo fu tutto quello che fece.

Tornai a prendermi cura di lui come meglio potevo, con una sola mano considerando che l'altra era occupata dalla sua. Un sospiro lasciò le mie labbra. L'asciugamano umido e fresco pulì ogni chiazza di sangue rimasta sul suo viso.

Il suo fiato era corto, e la cosa mi fece preoccupare. Le gravi contusioni intorno alla gabbia toracica ed al suo stomaco gli rendevano difficile la respirazione. Feci scorrere le mie dita attraverso i suoi capelli, fermando le mie cure per un momento in modo da confrontarlo.

Poi, la mia mano libera toccò leggermente la zona intorno alla sua gabbia toracica per vedere se ci fosse qualcosa di insolito oltre ai lividi. Dissi piano, "Non respirare così, incoraggerai il tuo corpo ad andare in iperventilazione."

Questa volta, mi guardò ed io aggiunsi, "So che fa male, ma è pur sempre meglio di farti soffocare."

Harry seguì il mio consiglio ed inspirò ed espirò profondamente, serrando la mascella. Dio, il padre spietato che avevo lo aveva ferito così tanto che non riusciva nemmeno a respirare decentemente. Mi accigliai e per un momento, dovetti lasciare la sua mano per alzarmi dal letto e prendere altri piccoli asciugamani.

Dust Bones (Punk Harry Styles) [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora