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Tenevo una bottiglia d'acqua refrigerata in una mano ed un sacchetto di ghiaccio nell'altra. La casa sembrava vuota, insolitamente silenziosa a causa della mancanza di uomini in giro per il momento.

Avevo passato la maggior parte della giornata con Harry ed i suoi lamenti sul prendermi cura di lui.

Aprendo la porta, alzai lo sguardo per trovarlo mentre si alzava con grande sforzo. La sua mascella serrata e la linea dura che aveva formato con le labbra lo resero evidente. Sospirai pesantemente e lasciai cadere pigramente le spalle.

"Harry, ti ho detto di smetterla di cercare di alzarti," mi lamentai leggermente frustrata, però avevo per metà accettato il fatto che non si sarebbe arreso facilmente.

Grugnì leggermente e cercò di stare dritto. Una volta che si sistemò sui suoi piedi, disse, "Sto bene."

Mi affrettai verso di lui, posando la bottiglia d'acqua e il pacchetto di ghiaccio sul comodino. Allungai le mani per aiutarlo, ma lui scosse la testa e avvertì, "Cata."

"Ti farai del male," insistei. "Hai bisogno di riposare."

Harry aggrottò le sopracciglia ed ignorò ostinatamente la mia affermazione, continuando a camminare verso il bagno. Non potevo credere che nonostante fosse così ferito, si stesse sforzando.

In bagno, avendolo seguito, si slacciò la cintura ed abbassò la cerniera dei jeans, mettendosi davanti al gabinetto.

"Ti va di guardarmi pisciare?" Sputò Harry sarcasticamente mentre era girato.

Non mi dava fastidio come prima, quindi mi limitai a roteare gli occhi al cielo e rimanere davanti al lavandino per lavare almeno il mio viso esausto.

"Stavo solo scherzando," disse poi, come se pensasse che lo avessi considerato duro nei miei confronti.

Aprii il rubinetto e mi guardai allo specchio. Il mio viso era pallido, le mie palpebre erano colorate di un rosa leggero a causa del pianto eccessivo. I miei occhi avevano dei cerchi scuri e i miei capelli assomigliavano al culo di un ratto terribile. Non riuscivo a continuare a guardarmi allo specchio, quindi abbassai lo sguardo sull'acqua che scorreva.

"Lo so," mormorai, chinandomi per lavarmi il viso. Ma non potei più farlo quando un paio di mani afferrarono le mie braccia. Mi allontanò dal rubinetto e mi fece girare.

Tracciò la mia guancia con il suo pollice ed io lo guardai con un cipiglio.

"Dovresti dormire," gli dissi a bassa voce.

"Ho dormito abbastanza," borbottò, allungando la mano dietro di me per chiudere il rubinetto. "Ma se proprio insisti, dovrai raggiungermi."

"Non posso dormire," sospirai. "Mio padre potrebbe chiamarmi o qualcosa del genere."

Harry fece scivolare la sua mano nella mia, il suo pollice iniziò a massaggiare le mie nocche. "Se ti chiamasse, sono sicuro che lo sentiremmo."

"Harry --"

"Basta. Lui ti sta solo permettendo di prenderti cura di me in modo da potermi usare più tardi. Non ti chiamerà per niente finché sarò guarito."

Esitai. "Non mi chiamerebbe neanche solo per parlarmi. Ma va bene. Non voglio nemmeno vederlo."

I suoi occhi verde chiaro mi guardarono intensamente, le sue sopracciglia si aggrottarono. "Non ti sentire respinta da tuo padre. Potrebbe sembrare un insensibile, ma non gli è mai importato di nessuno più di te. Aveva il diritto di colpirmi. Lui si fidava di me ed io stavo preparando un piano contro di lui."

Ero troppo stanca per dire altro, o addirittura processarlo, ma potevo capire perché Harry si sentisse in quel modo. Perché era un uomo di parola, e quando dimostrava il contrario, sembrava che la cosa lo influenzasse. Però, non desideravo comunque vedere mio padre al momento.

Dust Bones (Punk Harry Styles) [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora