Thirty nine. Morire vivendo.

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La testa di Niall era poggiata sulle mie gambe, la mia mano continuava ad accarezzare i suoi capelli, dopo aver suonato, si poggiò su di me e lentamente si addormentò..
Io rimasi ferma a fissare le stelle, una in particolare brillava, ed ero sicura fosse sua sorella che ci stava osservando.

"Tua sorella sarebbe fiera di te" sussurrai, anche se sapevo che lui non mi avrebbe sentito.

Gli occhi di Niall con molta calma e delicatezza si riaprirono, l'alba era davanti a noi, e il suo viso era illuminato da alcuni raggi rossi, si guardò confuso intorno, e poi si sollevò, staccandosi dalle mie gambe sulle quali aveva dormito per alcune ore. Io ero rimasta sveglia per tutto il tempo, avevo osservato le stelle, il vento tra le foglie degli alberi, e come piano piano il sole si inalzava nel cielo.

"Ehi" disse Niall mentre si strofinava gli occhi.

"Ehi" risposi io sorridendo, e lui ricambiò il mio sorriso.

"Che ore sono?" domandava mentre mi guardava confuso, io gli dissi che erano le 6:32, e la sua espressione fu stupenda, peccato che nella vita reale non esistesse il replay per certe cose.

"È stato bello guardarti dormire" dissi io, mentre lui si stava alzando, voleva sicuramente tornare a casa.

"Tu sei rimasta sveglia per tutto il tempo?"
Io annuii, e afferrai la mano che aveva teso per aiutare ad alzarmi.

"Come stai?" dissi, ma lui preferí non rispondermi, raccolse il suo violino, e si avvio alla macchina.

Io decisi di seguirlo senza aprir bocca, molte volte facevo le domande sbagliate, nel momento sbagliato.

Era un grande passo per Niall, tutto quello che stava facendo, riuscire a liberarsi e condividere il peso che si portava dentro da anni.

Lo guardai camminare, guardavo il modo in cui le sue gambe si muovevano, e guardai le sue mani stringere forte il violino, come se avesse paura che potesse cadergli.

"Vuoi fare colazione, prima di tornare a casa?" mi domandò, non appena arrivai in macchina, io lasciai decidere a lui, e mi misi la cintura, perchè ero quasi sicura che la sua risposta fosse positiva.

Infatti fu cosí, Niall percheggiò l'auto proprio davanti al bar, allo stesso bar nel quale ci eravamo conosciuti.

Io e Niall ordinammo le nostre colazioni, ma il silenzio che c'era tra noi diventò davvero assordante, non so perchè era rimasto zitto dopo ieri notte, probabilmente non sapeva cosa dire o cosa pensare, vedevo attraverso i suoi occhi, il dolore che tenta ogni volta di trascinarlo sul fondo, quel tipico dolore che rimane lí, fermo, e che pretende di essere sentito.

L'unica cosa che disse fu un semplice grazie alla cameriera che ci aveva servito.
Dopo di chè, si assentò di nuovo, si limitò a sorseggiare il suo caffè guardando fuori dalla finestra, come se fosse imprigionato da qualcosa piú grande e forte di lui.
Mentre io mi trovavo lí senza poter fare nulla, quando l'unica cosa che vorrei con tutta me stessa, era quella di riuscire portare via quel dolore e quel malessere che lui era costretto a sopportare.
Ma non ci sarei mai riuscita completamente, l'unica cosa che potevo fare, era alleviarlo e alleggerirlo, ma mai eliminarlo.

Finito il suo caffè, mi fissò attentamente negli occhi, e con quello sguardo mi fece capire che potevamo tornare a casa.

Pregai che nel mio portafoglio ci fossero delle banconote, perchè Niall aveva completamente dimenticato di pagare mentre andava fuori.

Feci un respiro di sollievo quando presi il mio portafoglio e la trovai dentro, decisi di lasciare la banconota sul tavolino senza perder tempo alla casa, e andai fuori, e vidi Niall che mi aspettava dentro la sua auto.

"So quello che vuoi dirmi" mi avvertí lui, quando entrai in macchina, prima ancora di poter aprir bocca.

"Cosa vorrei dirti?"

"Vorresti dirmi che dovrei parlarti di quello che provo, di quello che sento, ma non ci riesco, sono bloccato-" disse innervosendosi, e non potevo fare a meno di notare che le sue mani stavano tremando.

"-Succede sempre cosí dannazzione, penso di fare un passo avanti, di riuscire a superarlo una volta per tutte, ma poi torno sempre al punto di partenza, e non so ora cosa mi sta succedendo, ma ho qualcosa dentro che mi blocca, come se qualcuno mi stesse stringendo la gola per non farmi respirare, e a volte vorrei piangere, piangere per tutte le volte che non ho permesso a me stesso di farlo"

"Fallo" esclamai.

"Fare cosa?"

"Piangi Niall, piangi e sfogati, lasciati andare, butta fuori tutto quello che hai dentro, non sei piú da solo, ci sono io che mi prenderò cura di te. Ma questi silenzi sono assordanti Niall, ho bisogno che tu ti fida di me, che tu mi permetta di aiutarti, ho bisogno che tu condivida i tuoi dolori con me-" dissi tutto ad un fiato.

"-Ogni volta penso di essere capace di aiutarti, di alleggerire il tuo dolore, ma poi succede questo e non so piú cosa fare, mi sento impotente, hai presente quando l'acqua ti scivola fra le dita? Beh ecco io mi sento in questo modo, perchè semplicementi non so come afferrarti"

"Ma tu lo fai Liv, tu mi aiuti ogni giorno, da quando ti ho conosciuto io ho ricominciato a vivere"

Poggiai la mia mano sulla sua, e lui la strinse forte.

"Sai quale domanda mi ha fatto uno dei tanti psicologi che mia madre mi ha costretto ad incontrare?

Io feci di no con la testa, e lo incitai a continuare.

"Mi chiese; Preferisci vivere morendo, o morire vivendo?"

Io lo guardai, e gli chiesi qual era stata la sua risposta.

"Io risposi che preferivo vivere morendo, perchè io ero morto, qualcosa dentro di me si era spento, ma da quando ti ho conosciuto Liv, la mia risposta è cambiata, io adesso preferisco morire vivendo, preferisco vivere ogni giorno, sapere che quando morirò, almeno avrò vissuto a pieno la mia vita"

"Ti amo" sono le uniche parole che riesco a dire, perchè ho gli occhi lucidi.

Lui si avvicina a me e poi mi bacia, la mia mano è tra i suoi capelli, mentre lui fa scorrere delicatamente le sue dita lungo la mia schiena.

"Vivrò questa vita per me, per te, e sopratutto per mia sorella, perchè lei vedrà il mondo attraverso i miei occhi, e ne percepirà le sue bellezze attraverso le mie mani"

"Lei non smetterà mai di esserci, finchè sarà viva nei tuoi ricordi" dissi io.

"Lo so, Olivya Kylei" esclama lui per poi continuare a baciarmi, in quella fresca mattina, dentro la sua auto ancora spenta.

***

Io e Niall arrivammo a casa, dopo quella intensa conversazione nella sua auto.

Ogni volta che lo guardavo e che gli parlavo mi sembrava di svelare un altro pezzo di lui a me ancora sconosciuto.

Ma giorno dopo giorno, tutto sembrava essere piú chiaro, sembrava che io iniziassi a conoscere e capirlo, piú di qualsiasi altra persona.

Niall senza dire nulla si allontanò, stava andando a conservare il suo violino nello scaffale piú in alto del ripostiglio.

"Perchè lo stai conservando?" domandai io alle sue spalle.

"Perchè ora non mi servirà"

"Tu devi fare l'audizione per quell'accademia Niall, sei cosí bravo" mi avvicinai di piú a lui, e non appena gli fui davvero vicina, appoggiai la mia mano sulla sua guancia, accarezzandola lentamente.

"Fare quell'audizione significherebbe andare in Irlanda, lontano da qui, dal posto in cui sono cresciuto, lontano da mia sorella, dai miei ricordi.. lontano da te" mi rispose lui con un'aria triste.

"Si lo so, ma significherebbe anche realizzare il tuo piú grande sogno"

Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora