Thirthy eight. Cielo stellato.

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Dove diavolo si era cacciato quel ragazzo?
Sono ore che lo chiamo ma non risponde, non sopporto quando fa cosí, quando sparisce senza darmi la minima spiegazione.

L'ansia continuava a corrodermi dentro, avevo una strana sensazione nel petto, per mantenere la mia mente occupata decisi di cucinare qualcosa, era quasi l'ora di cena, e sono sicurissima che Niall tra poco si sarebbe fatto vivo, non salterebbe mai la cena, o almeno cosí credo.

Dopo aver fatto la spesa ed essere tornata a casa, avevo ricevuto una chiamata da mia madre dove mi avvisava che il giorno dopo sia io che Niall eravamo invitati a pranzo da lei, dato che quella sera stessa, mio fratello sarebbe ritornato a Seattle.

Il tempo sembrava non passare mai, ma in realtà era già troppo tardi, Niall sarebbe dovuto tornare da parecchio tempo, mentre di lui non c'era traccia.
La parte razionale di me si stava mettendo da parte, lasciando spazio a quella ansiosa.

"Dove diamine sei Niall Horan" ripetevo a me stessa.
Il telefono era fermo davanti a me, lo fissavo continuamente aspettando una sua chiamata o un suo messaggio, ma niente, lo schermo non si illuminò.

Persi le speranze, cosí decisi di mangiare da sola.
La tavola vuota mi faceva un brutto effetto, che quasi mi fece rabbrividire.
Ogni boccone sembrò non scendere, il mio stomaco era chiuso.

Non sapevo cos'altro fare per mantere la mia mente occupata da quelle terribili ansie e brutti pensieri.
E se gli fosse successo qualcosa? Se lui avesse fatto qualcosa?
Non devo pensarci, sarà da qualche parte e non avrà fatto caso all'orario.

Il mio telefono magicamente si illuminò, e quando apparve il suo nome, il mio cuore ritornò a battere.

"Niall ma dove diavolo sei fini.."

"Liv" disse lui interrompendomi, stava piangendo.

"Niall? Cosa succede?" il mio cuore che aveva ripreso a battere, si fermò nuovamente.

"Ti prego vieni qui, ho bisogno di te"

"Dimmi dove sei" esclamai quasi gridando, sentirlo piangere in quel modo mi faceva strano, non avevo mai visto Niall piangere o lasciarsi andare.

"Sono da lei"

"Da lei chi?" domandai, stavo impazzendo, controllai il telefono per assicurarmi che quella chiamata fosse reale, e non frutto della mia immaginazione.

"Da mia sorella"

"Cosa stai dicendo Niall, dove sei.." ma neanche il tempo di finire la frase, che dall'altra parte del telefono non c'era più nessuno.

Iniziai a pensare dove potesse trovarsi, ma l'unico posto che mi venne in mente era uno.

Presi la mia auto, e con il cuore che minacciava di uscire dal petto, guidai fin lí.
Appena arrivai notai subito la grande scritta sul muro.

"Abbiate pietà dei vivi, non dei morti"

Sapevo chi dovevo cercare, girai come una pazza, circondata da milioni di lapidi, ma il mio cuore fece un balzo quando lo vidi lí, steso al fianco della lapide di sua sorella, con entrambe le mani dietro la testa, mentre fissava il cielo.

"Niall" lo chiamai, ma senza urlare, quasi come un sussurro.
Vederlo in quell'immagine, al fianco di sua sorella morta, mi aveva strozzato la voce.

Lui si girò verso di me, con gli occhi inondati di lacrime.
Mi abbassai verso di lui, che si alzò leggermente soltanto per affondare tra le mie braccia.

"Ehi va tutto bene, sono qui.." dissi cercando di tranquillizzarlo, ma senza accorgermi che alcune lacrime avevano rigato anche il mio di viso.

"Mi manca da morire, Liv" riuscí a dire, quasi disperato.

"Lo so Niall, ti credo, e non posso neanche lontanamente immaginare come tu possa sentirti, ma sono sicura che lei non vuole vederti cosí"

"Neanch'io vorrei vedermi cosí, sei la prima persona a cui mi mostro in queste condizione, sono un'idiota, ma ho cosí dannatamente bisogno di te, perchè adesso sei diventata tu l'unico motivo per non mandare all'aria tutto"

"Non devi vergognarti, puoi piangere quanto vuoi, sfogati Niall, dopo starai meglio"

"Resta qui con me, stanotte"

"Restare qui? Ma è.."

"Si-" disse confermando la sua idea "-Resta qui con me, stanotte voglio suonare per te e per mia sorella, le uniche persone che ho amato veramente nella mia vita"

"Vuoi suonare?"

"Si, per te e per lei"

"Niall, non sei obbligato a farlo" dissi, avvicinandomi a lui, asciugando le sue lacrime"

"Io voglio farlo, so che Victoria è lì-" disse indicando le stelle. "-E so che sta aspettando da troppo tempo questo momento"

"Hai portato con te il violino?" domandai, non vedendolo intorno a noi.

"Si, è nella mia auto, non l'ho mai tolto da lì"

"Vuoi che vada a prenderlo?" gli domandai, ma lui fece di no con la testa.

"Aspettami qui" mi rispose, e io annuii.

Continuai a fissare la foto di Victoria sulla lapide, era una ragazza cosí bella, somigliava molto a Niall.

"Sono sicura che sei orgogliosa di lui-" sussurrai, sono convinta che lei mi stia ascoltando "-Avrei tanto voluto conoscerti Victoria"

Feci un sorriso, e poi sentii i passi di Niall dietro di me, mentre mi raggiungevano.

Il riflesso della luna fece ombra sul suo meraviglioso viso.
Lui non aprí bocca, prese il violino, lo posizionò sulla spalla, fece un lungo sospiro chiudendo gli occhi, e intonò la prima nota, poi la seconda, poi la terza, fino a suonare una meravigliosa melodia.

Rimasi incantata a guardarlo suonare, sentivo qualcosa dentro il mio petto davvero forte, probabilmente vorrei piangere dalla gioia, perchè lui aveva abbattuto questo muro, che fino a poco tempo fa, sembrava più forte di lui.

"Questa canzone l'ho scritta per lei in questi anni, ma non l'ho mai suonata, questa è la prima volta" mi disse lui, non appena rimise il violino a posto.

"È meravigliosa Niall, suonala ancora" lo incitai io, sorridendo.

"Ancora?"

Io annuii, e lui fece quello che avevo appena detto, nell'arco di pochi secondi Niall stava suonando di nuovo, sotto un cielo stellato, davanti a me e sua sorella.

Per un attimo alzai gli occhi al cielo, e sono sicura che anche lei in questo momento era fiera di Niall, e probabilmente stava sorridendo e applaudendo alla composizione che suo fratello aveva fatto per lei.

Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora