46. Rifugio

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POV. BELLA

Sapete quando piove forte e c'è un fastidioso rumore contro il vetro, come un ticchettio costante che ti fa venire lentamente e inesorabilmente l'emicrania?

Ecco, a me non capita mai.

Mi piace tremendamente la pioggia e il freddo che si intrufola sotto i vestiti, facendoti gelare il naso e rabbrividire inconsciamente. Lo so che non è normale, ma mi piace il freddo, anche se non sembrerebbe visto il mio carattere, ma c'è esattamente un perché.
C'è un solo, unico, semplice motivo per cui adoro congelare fino alle mutande e la pioggia che picchietta con insistenza contro quel maledetto vetro diventa musica per le mie orecchie.
Sento un ultimo brivido prima che le sue braccia mi avvolgano, stringendomi contro il suo petto e facendomi respirare a pieni polmoni il suo profumo. Levo lo sguardo e incrocio i suoi occhi verdi intensi, che mi fanno sentire bene, sicura, amata. Come se fossi esattamente dove dovrei essere e tutto il resto può andare
affanculo.
Le sue labbra mi sorridono prima di accarezzare le mie e baciarmi a lungo, mischiando i nostri respiri, le nostre anime. Infila una sua mano tra i miei capelli sconvolti, tirandomi lievemente un ricciolo e accarezzandomi la nuca. Sento le sue dita che scivolano lungo il collo, sulla mia spalla esile, il mio braccio è percorso da brividi molto diversi da quelli precedenti. Passa lieve sul mio fianco scoperto per via della mia maglia arricciata, poi sulle mie gambe intrecciate alle sue, che lo avvolgono.

Ho la pelle d'oca...

Mi stacco dalla sua bocca e gli bacio il mento, l'incavo del collo, il pomo d'Adamo, mordicchiandolo lievemente e facendolo sorridere, mentre i suoi occhi continuano a guardarmi in quel modo in cui solo lui mi guarda. Come se fossi meglio di qualsiasi cosa lui abbia mai visto, meglio di un concerto dal vivo, meglio di un basso nuovo o di una fornitura a vita di alcool.
Ed è la cosa più bella che mi sia mai successa.

- Mi spiace... Per non averti chiesto scusa e non averti parlato da...- La voce del mio ragazzo spezza quel silenzio perfetto, mentre la sua mano fa disegni circolari sulla mia coscia.
- Dovevo saperlo che non era da te fare... Quello che mi ha detto Betty – lo fermo io, tornando a baciarlo con dolcezza.
- Scusami lo stesso...- ribatte, prendendomi il viso tra le sue mani grandi e guardandomi con occhi tristi - Avrei dovuto dirtelo io. Ho sbagliato, ma non voglio più vederti piangere per causa mia.

- Non succederà più, lo so.
- Non ci saranno più segreti tra di noi – mi bacia dolcemente la fronte – Te lo prometto. -

Mi sforzo di sorridere, sebbene dentro senta qualcosa che si contorce a quella affermazione così dolce, ma che mi pare sbagliata.
No, non è quell'affermazione ad essere sbagliata, sono io.
Ma perché ha detto una cosa del genere? Ora mi sento male: ho un segreto che lui non può conoscere in alcun modo. Duff mi odierebbe, anche se è stato un solo, unico, stupido sbaglio. Anche se sto male solo al pensiero di aver potuto provare piacere con qualcuno che non sia lui. E rovinerei tutto ciò che di buono c'è tra
di noi.

Le sue labbra tornano a catturare le mie con più dolcezza, ignaro dei miei tormenti interiori causati dalle sue parole.
E da ciò che era successo tra me e il suo migliore amico...

●○●

POV. SLASH

Pioveva.
Le gocce d'acqua picchiavano violentemente sulla vetrina del pub dove mi ero rifugiato mentre tentavo di tornare in ospedale.
Bene, davvero, ero chiuso in quel posto senza soldi e con in mano tre panini. Il cibo dell'ospedale era immangiabile e Duff aveva bisogno di rimettersi alla svelta, quindi un panino con dentro salsicce, maionese, lattughe, pomodori, salsa piccante e altro cibo non meglio identificato lo avrebbe aiutato di certo.

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