2. Reggiseni e incontri

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Scesi le scale, disorientata.

Da che parte era la cucina? Mi passai una mano tra i capelli, che di prima mattina erano sempre un groviglio di nodi e mi ritrovai in sala davanti alla vetrata che dava sul giardino perfetto.
Sbadigliai, avvicinandomi e guardando fuori. Sole. Già, c'era il sole. E c'era anche una vecchietta nel giardino accanto che portava a spasso il cane, aprendo il cancelletto. Agitai una mano, salutandola e la vidi strabuzzare gli occhi e guardarmi indignata. Forse non le piaceva vedere una diciassettenne sconosciuta che la salutava in reggiseno e pantaloncini dalla casa della sua rispettabilissima vicina. Ok, ci avrebbe dovuto fare l'abitudine. Le sorrisi raggiante e mi tirai su la spallina del reggiseno che era scivolata sulla mia spalla, tornando in corridoio.

- Jade, la colazione è pronta!- mi chiamò Sara e seguendo la sua voce trovai finalmente la cucina.
Anche quella stanza sembrava provenire da un libro delle favole che avevo visto una volta sullo scaffale di una libreria da cui mi ero sbrigata ad uscire due secondi dopo, trascinando Jhon verso la locandina di un combattimento di boxe. Avevo avuto circa 6 anni. Bei tempi...

- Vuoi un po' di pane tostato con marmellata di bosco o un craffen? Il latte è già pronto...

- Sono allergica al latte- dissi, sedendomi sullo sgabello davanti al tavolo di legno - Di solito Jhon mi faceva un po' di thè verde e una crostata di frutti di bosco... Se vuoi me lo preparo da sola. Sono brava ai fornelli. -

Sara annuì, facendosi da parte e andandosi a sedere. La guardai con la coda dell'occhio mentre mangiava. Era giovane, doveva avere all'incirca trent'anni e mi somigliava davvaro tanto...
Avevamo gli stessi occhi e lo stesso fisico esile, ma lei era più piccola e io avevo un seno leggermente più abbondante. Indossava una camicetta bianca e una gonna morbida che le fasceva il corpo in modo armonioso. Era perfetta come quella casa. E per me era come vedere me stessa con una decina di anni in più... Mi sentivo un po' a disagio.
Finii di bere il mio caffè: - Me ne vado... Ciao -

- Aspetta, non mangi niente, cioè niente di solido?

- Prendo qualcosa fuori...- dissi prima di chiudermi la porta della mia camera alle spalle e aprire l'armadio. Mi vestii velocemente, pettinandomi con altrettanta velocità e uscii.
Il sole mi accarezzò il viso, riscaldandomi appena l'anima. Vidii ancora la vecchietta di prima, solo che sta volta ero io in strada e lei stava rientrando in casa. Le sorrisi, avvicinandomi.

- Bella giornata, non trova?- le chiesi, guardandomi in torno - Fa così caldo che sarei uscita volentieri in mutande!-

Lei mi guardò scandalizzata e si sbrigò a rientrare in casa. Mi stava simpatica quella donnetta. Almeno avevo un passa tempo! Percorsi il marciapiede con la musica nelle orecchie e una voglia incredibile di prendere un taxi per andare in aereoporto e partire. Ma Jhon mi aveva insegnato a non tirarmi indietro e ad andare sempre avanti, così avrei fatto.
Ero immersa in questi pensieri quando mi accorsi di essere arrivata.
L'edificio scolastico era una roba contorta di cui non capivo il senso, somigliava al mio stomaco in quel momento. Strinsi di più la cinghia della mia borsa a tracolla e prese un grosso respiro per poi entrare dal cancello e dirigermi verso una porta con su scritto "SEGRETERIA". Entrai e una donnetta tutta tonda mi consegnò l'orario e una piantina. Fortuna che ero brava a orientarmi. Trovai il mio armadietto e rimasi immobile per un minuto buono. Si trovava in mezzo a un paio di armadietti scassati e non ero sicura che il mio funzionasse...a giudicare dalle botte che aveva preso e la ruggine che lo ricopriva in alcuni punti potevo benissimo supporre che il suo ex proprietario non aveva goduto di una buona reputazione.

- Tu sei quella nuova? - mi chiese una voce alle mie spalle.

Una ragazza dai capelli riccissimi e un sorriso mozzafiato mi si avvicinò allegramente, tendendomi una mano: - Io sono Bella!

- Di nome e di fatto a quanto vedo... - le feci notare, ricambiando la stretta - Jade, la nuova come hai detto te.-

- Jade..a quanto vedo sei finita in un brutto posto- indicò l'armadietto - Ma almeno non sei in mezzo alle fighette, no?-

- Chi c'era prima di me?- chiesi, provando ad aprire l'armadietto. Inutilmente, ovvio.

- Un tipo simpatico, sai? Era uno dei migliori, ma è stato buttato fuori...

- Lo conoscevi?

- E bene...

- Allora spero di essere alla sua altezza - le sorrisi e diedi un pugno all'armadietto, ma non si aprì lo stesso.

- Dai, ti aiuteranno dopo. Ora è meglio se andiamo a lezione... Siamo già in ritardo. Anche tu letteratura? Allora segui me, Jade!- mi prese sottobraccio e mi trascinò lungo il corridoio.

Dai, un'amica me l'ero fatta ed era anche simpatica, sembrava tosta proprio come me. Saremmo andate d'accordo.
Una nota positiva che iniziava a rischiararmi la giornata.
La lezione di letteratura fu interessante, ma la professoressa era severissima e pretendeva che prendessimo appunti su appunti alla velocità della luce. Non seguiva neppure il libro, mischiava cose di un secolo con quelle di un secolo dopo per spiegare come si svolgesse lo sviluppo di chissà quale stile letterario... Alla fine di quell'ora mi fumava la testa e Bella si era già acasciata sul banco con gli occhi fuori dalle orbite:-Ma quella è fuori di testa...

Le altre lezioni proseguirono più rapidamente fino all'ora di pranzo. La mensa brulicava di gente, ma Bella puntò a uscire in giardino trascinandomi con lei. Cercai di protestare, ma lei non sentì ragione dicendo che mi doveva far conosere una persona ASSOLUTAMENTE. La guardai un po' infastidita, ma rinunciai a protestare, sbuffando. Si fermò davanti al parcheggio e si voltò a guardarmi da cima affondo con occhio esperto:
- Senti è meglio se aspetti qui... Quegli altri ti potrebbero saltare addosso...sono malati, lo dico sempre... Arrivo subito!-

La guardai correre via con la gonna in jeans strappata e i capelli al vento. Mi guardai in giro sconcertata dalle perole della ragazza e mi sedetti a gambe incrociate nell'erba, infilandomi gli auricolari e chiudendo gli occhi.

Chissà chi mi voleva far conoscere...

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