Thirty. Non può essere lei.

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Niall's pov

Il centro commerciale era chiuso, e la paura si stava impossessando di me, dove poteva essere? E sopratutto perchè non aveva avvisato?

Il mio cuore batteva all'impazzata, l'unico pensiero che mi rimbombava nella mente era che le potesse essere successo qualcosa.

Provai a chiamarla nuovamente, ma nulla, era come se fosse stata inghiottita dalla terra, era piú di un'ora che la stavo cercando, ero stato al centro commerciale, nelle vie del corso, al bar, in tutti i posti che era solita frequentare, ma non c'era in nessuno di essi.

Le mani sudavano fredde e iniziai ad imprecare contro il semaforo rosso che mi teneva bloccato in mezzo al traffico.
Ma poi il cellulare squillò, sperai con tutto il cuore che fosse lei, ma era una speranza vana, era suo fratello.

"Kendall" dissi non appena schiacciai la cornetta.

"Niall, l'hai trovata?" mi domandò subito.

"No-" dissi sospirando "E tu?"

"Neanche, torna a casa, chiamiamo la polizia"

"Devo continuare a cercarla, io dev.."

"No-" esclamò interrompendomi "-Non c'è nulla che tu possa fare Niall, nessuno di noi può fare nulla, potrebbe essere da qualsiasi parte"

Serrai la mascella, e senza dire altro riattaccai, chiamare la polizia? Era una gran cazzata, ma non ci restava nessun'altra soluzione.

Misi la retromarcia, e mi feci strada fino a casa di Liv, e infatti quando arrivai le macchine della polizia erano già parcheggiate lí davanti, quando mi avvicinai vidi la madre di Liv piangere tra le braccia di suo marito, e anche lui aveva una faccia bianchissima.

Mi avvicinai velocemente, e tutti si voltarono nella mia direzione, e sua madre scoppiò a piangere nuovamente.

"Che sta succendendo?" chiesi.

"Tu devi essere Niall, Niall Horan, giusto?" disse un polizziotto, io annuii. "È arrivata una chiamata alla centrale di polizia, pochi minuti prima della vostra" continuò poi l'uomo.

"Quindi?" dissi alzando il sopracciglio.

"È stato ritrovato un cadavere nel parco, di una ragazza" disse, e proprio il quel momento, il mio cuore fece un tonfo, non sentivo pulsazioni, non sentivo nulla, come se qualcosa dentro di me si fosse fermato.

"C-come? Non può essere Liv, non può essere lei" gridai.
Sua madre stava cedendo, era caduta sulle ginocchia, e continuava a fissarmi con occhi disperati.

"Suo fratello è già andato sul posto per vedere il corpo, e confermare se si tratta di Olivya Kylei" disse poi l'altro polizziotto.

Guardai i polizziotti, poi guardai sua madre, ed infine suo padre, e con un rapido gesto mi ritrovai già fuori da quella casa, il parco ora era la mia meta.

***

"Kendall" gridai per cercare di farmi sentire, dato che alcuni polizziotti non mi fecero avvicinare al corpo, mi tenevano dietro di loro, senza neanche farmi guardare.

"Kendall" gridai di nuovo, e solo allora lui mi notò, e disse qualcosa all'orecchio di un poliziotto, che fece un cenno ai suoi colleghi, che poi si spostarono per farmi passare.

Mi precipitai al fianco di Kendall, ma il corpo per terra era coperto da un lenzuolo bianco, guardai il ragazzo affianco a me confuso, che poi fece 'no' con la testa.

"Non è lei" commentò poi, e tutti i miei muscoli si rilassarono, feci un sospiro di sollievo.

"Gli altri polizziotti la stanno cercando, in ogni luogo fino a Portland" continuò cercando di tranquillizzarmi, ma in quel momento l'unica cosa che potesse tranquillizzarmi era ritrovarla e stringerla tra le mie braccia.

Sia io che Kendall salimmo nella mia auto, per ritornare a casa ed avvisare i suoi genitori.
Il mio telefono nella tasca sinistra vibrò, era sicuro un messaggio.

Liv: Niall!!!

"È lei Kendall, è lei!" esclamai gridando, premendo velocemente le lettere per rispondere.

Niall: Liv! Dove sei?
Liv: Aiutami.
Niall: Dove sei?
Liv: Cale.
Niall: Cosa ti ha fatto?
Liv: Aiutami ti prego.
Niall: Dimmi dove sei.
Liv: Sono all'ice palace, terrazzo, fai in fretta ti prego.

"Allora?" mi domandò suo fratello, seduto al mio fianco.

"Ti porto a casa, vuole che vada da lei da solo"

"Da solo? Non se ne parla!" disse Kendall.

"È meglio cosí" confermai io, e poi lo riportai a casa il piú velocemente possibile.

Non avevo mai corso cosí tanto con la mia auto, in tutta la mia vita, non rispettai nessun semaforo, il mio unico obiettivo era arrivare da lei il piú presto possibile.

Non parcheggiai neanche, presi le scale che portavano al terrazzo, correvo il piú che potevo, e iniziai a sentire delle urla, era la voce di Liv.

Aprii velocemente la porta che dava sul terrazzo e la vidi sdraiata per terra, con qualcuno sopra di lei, e quel qualcuno era Cale.

Mi avvicinai sganciandogli un pugno dritto in faccia, spostandolo completamente da lei.

Liv's pov.

Niall era arrivato giusto in tempo per salvarmi da ciò che Cale stava per farmi, feci fatica a muovermi per quanto tremavo, l'unica cosa che potevo vedere erano loro due a pochi metri di distanza mentre si picchiavano, ma poi Cale si allontanò da lui e gridò qualcosa.

"Non finisce qui" esclamò, o almeno qualcosa del genere.

Non appena Niall si rialzò da terra, corse verso di me e mi abbracciò.

"Tranquilla amore mio, ci sono io qui con te"

Mi aggrappai a lui, e mi persi completamente nel suo abbraccio, adesso si che mi sentivo al sicuro.

Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora