H A R R Y
Savannah aveva proposto delle informazioni intelligenti. Era sveglia, senza dubbio. Però, continuava a non piacergli per aver insultato Catalina. Forse si stava comportando in modo infantile e portava un po' di rancore, ma non gli piaceva per niente. Gli era riconscente per il suo aiuto, ma non lo avrebbe mai mostrato.
Si sedette in silenzio sul bordo del letto, i suoi capelli erano bagnati e la sua pelle splendeva per le gocce d'acqua a causa della doccia recente. Indossava solo un paio di pantaloni neri. Gli erano rimaste poche energie e la sua pazienza se ne era già andata da tempo. Chiuse gli occhi e inspirò, respirando nella pace della sua mente prima che tornasse a lavorare.
Lo sapeva. Sapeva com'era con lei. Con tutto ciò che lo tenevano lontano dalla sua vita. Solo Dio sapeva cosa gli era successo quando l'aveva vista cadere da quell'albero. Perché lui non lo sapeva. Ed era per questo che non vedeva l'ora di trovarla. Stava perdendo la sanità mentale. Dopotutto, lei era tutto ciò che non aveva mai avuto.
La porta si aprì con uno scricchiolio ed entrò la bellezza dalla pelle color caramello con il suo ghigno arrogante. Harry la guardò brevemente, irritato per la sua mancanza di rispetto per la privacy, ma non poteva essere un ipocrita. All'inizio aveva fatto lo stesso con Catalina. Tutte quelle volte che gli aveva detto di allontanarsi, amava vederla agitata.
Harry non disse niente, la guardò senza l'intento di socializzare, ma lei aveva altri piani.
"Hai bisogno di aiuto, Harry," affermò, il ghigno non lasciò mai il suo viso. "Davvero. Voglio dire, l'amore è una cosa così... immaginaria. Pensavo che le persone come noi fossero un po' più immuni?"
Lui si alzò, rifiutandosi di rispondere mentre allungava una mano verso un cassetto per afferrare una t-shirt bordeaux. Savannah lo guardò attentamente, ammirandolo, ma si limitò a rimanere in piedi per poi incrociare le braccia sul petto. Era veramente interessata a farlo agitare un po'.
"Com'è?" Chiese e Harry girò di scatto la testa nella sua direzione. "Sai... questa Catarina."
Harry sbuffò e sbottò, "Levati dal cazzo, ora."
"Woah," si accigliò ironicamente, alzando le mani come falso segno di difesa. "Per favore, vacci piano. Era solo una domanda."
"Fai troppe domande." E quando lo disse, gli venne in mente Catalina e sentì di nuovo un vuoto pieno di rabbia e disperazione.
"Okay, ascolta," sospirò. "Sto solo scherzando. Dobbiamo sbrigare alcune faccende. Partiamo adesso."
"Ora? In pieno giorno?" Domandò, già impaziente. Forse si fidava un po' troppo di quelle persone. Che ne sapeva lui se Louis era veramente in competizione con Fray? In fin dei conti, però, non era preoccupato né per loro né per sé stesso. Solo per Cata.
Savannah annuì, ridendo quando affermò, "Louis è un po' avventato. Adolescente e criminale allo stesso tempo. -- preparati, Styles."
Harry afferrò una pistola, spingendola nella tasca posteriore. Non gli importava dei capelli bagnati mentre si affrettava verso le porte e sorpassava Savannah, che mormorò qualcosa sotto i baffi. Niente di cui gli importasse.
Louis indossava un passamontagna nero e, con divertimento, ne offrì uno a tutti gli altri. Alcuni uomini ne presero volentieri uno, ridacchiando con Louis finché lui sbottò, "Ora tornate a lavorare, cazzo."
Harry scosse la testa e decise di non indossarlo. Si passò le mani sul viso per la leggera frustrazione, serrando la mascella sul punto di rompere le mura. Aveva bisogno di prenderla. E se fossero sul punto di ucciderla, e se avesse ceduto e avesse detto i codici? E se se ne fosse andata... aveva paura di non vedere l'ora di scoprirlo e lasciare che il dolore iniziasse.
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Dust Bones (Punk Harry Styles) [Italian translation]
FanfictionLavorando per un leader mondiale della mafia, Harry sa come uccidere, come cercare le sue vittime, e come evitare compagnie di qualsiasi tipo. Lui è il migliore in ciò che fa. Ed ogni cosa che fa diventa problematica quando gli viene assegnato di pr...