Twenty one. Sarò sempre qui.

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Consiglio la lettura del capitolo con sottofondo la canzone:
Say something - Cristina Aguilera ft A big great world.
Grazie dell'attenzione, buona lettura.

"Harry Styles arrestato per l'omicidio di Victoria Horan del 12 luglio 2009"
La notizia aveva oramai fatto il giro della città, era su ogni notiziario, giornale o sito web, era ovunque, e io ero stanca di essere sommersa da domande di ogni singola persona che incontravo, l'unico in grado di darmi un attimo di pace era Niall.

"Liv troveremo un modo per tirare Harry fuori da quelle sbarre" mi rassicurò Niall, ma io lo sapevo. Sapevo che non potevamo fare nulla per aiutarlo, tra due giorni ci sarebbe stata l'udienza per stabilire la sua pena. Quanti anni di carcere era costretto a scontare da innocente.

"Niall, non possiamo fare nulla" sussurrai priva di forze, gli ultimi due giorni li avevo passati a casa mia e sopratutto a quella di Harry, sua madre era distrutta e non faceva altro che piangere senza fermarsi, non riusciva ad accettare questa realtà in cui era stata catapultata senza preavviso, mentre Gemma, sua sorella, non riusciva a piangere, il suo sguardo era spento, come se qualcosa dentro di lei si fosse rotto, lei ed Harry sono legati da qualcosa di troppo forte che nulla sembra poterlo rompere, ma Gemma adesso sembrava rotta, spezzata, come se ad ogni passo che facesse perdesse un pezzo di se stessa. E poi ci sono io, che cerco di consolare sua madre o la mia famiglia ma non so assolutamente a cosa aggrapparmi per restare in piedi. Sono tutti sconvolti, ma sopratutto increduli, nessuno riesce a credere nella sua colpevolezza, non potrei sopportare se tutti iniziassero a giudicarlo come un "assassino" o un "criminale" Harry era la persona più forte ma allo stesso tempo, la più fragile del mondo, e io lo so, lo so con certezza che questa situazione lo sta uccidendo e devo fare qualcosa per lui, al più presto.

***

I polizziotti mi accompagnarono fino alla sala delle visite.
Harry era seduto in un angolo e mi guardava, indossava quella stupida divisa arancione da detenuto.
"Liv" disse forzando un sorriso.
Le mie labbra erano serrate, come se avessi dimenticato come si parlasse, avvicinai leggermente la mia mano ma non potevo fare molto, un vetro spesso ci separava, anche lui fece lo stesso e poggiò la mano nello stesso punto in cui si trovava la mia.
Le lacrime minacciavano di uscire, vederlo in quelle condizioni mi rendeva debole.
"Harry" dissi finalmente con poca voce, era come se non emettessi nessun suono.
"Ehy" mi rispose di nuovo lui, i suoi occhi erano consumati dalle lacrime, il verde dei suoi occhi era opaco, non erano più di quel ragazzino spensierato con cui facevo la gara di velocità fino al fiume. Non era più l'Harry felice che sapeva trovare sempre qualcosa di positivo in ogni occasione. Quell'Harry era stato rinchiuso da qualche parte, e sta solo aspettando di essere finalmente liberato, e io, sentivo di essere l'unica ad avere la chiave per poterlo fare.

"Harry ti tirerò fuori da qui" dissi convinta.
"Liv, non ce nulla che tu possa fare, ho confessato e giovedì sarò processato, sconterò la mia pena e dopo saremo tutti liberi"
"Tu non sei libero, ora tu sei qui davanti a me e non riesco a riconoscerti, non sei più il ragazzo di prima, non hai più quel meraviglioso sorriso che faceva stare bene tutti-" dissi quasi gridando "-Non ti lascio scontare una pena di non so quanti anni per qualcosa che non hai commesso, non me ne starò con le mani in mano guardandoti mentre la vita ti scivolerà fra le mani"
"Liv.." mi interruppe lui. "Apprezzo tutto ciò che stai dicendo, ma questa è l'unica possibilità che abbiamo per salvarci"
"Tu non ti salvi Harry" sbottai.
"Si, sarò salvo perchè salverò voi, non dovrò vivere con il rimorso o con la paura che qualcuno di voi possa morire per colpa mia, solo io posso salvarvi, e voglio farlo, devo farlo" esclamò lui talmente convinto che sembrò convincermi per alcuni secondi.
"No" dissi secca. "Non ti lascerò qui, troverò un modo, non so come o quando, ma uscirai da qui e vedrò di nuovo i tuoi occhi verdi brillare, anche se sarà dovrà essere l'ultima cosa che farò"
"Liv.. non devi fare assolutamente nulla, non puoi fare nulla, devi solo accettarlo, perchè questa è una mia decisione"
"Harry.." provai a parlare, ma senza alcun risultato.
"Harry nulla Liv, stai vicino mia madre e mia sorella, solo questo devi fare-" disse per poi fare un lungo sospiro. "-Liv non puoi fare nulla, per una volta, fai ciò che ti dico"
"Va bene" dissi, ma no, non andava bene, non andava per niente bene.
"Signor Styles deve tornare in cella" disse un polizziotto alto alle sue spalle, lui fece un cenno con la testa e si alzò.
"Vienimi a trovare Liv" sussurrò allontanando la sua mano dal vetro.
"Sarò sempre qui, Harry" risposi.
"Ti voglio bene" esclamò e poi sparì dietro una grande porta blindata, l'avevano portato via da me, ancora una volta.

Niall era davanti la porta che mi aspettava, con le braccia incrociate sul petto, era rimasto fuori perchè solamente uno di noi poteva vedere Harry.
"Dobbiamo fare qualcosa" dissi non appena mi avvicinai a lui.
"Lo credo anch'io e forse so cosa possiamo fare" mi rispose alzando un sopracciglio.

Harry's pov.

La cella era grigia, proprio come me in quel momento esatto, tutto sembrava non avere un senso, una forma.
Mi sdraiai sul letto, portando le mani dietro la nuca fissando il soffitto pieno di crepe, pensai a quanto vecchio fosse quel posto, e a quante persone prima di me erano state in questo stesso posto, e sperai che nessuno di loro si sentisse come me, ero davvero chiuso in una gabbia, e la cosa più brutta era che, a chiudermi in gabbia ero stato io.

Vari ricordi si affollarono nella mia mente, tutto era confuso, non sapevo descrivere esattamente cosa provavo, erano tristezza e rabbia mischiati con il vuoto e la malinconia.
Odiavo restare da solo, la solitudine è sempre stata una delle mie più grandi paura, e proprio adesso si stava realizzando.
Saper di dover passare tanti anni in questo posto mi spaventava, per l'esattezza la mia pena era di 11 anni, perchè proprio poco fa si era concluso il mio processo, mia mamma, mia sorella, Liv e Niall erano presenti.

*flash back*

"Harry styles, lei confessa l'omicidio di Victoria Horan" disse un giudice davanti a me.

"Si" sussurrai abbassando lo sguardo.

"Può ripetere ancora una volta l'accaduto."

Una ferita dentro di me, si riaprì per l'ennesima volta, mi schiarii la voce e iniziai a raccontare tutto di nuovo, ma non dal punto di visto mio, ma di Lucy.

"Eravamo saliti sulla scogliera per osservare le stelle, quella notte era bella, quasi come lei, ero davvero innamorato di Victoria, ma lei non lo era quanto me, non ricordo preciso in quale momento ma iniziammo a litigare, lei iniziò a spingermi, eravamo entrambi arrabbiati, cercai di allontanarla da me spingendola, ma forse troppe forte, lei precipitò giù e io rimasi fermo senza dire nulla, chiamai i soccorsi ma era troppo tardi, oramai l'avevo già uccisa"

"Sentenza conclusa, a breve verrà comunicato il giudizio e la pena finale" esclamò il giudice alzando la voce permettendo a tutti di sentire.

Mi voltai e vidi mia mamma e mia sorella piangere, forse per la prima volta Gemma stava piangendo.
Liv era poggiata sulla spalla di Niall coprendosi il volto con una mano, mentre Niall mi guardava dritto negli occhi, sapevamo entrambi quale fosse la verità, e vedevo la tristezza nei suoi occhi, era probabilmente deluso di non essere riuscito a fare giustizia alla morte di sua sorella.
Continuando ad osservarlo, notai al suo fianco, i suoi genitori che mi guardarono con disprezzo, le loro parole erano state
"Sei stato in silenzio tutto questo tempo, sei solo un assassino"
E proprio quelle parole mi arrivarono dritte con un pugno in pieno viso.

Il giudice si prese posto e aprì una carta che iniziò a leggere.

"Harry Styles, nato il 1 febbraio nella cittadina di Portland, processato per l'omicidio di Victoria Horan, la dichiaro colpevole" disse e con un piccolo martello di legno colpì il banco provocando un rumore che fece eco per tutto il tribunale.

"La sua pena è di 11 anni, ed è stato proibito da tutte le visite possibili"

continuò poi, e proprio in quel momento di silenzio, tra veri singhiozzi e lacrime sentii il mio cuore rompersi definitivamente.

Tutto era finito, la mia famiglia, Liv, Rose e tutte le persone che amavo erano salve.
Cercai di non piangere perchè avevo fatto la cosa giusta, ma la mia pena era difficile da accettare, 11 anni rinchiuso in cella senza poter ricevere visite, feci un sospiro, i polizziotti infilarono le manette ai miei polsi e mi portarono fuori da quel tribunale.
Mi voltai ancora una volta a guardare il viso delle persone che amavo, e che non avrei più rivisto per 11 lunghi anni.

*fine flash back*



Okaaaay
Non mi odiate vi prego!
So che ultimamente ci sto mettendo molto ad aggiornare ma sono stata in vacanza e non ho avuto molto tempo.
Ho deciso di pubblicare oggi proprio prima dell'inizio della scuola, che sicuramente ci terrà tutti più occupati.
Detto questooo, spero che il capitolo vi piaccia, nel precedente non ho ricevuto commenti ma solo stelline :(
Quindi vi prego di commentare perchè ho bisogno di sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutte, vi adoro
A presto.

-Niaas


Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora