50. Freddo dentro

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- Porca vacca! 

L'ennesima esclamazione di Bella mi fece distogliere lo sguardo dal risultato del compito di matematica, l'ultimo prima dell'inizio delle vacanze di Natale. 

Il mio primo Natale senza John... 

- Ma allora i miracoli esistono!- la prese in giro Slash, sfilandole la verifica di mano e osservando la sufficienza ampiamente superata, che segnava anche il recupero di tutto il primo quadrimestre di scuola - E questo deve essere un anticipo di Natale!

Bella gli fece una pernacchia riprendendosi il foglio e sventolandolo con orgoglio sotto il naso del suo ragazzo: - Tutto merito di Duff! Sei fantastico amore!

- Non esagerare, ti ho solo suggerito qualche domanda... 

- Ah-ah! Allora non è farina del tuo sacco, piccola imbrogliona! 

- Smettila di tirarmi i capelli, capellone! 

- Ci sto prendendo troppo gusto...- scoppiò a ridere, per poi lasciarla andare e allungare il braccio sullo schienale della panca, proprio dietro alle mie spalle. 

Non mi spostai, ero troppo pensierosa per darci peso. Natale si stava avvicinando, fra poco sarebbero stati i primi di dicembre e questo significava un nuovo peso da portare sulle spalle e la voraggine nel petto ad allargarsi sempre di più. Non mi sentivo pronta. 

Mi misi a grattare una scrostatura della vernice rossa della panchina su cui ci eravamo riunini, una delle tante distribuite nel cortile vicino alla mensa della scuola, dove nella bella stagione probabilmente molti studenti si sedevano a pranzare. Ora faceva freddo e quindi eravamo i soli là fuori, ma non percepivo alcuna sensazione. Come già sapevo non potevo provare più freddo del solito, anche se avevo su il giubbotto pesante lo avevo lasciato aperto, perché l'aria mi continuasse ad accarezzare. Per riempire la mancanza che avevo con il ghiaccio, cercando di congelare il muscolo cardiovascolare che mi manteneva ostinatamente in vita, e tenendone insieme i pezzi in qualche modo. Con l'avvicinarsi del 25 dicembre sapevo che avrei rischiato un crollo, era una data troppo importante per riuscire a ignorarla, non sapevo ancora come mi sarei dovuta gestire... Ma per distogliere la mia mente da quei pensieri cercai di ripetermi che  prima di tutto dovevo attuare il mio piano.

Era fondamentale riuscirci.

- Hey! - cercò di attirare la mia attenzione il riccio di fianco a me, posandomi una mano sul braccio, gesto che con mia grande sorpresa non mi diede fastidio. Stavo iniziando a trovarlo normale e quasi mi sorpresi. Avevo pensato che Slash fosse il tipico coglione un po' pervertito, ma ora che lo stavo conoscendo meglio c'era qualcosa in lui di diverso e inafferrabile. Qualcosa che mi permetteva di credergli, di dargli fiducia, pur rimanendo lo stesso un coglione un po' pervertito ovviamente.

"Fidati di me."

Quella frase mi tornava in mente spesso ultimamente ed era strano pensare che mi fossi fidata di lui a occhi chiusi dopo tutto quello che mi era successo e che lui si fosse dimostrato degno. Mi morsi un labbro alzando lo sguardo su di lui, sapevo che lo avrei deluso. Almeno non sarebbe stato lui a farlo per primo, ma io. Dovevo costruirmi di nuovo una corazza.

- Tutto a posto? Fa vedere.- mi sfilò l'esame e osservò l'esito, una sufficienza stiracchiata. 

Io a differenza di Bella non ero riuscita a copiare, lo si poteva capire benissimo, ma almeno ce l'avevo fatta in qualche modo. Meglio di niente, le vacanze sarebbero iniziate più o meno bene. A parte il fatto che Sara voleva portarmi a conoscere i suoi genitori. Un'altra nota negativa che andava ad aggiungersi al resto... 

- Beh ci sta, sei stata brava! Ma allora perché quella faccia lunga? 

- No, niente. Ho solo freddo.- buttai lì, prima che il mio sguardo fosse attirato da una macchia di capelli rossi che usciva dalla porta antincendio della scuola e si fermava ad accendersi una sigaretta. I suoi movimenti catturarono la mia attenzione e  lui probabilmente si sentì osservato, perché alzò lo sguardo aspirando e in mezzo a una piccola nuvola di fumo i suoi occhi di ghiaccio incrociarono i miei. Rimasero incatenati a lungo, come se nessuno dei due riuscisse a distogliere lo sguardo, un incanto che mi stava imprigionando in una gabbia di energia e tensione. 
Come succedeva sempre.
Solo con lui.
Un incanto che si infranse quando percepii una stretta e un nuovo calore inaspettato e così diverso da ciò che ero abituata a percepire.

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