XXXVII

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Portai Gioia da Silvia e dopo aver preso un taxi arrivai all'aereoporto. Non avevo ancora avvisato mia madre della mia visita. Era passata una settimana dal mio primo concerto ed ora mi preparavo per tornare a New York per le prossime settimane. Passai il passaporto nella macchinetta e mi diressi verso il mio volo, trascinando la mia valigia pesantissima. Stringevo tra le mani il Cd di Federico ed il mio iphone controllando ogni due minuti l'orario. "Oddio! Possiamo farci una foto??" due ragazze mi vennero in contro abbracciandomi gridando il mio nome. "Certo" imbarazzata presi il loro telefono e scattai. Orribile. Venivo sempre male nelle foto, ed ora mi toccava anche farmele con persone a me sconosciute. "Ci saluti fedez?? É il nostro idolo!!" annuii e le ragazze si allontanarono, lasciandomi di nuovo sola. Era troppo strano per me avere delle "fans" se così potevano definirsi.

America: "due fans ti salutano, mi sono imbattuta in due gianni. Nella foto sono venuta uno schifo!!"

Inviai il messaggio a Federico entrando nel bar.

Federico: "sono contento di non essere l'unico. A parte questo, tra quanto parti?? Io stasera ho l'ultimo concerto e poi vacanzeeee!!"
America: "tra mezz'ora... Dove vai di bello???"
Federico:"Hon kong con Giulia e poi alle Seychelles, purtroppo non tutti possono permettersi New York!!"
America: "ahah spiritoso, non sapevo che eri un tipo da Cina, gamberetti fritti e roba varia..."
Federico: "infatti l'ho fatto per Giulia"

Mi si chiuse lo stomaco e buttai la metà del cornetto che avevo comprato. Ogni volta che parlava di giulia, mi passava per la mente il nostro bacio, "in un'altra vita potrei amarti" e i nostri abbracci.
America: devo partire, ci sentiamo.
Federico: ma non era tra mezz'ora???

Bloccai il cellulare e girovagai per l'aereoporto, pensando e ripensando che stavo sbagliando tutto.
"L'ereo 078 della linea C-D Milano-New York parte tra 5 minuti. Ripeto Milano-New York tra 5 minuti." presi la valigia e mi diressi all'aereo.

Ore di viaggio interminabili. Amavo viaggiare ma l'aereo era sempre noioso.
Dopo 18h circa arrivai a New York alle 20 e mezza, che corrispondevano all'una di notte dell'ora italiana.
New York era come sempre illuminata, il vento mi scompigliava i capelli sciolti e con la folla per strada mi sentii di nuovo a "casa". Riconobbi il bar della domenica mattina, il parco e il solito marciapiede che mi portava a casa. Fermai un taxi che mi portò alla mia umile e vecchia dimora.
La casa era sempre la stessa. Solite rose coltivate dalla nonna, la solita cassetta delle lettere sempre piena Perché la mamma dimenticava spesso di controllare l'arrivo di qualche bolletta e perché no, anche delle riviste, dove da piccola ritagliavo le foto dei miei idoli.
Attraversai il vialetto e arrivai alla porta. Bussai e attesi, "arrivo!!" gridò mia madre ed io sorrisi risentendo la sua voce.
"Non compriam- America!!!" mia madre mi si buttò letteralmente addosso, piangendo. "Mamma ora calmati, non piangere!!" risi mentre cercavo di entrare con la valigia. "Ma non ci hai avvisato!" protestò mia nonna abbracciandomi e baciandomi su entrambe le guance "volevo farvi una sorpresa! Resto qui per qualche settimana, poi torno a Milano per lavoro" "beh allora dobbiamo festeggiare!! Ordiamo del sushi o delle pizze??" chiese mia madre portandomi la valigia nella mia vecchia camera da letto, "mamma, posso mangiare qualcosa cucinato dalla nonna?? Per colpa dei tour sono giorni che non mangio un pasto decente!" dissi buttandomi sul divano. La casa non era cambiata, in fondo era passato un mesetto dalla mia partenza. Mi tolsi il giubbotto di pelle e andai nella mia camera, mentre la mamma e la nonna mi accontentavano iniziando a cucinare qualcosa. La mia camera era buia, sembrava fosse passato un secolo. Aprii la porta del balcone che affacciava sul giardino, e permisi alla luce della mia città di entrare nella stanza. Il letto era comodissimo, proprio come lo ricordavo, tolsi un po' di vestiti dalla valigia e mi feci una doccia infilando il pigiama. Legai i capello in una coda e il display si illuminò: Federico.
"Pronto?" "Mare" disse con una voce assonnata "fede?Successo qualcosa?" chiesi preoccupata "no, volevo sapere se eri arrivata, hai viaggiato sola... " fece uno sbadiglio e in quel momento mi ricordai del fuso orario. "Fede ma che ore sono da te?" "ah.. Quasi le 3, parlo piano Perché se no sveglio Giulia." "capito, torna a dormire, parliamo domani" "va bene.. Buonanotte Mare" "buonanotte Federico" chiusi la telefonata, e andai a cenare.
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"E ti presenti cosí?? Senza avvisare??" sbraitò Jenna una volta uscite da casa sua. Mi ero presentata a casa sua senza avvisare, proprio come avevo fatto con mia madre, e per poco non le veniva un colpo. "Era una sorpresa, non potevo avvisarti" "e va bene, ti perdono solo Perché sei mia amica, allora Federico come sta?" "oh bene, é sulla cresta dell'onda.." "beh io ho sentito il tuo singolo e anche Luke, sei stata bravissima cazzo. Molte persone l'hanno sentito qui, nonostante fedez sia un cantante italiano" "spero solo che non mi riconosceranno" "boh Ame comunque Luke ci aspetta nel parco" "sarà strano rivederlo, non ci siamo cagati per un mese intero" risi, anche se mi dispiaceva.
Era seduto su una panchina, i soliti capelli spettinati e quegli occhi verdi che facevano invidia a tutti. Di solito due amiche hanno un migliore amico, e statisticamente il migliore amico é il solito sfigato troppo nerd che pensa di trovare una soluzioni alle liti delle due ragazze. Ma fortunatamente, e al tempo stesso sfortunatamente, Luke era sempre stato un figo della Madonna.
Ci vide da lontano e ci sorrise alzandosi e venendoci in contro. Aveva una canotta bianca e sopra una giacca di jeans strappata. "Bentornata Erica!!" era da più di 10 anni che aveva tolto "Ame" al mio nome, soprannominandomi Erica. Mi abbracciò forte, e capii che un po' mi era mancato. C'era per lo più imbarazzo, Jenna invece lo abbracciò senza preavviso "ma voi due non vi eravate lasciati?? State di nuovo insieme!?!" chiesi sorridendo e indicandoli "nono, cioé no." disse nervosa "no Erica, non funzionava" spiegò tranquillo Luke passandosi una mano tra i capelli biondi. "Ragazzi io tra meno di sette minuti devo essere a lavoro, cavolo, ci vediamo più tardi, magari usciamo!!" gridò Jenna iniziando a correre, lasciando me e Luke da soli totalmente imbarazzati.

Scusate se non é un granché, ma ho avuto vari problemi. Vi chiedo scusa❤.
Buonanotte❤❤
Fedez22†

Io tua, tu mio. •Fedez•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora