29. Tigre e bambina

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Sam mi accolse con un sorriso appena entrai nel locale:
- Ben arrivata, piccola!
- Sei così felice nel vedermi perchè oggi tocca a me pulire i bagni, vero?- gli schioccai un'occhiata pensierosa e infastidita a un tempo.

- No, assolutamente no. Non solo per quello almeno... Oggi viene a trovarmi la mia ragazza, abita a New York e ci vediamo così poco...- aveva un sorriso che partiva da un'orecchio e finiva all'altro che mi faceva, in qualche modo, pensare a un bambino un po' troppo cresciuto.
- Sono contenta! Ma viene qui sta sera?

- Già, è arrivata oggi pomeriggio, ma doveva sistemare delle faccende con la sua agenzia...- mi rivolse uno sguardo luminoso - Non vedo l'ora che arrivi!

- Me la presenterai, vero?

- Certo!

- E promettimi che non ti chiuderai in bagno con lei prima della fine del tuo turno, abbandonandomi tutta sola al bancone, ok? Se no te la faccio pagare, anche se sei innamorato!- lo minacciai, appoggiando la borsa sotto al bancone e allacciandomi il grembiule dietro la schiena.

Per tutta risposta lui scoppiò a ridere di gusto, spettinandomi i capelli:
- Certo che sei stronza, eh!
- Grazie - ribattei, andando nel ripostiglio per prendere guanti, secchio e tutto il materiale che mi serviva per ripulire in modo almeno decente ciò che rimaneva di un presunto bagno.

Mi legai i capelli in una crocchia con un mollettone, presi un respiro profondo ed entrai, cercando di non vomitare come l'ultima volta.
Anche perchè il vomito lo avrei dovuto ripulire sempre io.

§§§

Il garage era stato invaso dalla musica, che ormai dilagava per tutta la strada da quando Bella aveva aperto la porta per intrufolarsi come clandestina nel bel mezzo delle loro prove, con sotto braccio una buona scorta di lattine di birra per rendersi accettabile.

Izzy constatò che Slash era sobrio e che non era più assente come tutte le altre volte. Segno che l'uscita con Jade fosse servita a qualcosa, per sua fortuna. Mentre Axl sembrava stranamente tranquillo, e su questo non sapeva proprio per quale motivo lo fosse.

Ma si poteva sentire che qualcosa stava cambiando, il sound delle canzoni stava tornando forte e vibrante nell'aria, pronto ad esplodere quella stessa sera, davanti ai loro fan. Avevano bisogno di esibirsi, di sentire l'adrenalina scorrere nelle loro vene e le urla dei loro sostenitori.

- Ok, ragazzi facciamo pausa! Duff si è sconcentrato appena ha visto le ganbe di Bella...- ghignò Axl - E io ho bisogno di una birra ghiacciata!

Izzy osservò il suo mogliore amico posare il microfono e passarsi una mano fra i capelli, togliendosi la bandana. Era troppo tranquillo per essere Axl Rose, sopratutto dopo giorni che risultava nevrotico e incazzoso verso tutti. Il chitarrista si accese una canna e scrollò le spalle, ma infondo Axl aveva i suoi tempi e un carattere instabile, era meglio godere dalla sua presunta serenità finchè fosse durata.

E non durava mai troppo.

- Siete stati bravissimi!- esclamò sorridendo Bella, sedendosi sulle gambe di Duff - Slash, l'accordo di prima era favoloso!

- Come tutto quello che faccio e che sono, dolcezza - le strizzò l'occhio il riccio, prima di tracannare un lungo sorso di birra - Ma grazie comunque, fa piacere sentirselo dire...

- Slasher, smettila di fare il coglione con la mia ragazza!- protestò il bassista, prima che Bella lo facesse tacere con un bacio da capogiro che causò i fischi da parte dei ragazzi tutti intorno.

- Certo che fai di tutto per farmi impazzire...- sospirò l'ossigento, appena le loro labbra si staccarono e la ragazza sorrise, innocentemente.
- Vado fuori un'attimo...- annunciò Izzy, lasciando per terra la sua lattina.
- Fai pure, man, ma ti aspettiamo fra 15 minuti, capito?

- Fra 15 minuti ci sarò, Axl...- si limitò a rispondere, uscendo e lasciando libera dalle labbra una sbuffata di fumo - Mi faccio solo un giro...

L'aria autunnale era un po' fredda, ma non se ne preoccupò, infilandosi le mani in tasca e incamminandosi verso il centro di Seattle, sotto una fine pioggia.
Non aveva l'ombrella e non aveva intenzione di prendere il fuoristrada. Voleva solo camminare e perdersi, anche solo per un attimo.

Per riflettere e, come ultimamente gli capitava, il suo pensiero andava alla ragazza della Città degli Angeli.
Avrebbe dovuto fare qualcosa per lei, ma non sapeva bene che fare. Era lei che doveva decidere, compiere la propria scelta fra quelle due teste di cazzo e lui sperava solo che non scegliesse nessuno dei due. Lei era capace di dire di no, di rifiutare Axl e di rispondergli a tono, ma sembrava confusa. L'ultima volta che ci aveva parlato aveva un viso così...incerto. Come se non riuscisse a dormire.
- Strana ragazza...- mormorò, soprapensiero, fermo davanti a una vetrina, dove c'era una nicchia in cui poteva ripararsi dalla pioggia, anche se ormai era fradicio.

Alzò lo sguardo e vide una ragazza dai corti capelli neri, vestita con una canotta, una felpa leggera e dei jeans lunghi sbiaditi, seduta dall'altra parte della strada nella sua stessa situazione. Stava cercando di accendersi una sigaretta, ma le mani le tremavano.
Il chitarrista la osservò, colpito da un improvviso interesse.

Aveva un viso un po' troppo magro, ma carino, dalle labbra rosse e gli occhi cerchiati da un pesante strato di matita. Un tatuaggio le si arrampicava lungo il collo e sembrava simile ad uno spartito di note, mentre un piercing d'argento brillava sul suo piccolo naso sottile e una piccola bruciatura risaltava sulla pelle pallida della mano destra. Appena si sentì osservata, levò lo sguardo su di lui e ricambiò l'occhiata.

Aveva gli occhi di un verde scuro, con uno sguardo insolente e aggressivo di chi ha dovuto sempre badare a se stessa.

Uno sguardo che lui conosceva bene.
Poi lei strinse gli occhi e gli mostrò un dito sottile e affusolato, da pianista, prima di correre via sotto la pioggia.
Izzy, la seguì allungando il collo, poi tornò dritto su se stesso e sorrise, prima di cercare di seguirla.

Non poteva perdere l'occasione di trovare una ragazza così simile a lui.
E così bella.

§§§

Entrai in casa sbattendo la porta dietro di me, senza farlo apposta, ma Sara mi venne subito incontro preoccupata.

- Che succede? Qualcosa non va?

- Nono, tranquilla. Ho bisogno solo di fare una doccia al più presto...- sospirai, passandomi una mano sulla fronte.

- Esci anche sta sera?

- Devo lavorare.- mi limitai a farle notare, iniziando a imboccare le scale sotto al suo sguardo preoccupato.

- Non è vero, sai che ti potrei pagare io tutto ciò che ti serve...e lo farei con piacere- mi bloccò con quelle parole, facendomi voltare ad osservarla.
Aveva i capelli legati in una treccia a lato del viso, una camicetta color pastello sopra a dei jeans chiari e uno volto da mamma iperprotettiva. Un'attimo...com'è che d'improvviso sapevo che quello fosse un volto da mamma, quando io stessa non ne avevo mai avuta una?
Mi passai una mano sulla faccia e mi lascia cadere seduta sulle scale:

- Cosa vuoi da me?

- Cosa?- chiese, stupita, guardandomi negli occhi come una bambina indifesa guarda una tigre.

Ma quale tigre tigre?
Era lei la donna di trent'anni oppure io?
Come potevo rivolgermi a una persona così?
Se mi somigliava d'aspetto, caratterialmente eravamo così diverse!
No, non potevo cercare di ricostruire un rapporto con una sconosciuta, una che ora prentendeva qualcosa da me che non poteva avere. Mi aveva persa da molto tempo, forse non mi aveva mai avuta. Non poteva credere che fossi pronta ad accettare il suo aiuto, i suoi soldi e magari fossi dispota la domenica pomeriggio a preparare biscotti e parlare di compagni di scuola con lei!

Avevo diaciassette anni, non avevo bisogno di una madre...proprio io che ero cresciuta senza.
E non volevo restare lì, dovevo lavorare.

- Lascia perdere...- sbuffai, alzandomi e correndo in camera mia.

Tears EnchantedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora