51. Difficoltà, ghigni e...

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La sera era calata rapidamente, sempre più pungente in quei giorni.

Dicembre si era già appropriato del tempo e allungava una sottile lamina di ghiaccio sulle strade e nei vialetti, Jade se n'era accorta quella stessa mattina, quando i suoi stivali  avevano slittato e lei per poco non era caduta, ma per fortuna al suo fianco c'era stata Bella.
Ora, mentre tornava, la sua amica le stringeva un braccio fasciato nel cappotto pesante continuando a parlare senza che lei afferrasse il senso di quello che dicesse. Come se non le importasse, invece la verità era che la sua testa andava sempre a finire sugli stessi pensieri, sulla camicetta bianca che le aveva regalato Sara apposta per quella serata e sulla sensazione di ansia crescente che si stava impadronendo di lei a ogni passo che l'avvicinava a quella casa, a quella vita. 

Non era giusto fingersi qualcuno che non era, anche se era conscia che dei vestiti non la definivano, ma facevano passare bene dei concetti fondamentali di sè. Lo avrebbe dimostrato a parole, ma ora le stava sorgendo un dubbio. Aveva senso farsi conoscere da loro?
Sara sembrava nervosa e timorosa di quella sera, ma non era riuscita a sottrarsi, forse conoscere quella famiglia le avrebbe fatto capire cosa avesse condotto la donna che l'aveva partorita ad abbandonarla diciassette anni prima. Da sempre si era chiesta cos'avesse avuto di sbagliato per meritarsi una cosa del genere... Ora forse avrebbe capito. 

- Tutto bene? 

Bella la stava osservando dubbiosa.
Ormai mancavano pochi metri da casa sua, e non si era accorta di aver stretto ancora di più il braccio della sua amica, attirandone involontariamente lo sguardo perplesso e ammutolendola. Ritirò la mano e cercò di annuire meccanicamente, ma alla fine cedette sotto l'ennesima occhiata indagatrice. 

- Stasera conoscerò i genitori di Sara...

- I tuoi nonni

- Se così si possono definire... - sbuffò, alzando gli occhi al cielo - Dovrò mettere una bella camicia bianca e sorridere ed annuire per tutta la serata, se sono come Sara. Tanto per evitare problemi...

- Maddai! Forse non saranno così male, i miei nonni cucinavano benissimo ed erano super carini! 

- Non riesco ad essere così positiva, Bella. Già che devo fingere di essere qualcuno che non sono per compiacerli mi fa venire una rabbia... Sara me lo ha fatto capire quando li ha definiti molto "all'antica". Non so neppure cosa significhi esattamente...

La riccia si strinse nelle spalle, mentre si fermavano davanti al cancelletto immacolato della casa di Sara.
Le luci erano tutte accese e lei era già appostata alla finestra, sorrise alle due ragazze con fare nervoso e imbarazzato. Non avrebbe potuto trasmettere meno ansia neanche se lo avesse voluto, pensò Jade sbuffando, non riusciva proprio a capirla, ed era inutile sforzarsi.
Ogni volta che la guardava vedeva una donna fragile dal volto simile al proprio, come uno specchio sul tempo, ma gli occhi di lei la stranivano. Era un'estranea, non bastava avere lo stesso sangue per darle la sensazione di famiglia, tutt'altro... C'era un muro invisibile fra loro, che impediva di comunicare e di capirsi, come se non parlassero neppure la stessa lingua. 

- Cerca di non esagerare, saranno solo una coppia di teneri vecchini...- cercò di sdrammatizzare Bella, abbracciandola prima di allontanarsi  e farle l'occhiolino - Non spaventarli mi raccomando!

Jade avrebbe voluto ridere a quella battuta, ma qualcosa dentro di sé non le permise di farlo, come se una mano invisibile le avesse stretto il cuore causandole una fitta. Quei vecchi non potevano essere così tanto teneri come intendeva Bella, visto che avevano cresciuto Sara ed evidentemente non avevano mai voluto lei. Se no non avrebbero permesso alla loro unica figlia di abbandonare la loro nipotina. 
Si sforzò di liberare il fiato in una nuvoletta argentea di fronte a sé, accorgendosi all'improvviso che lo aveva trattenuto fino a quel momento, da quando Bella le aveva voltato le spalle e ormai la ragazza era sparita dietro l'angolo, quindi s'infilò le mani in tasca ed entrò in casa. 

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