Thirthy seven. Perdonami.

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Probabilmente la mia vita nell'ultimo periodo era diventata un disastro, un problema dopo l'altro, i momenti in cui ricordo di essere stata veramente felice sono pochi, ma in tutti questi momenti c'era lui, Niall.

Guardarlo negli occhi mi trasporta in un mondo nuovo, un mondo completamente diverso da quello che stiamo vivendo, dove i miei sorrisi, e i suoi sorrisi, non sono eventi singolari, ma eventi giornalieri.

Credo che avere lui con me, mi abbia dato la forza per andare avanti, lottando con tutta me stessa per tirare Harry fuori dai guai.
Perchè sarà così, non ci sarà un giorno in cui io non ci proverò.

"Terra chiama Liv" disse Niall sventolandomi una mano davanti la faccia, ero rimasta a fissare fuori dalla finestra.

Mi voltai verso di lui, asciugando velocemente le lacrime, e di colpo mi gettai nelle sua braccia.

"Di chi era la lettera?" domanda, accarezzandomi lentamente i capelli, e facendo poi giocare le sue dita con alcune ciocche.

"Harry" risposi io, tenendo quella lettera stretta fra le mani, come se fosse la cosa più preziosa.

"Posso..uhm, leggerla?" mi chiede, mettendo la sua mano, sulla mia.

"Certo" confermai, e lui me la sfilò delicatamente dalle mani, muovendosi verso il divano.

Rimasi ferma davanti a lui, ad osservare il suo cambio di espressioni, mentre leggeva quella lettera, era passato dal tenere le sopracciglia aggrottate, alla tristezza assoluta delle parole di Harry. Avevano colpito anche lui, avevano stretto perfino il suo forte ed immenso cuore.

"Wow..-" esclama, ripiegandola. "-È un ragazzo davvero forte"

"Lo so, lo so" rispondo io, prendendo con cura quella lettera, precipitandomi a conservarla nello stesso diario che Niall mi aveva regalato.

"Pensi che riusciremo a tirarlo fuori?" domandai io, dall'altra stanza, non vedevo Niall, ma ero sicura che in questo momento le sue mani erano strette in due pugni.

"Ci proveremo fino all'ultimo giorno" rispose lui, raggiungendomi.

Io ero seduta al bordo del letto, lui si era fermato sulla soglia della porta, poggiando le spalle contro il muro.

"Perchè t'importa cosí tanto di lui? Perchè ti senti in dovere di salvarlo?" gli chiesi lasciando che quelle parole uscissero da sole fuori dalla mia bocca, non ci avevo mai pensato al vero motivo per cui Niall facesse tutto questo, per amore pensai io, perchè mi ama.

"Lo faccio per te..-" disse, ma fece una piccola pausa. "-Ma principalmente per mia sorella, sono sicura che anche lei vorrebbe vederlo libero"

"Eravate molto legati vero? Tu e tua sorella intendo.."

"È stata l'unica ragione per cui non ho lasciato l'America" rispose lui, il suo sguardo era fisso per terra, non riusciva a guardarmi, perchè sapeva che sarei riuscita a vedere il dolore che provava attraverso i suoi occhi.

"Perchè volevi lasciare l'America?"

"È una lunga storia Liv, lunga e noiosa" disse, sbuffando.

"Non può essere noiosa se si tratta di te" risposi, sorridendogli sinceramente.

"Sei sicura di volermi ascoltare? Ti avviso è una sto.."

"Si" dissi interrompendolo.

"E va bene-" esclamò, venendo a sedersi vicino a me, prese le mie mani e le intrecciò alle sue.
"-Mia sorella ed io siamo sempre stati legati fin da piccoli, nonostante la differenza di età, ogni giorno ci facevamo sei chilometri in bici, per raggiungere un lago dove passavamo interi pomeriggio, a scherzare, parlare, ridere.. Ero solo io a prendermene cura, e lei a prendersi cura di me, i nostri genitori non c'erano mai per via del lavoro. La vidi crescere, innamorarsi, piangere, sorridere, lei c'era sempre, anche quando vinsi un concorso come miglior violinista, ma nemmeno in quel caso i miei genitori erano presenti, c'era soltanto lei, ed è sempre stata l'unica a sostenermi"

"Tu suonavi il violino?" domandai meravigliata.

"Suonavo. Dopo la sua morte non l'ho più neanche sfiorato"

"Vorrei sentirti suonare un giorno"

"Io vorrei tanto riuscire a suonare di nuovo, un giorno" disse, facendo un lungo sospiro.

"Penso che a tua sorella farebbe molto piacere vederti suonare di nuovo"

"Lo so, lei insisteva tanto affinchè andassi al miglior conservatorio musicale in Irlanda"

"Sarebbe fantastico, non credi? potresti provare a fare l'iscrizione" domandai, ma la sua espressione cambiò completamente.

"Non accadrà mai, me lo sono tolto dalla testa già da molti anni."

"Ma potresti provar.."

"Ho detto di no" disse alzando la voce, e come una molla scattò in piedi, lasciando la stanza.

Mi portai una mano davanti la bocca, non riuscivo a capire il perchè aveva reagito in questo modo.

Mi alzai cercando di capire dove fosse andato, ma sentii subito il rumore della sua auto sfrecciare al massimo, ero stata una sciocca, forse non mi sarei dovuta permettere di suggerire quella cosa, ma ascoltarlo e basta.

Decisi quindi di uscire per andare a fare un po' di spesa, dato che ero rimasta sola, e non avevo la minima idea dell'orario in cui sarebbe tornato a casa.

Niall's pov.

Guidavo veloce come non avevo mai fatto in tutta la mia vita, sentivo il mio corpo bruciare, con un nodo alla gola che si stringeva sempre di più fino a non farmi respirare.

"Maledizione" esclamai sbattendo entrambe le mani contro il volante, mi accostai quando non riuscivo più a vedere nulla, la mia vista era completamente appannata dalle lacrime.

Non piangevo più, da anni oramai, e ora cosa mi è successo? Perchè in quel momento mi ero lasciato andare? Cosa mi stava succedendo?

Liv è stata l'unica persona a toccare quella parte di me, che avevo nascosto a tutti fin ora, quella parte dolce, sensibile, e fragile e debole.
Si, perchè io sono debole.

Non potevo mostrarmi in queste condizioni davanti a lei, sono andato via proprio per questo, non perchè lei avesse fatto qualcosa, sono andato via per permettere a me stesso di lasciarsi andare per una volta, senza tenere tutto dentro.

La testa era poggiata completamente contro il sedile, tenevo gli occhi chiusi, e lasciai che le lacrime bagnassero il mio viso in un modo devastante, tutte le lacrime che avevo trattenuto fin ora, stavano uscendo fuori in un numero infinito, forse erano cento, mille, duemila?
Non lo so, ma sembravano essere davvero moltissime.

"Perchè?" urlai, sbattendo nuovamente le mani contro lo sterzo della macchina, che fece partire il suono del clacson.
"Perchè piuttosto che proteggerla e passare gli ultimi giorni con lei, pensavo a quella stupida audizione!"

Non riuscirò mai a perdonarmelo.
Ho ancora in mente il suo sorriso che si spegne alle mie tremende parole.

"Ehi Niall, ti va di accompagnarmi al parco?" la voce di mia sorella mi tornò in mente, quel ricordo era ancora lí, non voleva lasciarmi.

"Victoria, sto studiando per l'audizione, non posso venire" risposi io senza darle la minima attenzione, e odio me stesso ogni giorno per non essere andato con lei, l'ultimo giorno prima della sua morte.

"Ti prego Niall, non lo facciamo da troppo tempo, potresti dedicare anche a me un po' del tuo tempo, oltre alla tua meravigliosa audizione?" mi implorava con quei suoi occhi azzurri, grandi e bellissimi. Ma io neanche alla sua preghiera mi girai a guardarla.

"Ho detto no, Victoria, ora va via e lasciami stare, non posso perdere tempo ascoltando le tue lamentele"

Dio, quanto sono stato stronzo, il suo grande sorriso era stato spento in un secondo, da quelle dannate parole.

Misi a moto la mia auto, e decisi di andare da lei, di raggiungerla, perchè era giusto cosí, spero lei possa perdonarmi.




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