L'aria che si respirava al Circolo era carica di eccitazione e aspettative. Il martellante pulsare della musica si mischiava alle risate sguaiate e alle urla e in mezzo a quella confusione avevo la schiena di Aron davanti a me come unico punto di riferimento. Lo seguivo mentre si muoveva attraverso la folla facendosi spazio senza esitazione, un permesso, per favore che si trasformava in piccole spinte quando inevitabilmente non veniva udito al di sopra del rumore.Non era passato molto dalla prima volta che avevo messo piede al Circolo, eppure lo vedevo sotto una luce diversa adesso che ero a conoscenza del passato di Aron e dei segreti che si nascondevano dietro quel luogo.
In lontananza si sentivano i rombi dei motori e mi chiesi chi avrebbe gareggiato quella notte. Forse Riley, il ragazzo che avevo conosciuto l'ultima volta e che mi aveva offerto di salire con lui?
"Dove incontriamo i tuoi amici?", chiesi quando la folla cominciò a diramarsi ed Aron a rallentare il passo. Mi guardai intorno, come se avessi la minima idea di che facce avessero i suoi amici e potessi riconoscerli in mezzo a tutti quegli sconosciuti. "Sono qui fuori?"
Nonostante le rassicurazioni di Aron, non potevo evitare di sentirmi un po' agitata alla prospettiva di conoscerli. Qualsiasi cosa fosse legata ad Aron non mi lasciava indifferente e incontrare le persone che facevano parte della sua vita aveva un'importanza per me forse molto più grande di quanto lui potesse immaginare.
Aron scosse la testa. "No, ci stanno aspettando dentro."
"Dentro dove?"
"Al club del Circolo." Con un cenno del capo indicò l'edificio poco distante, l'unico che sembrava essere in funzione ed accessibile in quella zona desolata. Rallentò ancora il passo e mi lanciò un'occhiata da capo a piedi. "Non essere agitata."
"Facile per te dirlo", mormorai per sotto per poi superarlo diretta verso l'edificio.
Arrivata davanti all'entrata fissai incerta l'insegna al neon dove la scritta Heaven's door torreggiava illuminata di rosso vivo. Mi fece sorridere ironica: stavo per varcare le porte del paradiso?
"Curioso nome per un locale." Guardai la lettera n tremolare a intermittenza.
Fissò anche lui per qualche secondo la scritta, poi incrociò il mio sguardo. "Non farti ingannare. Non è un nome che gli si addice."
Il modo in cui mi stava guardando ora mi rendeva nervosa e aumentava la stretta allo stomaco che sentivo da quando avevo messo piede al Circolo. Mi stava guardando con esitazione, come se volesse dirmi qualcosa ma non sapesse bene come. Mossi a disagio il piede sul selciato e poi mi allontanai all'indietro di un passo, appoggiandomi al muro.
"Cosa c'è?", chiesi infine, incapace di reggere oltre l'attesa.
Dopo qualche altro secondo parlò. "Non badare troppo se faranno commenti un po' inopportuni." Fece un piccolo sorriso, sviando lo sguardo da me. "Non sono abituati a vedermi con..." Non finì la frase, ma non ci voleva molto per intuire la continuazione.
"Con una ragazza?"
Annuì ma poi si bloccò piegando la testa di lato. "Non esattamente. Non è che non mi abbiano mai visto con ragazze. È solo che questa situazione è diversa." Una pausa. "Capisci che intendo?"
Lo guardai e non riuscii a bloccare i pensieri. Non aveva più avuto relazioni dopo Amy, ma sapevo che non aveva rinunciato ad altre cose. Quante ragazze avevano scoperto cosa significava passare una notte con Aron? Quanti corpi aveva visto cedere sotto le sue mani? Era capace di leggerti la mente e il corpo anche soltanto dopo poche ore? O era una cosa che era riuscito a fare solo con me dopo mesi a disposizione per conoscermi?
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Ricordati quando
RomanceDal capitolo 1: C'era un motivo ben preciso per cui mi tuffavo da una scogliera alta venti metri. Era l'unico modo che mi era rimasto per sentirmi viva. Quello, ed ogni altra cosa pericolosa o rischiosa. Volevo sentire il cuore battere all'impazzat...