Sixteen. Drink

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Il timer del microonde si era azzerato, e ciò significava che la cena era pronta. Quella sera ero sola, mia madre aveva il turno di notte e mio padre non lo vedevo da giorni, mentre Kendall era fuori con i suoi amici.
Stare al tavolo da sola non aiutava la situazione, avevo voglia di piangere e gridare, proprio adesso che i miei sentimenti avevano fatto chiarezza, non potevo perderlo, era l'unica persona che dopo tempo era riuscito a svegliare quella parte di me, che avevo completamente perso.
L'idea di non riuscire a chiarirgli, o parlargli un'ultima volta mi corrodeva dentro, infatti mangiucchiai un po' della cena, non avevo fame, e il mio stomaco era chiuso.
Presi il cellulare e istintivamente mandai un messaggio. A lui.

Liv: Niall ho bisogno di parlati
Liv: Ti prego, rispondimi, dobbiamo chiarire, non puoi ignorarmi per sempre.
Liv: Ho bisogno di te, non puoi lasciarmi anche tu.
Liv: Niall non adesso.
Niall: Lasciami in pace Olivya
Liv: No! Ti prego lascia che io ti spieghi, c'é una spiegazione logica a tutto.
Niall: Sei la migliore amica dell'assassino di mia sorella, non potrò mai accettarlo, non voglio vederti!
Liv: Niall aspetta, vediamoci, anche se dovrà essere l'ultima volta, ma ho bisogno di vederti.
Niall: Scordati di me.
Liv: Non posso!
Niall: Si che puoi!
Liv: No! Diamine.. Io ti amo!
*Niall Horan ti ha bloccato*

"Nonono" urlai da sola lanciando il telefono contro il divano, mi misi entrambe le mani davanti la faccia e sentí le lacrime scorrere sul mio viso, erano salate, amare.
Non ci pensai due volte, senza riprendere il cellulare o le chiavi mi allontanai da casa, andando dritta a casa di Niall, adesso tutto era piú chiaro, mi ricordo perfettamente il giorno in cui Harry mi indicò la casa "Del fratello di Victoria, che era tornato per riaprire il caso" e ricordo anche quando lo incontrai nel quartiere di Harry.

Bussai alla porta appena arrivai, avevo il fiatone perché avevo corso. Quando Niall aprí la porta il mio cuore si fermò, non era solo, era con una ragazza.
"Posso esserti utile?" disse lui fingendo di non conoscermi.
Le parole rimasero ferme in gola, come risposta le lacrime continuavano ad uscire senza sosta. Ero stanca di piangere.
"Credo..di aver sbagliato casa" risposi non appena la ragazza continuò a fissarmi ridendo, cosí mi voltai per andarmene.
"Aspetta" disse Niall.
Mi voltai a guardarlo.
"Se mai dovesse venirti la voglia di tornare, evita la fatica, io come vedi-" disse indicando la ragazza "-Ti ho già dimenticato"
"Nessun problema-" dissi rimandando indietro le lacrime "-Non ti darò piú fastidio" detto questo cominciai a correre di nuovo, ma sta volta senza una meta.

Niall's pov.

Non appena Liv si allontanò da casa mia, mi scrollai di dosso quella tipa, era assillante e non so neanche perché l'avevo chiamata.

"Jem" dissi "Puoi anche andare"
"Ma come, non abbiamo ancora fatto nulla" rispose lei con aria dispiaciuta, ma non m'importava, ora come ora nella mia testa c'era solo lei. Lei con i suoi maledetti occhi che mi facevano impazzire solo a guardarli, e che io stasera avevo fatto piangere.
Tirai un calcio alla sedia che andò a sbattere contro il muro provocando un rumore odioso.

"É per quella ragazza vero?" mi domandò Jem.
"Non sono affari tuoi, Jemina"
"Ti piace davvero tanto" continuò provocando ancora piú rabbia dentro di me, avevo voglia di cacciarla a calci.
"Va via" urlai e lei senza rispondere prese le sue cose lasciandomi solo.
Ero arrabbiato, avevo cacciato Liv da casa mia, era da sola di notte, e l'idea di non sapere dove fosse mi stava uccidendo. Stava piangendo, era ferita, e quando le ragazze sono ferite non fanno mai cose buone.
Di colpo presi il cellulare e la chiamai, ma niente, risultava spento. Diamine.
Presi la giacca e le chiavi dell'auto e senza pensarci due volte andai fuori a cercarla, anche se non volevo vederla non potevo permettere che gli accadesse qualcosa.
Dovevo trovarla anche a costo di cercarla per tutta la notte. La odiavo perché era la migliore amica di quel bastardo, ma l'amavo, l'amavo talmente tanto da essere sicuro che quest'amore mi avrebbe distrutto e ucciso.

Liv's pov

La gente in quel locale fumava qualsiasi cosa, e beveva ogni tipo di alcolico.
Mi avvicinai leggermente al bancone e chiesi qualcosa di forte, dovevo dimenticare, ogni volta che chiudevo ogni occhi mi venne davanti l'immagine di Niall che teneva quella ragazza stretta dalla vita.

"Tutta sola?" una voce si avvicinò a me, ma il suono della musica ad alto volume non mi permetteva di sentire bene, perciò annuii leggermente con la testa, e quel ragazzo si sedette affianco a me poggiando una mano sulla mia spalla.
"Come mai sei da sola?" mi domandò sorridendo.
"Non sono affari tuoi" risposi fredda mandando giú il mio cocktail.
"Scusa, forse non mi sono presentato bene-" disse lui porgendomi una mano "-Io sono Blake"
"Liv" risposi ma non afferrai la sua mano, ero già al terzo bicchiere e la testa iniziava a girare.
"Ti va di ballare?" mi chiese non appena mi voltai a guardare le persone in pista scatenarsi.
"No grazie, rimango qui" mi affrettai a dire e ordinai un altro drink.
"Sei molto carina"
"G-grazie" dissi afferrando il bicchiere per poi buttarlo giú ad un sorso solo, strizzai gli occhi e poi non appena li riaprí la stanza girava veramente, avevo esagerato, ma non m'importava, adesso stavo meglio.
"Allora balliamo?" mi domandò nuovamente Blake.
"Ho detto no" dissi secca, per poi lasciare le banconote dei drink sul bancone e mi avviai fuori, barcollai per tutto il tragitto e appena uscí fuori da quel locale l'aria fresca e pulita invase i miei polmoni facendomi fare dei grossi sospiri.

"Liv aspetta" la voce di Blake che mi chiamava ancora mi fece alzare gli occhi al cielo, mi voltai nella sua direzione ma per poco non finivo per terra, stavo per cadere ma Blake mi aiutò a reggermi in piedi, adesso il nostro viso era a pochi millimetri, ma quando mi resi conto che forse eravamo troppo vicini era tardi, iniziò a baciarmi e sentí la sua lingua chiedere l'acesso glielo negai allontanandomi da lui.
"Perché mi respingi?"
"Perché non mi piaci e non mi va di baciarti" ridacchiai confusa, con ancora la testa tra le nuvole, i residui dell'alcol mi fecero bruciare la gola talmente tanto che pensai potesse andare a fuoco.
"Ma possiamo divertirci, siamo entrambi ubriachi e domani non ricorderemo nemmeno di esserci incontrati"
"Io non dimentico" dissi allontanandomi ma niente, Blake non voleva mollare e mi spinse con le spalle contro il muro.
"Lasciami in pace" dissi respingendolo via con disgusto.
"Dai, sta ferma" continuò lui mentendendo la testa nell'incavo del mio collo.
"Lasciami" ripetei piú volte.
"Non hai sentito testa di cazzo?" una voce poco lontana da noi ci interruppe. Era Niall, era davvero qui.
Si avvicinò con passo svelto a noi e staccò Blake da me.
"Ma tu che cosa vuoi?" ringhiò il ragazzo moro.
"Va via prima che ci ripensi e ti mischi le ossa"
"Cos'é una minaccia?" domandò Blake.
"No, una promessa" rispose Niall proprio nello stesso modo in cui gli avevo risposto io. Non capivo perché adesso era lí a difendermi se poco prima mi aveva chiaramente spiegato che non voleva vedermi.
Mi piegai in avanti e sentí qualcosa salirmi dalla gola. Stavo per vomitare. Dopo che Blake ci lasciò in pace, Niall si avvicinò per aiutarmi, tenendomi i capelli, subito dopo mi aggrappai a lui che mi fece strada fino alla sua auto.

"Perché sei qui?" domandai non appena mise in moto la macchina
"Non ho detto che puoi parlarmi" rispose in modo secco lui serrando la mascella.
"Allora perché non hai lasciato che quel ragazzo continuasse a baciarmi?"
"Perché non mi va che un maniaco qualsiasi va in giro a stuprare tutte le ragazze che frequentavo"
"Già parli al passato?" domandai abbassando lo sguardo.
"Esatto" confermò lui senza neanche guardarmi.
"Niall io ti amo" dissi poggiando una mano sulla sua che stava cambiando marcia.
"Sta zitta, sei ubriaca marcia, non sai quel che dici"
"So quello che dico, io ti amo, e ti amerò anche domani da sobria, ogni singola parte di me vuole stare con te, voglio fare l'amore con te, Niall"
La macchina di Niall frenò di colpo davanti casa mia.
"Sei arrivata, puoi scendere"
"Non é stato Harry" affermai rimanendo ferma sul mio posto.
"Di cosa stai parlando?"
"Non é stato Harry ad uccidere Victoria, é stata Lucinda Moore, e posso provartelo"
"Che cosa stai dicendo, Lucy?" adesso la voce di Niall era stranita.
"Si Niall, é stata lei, é complice con Cale Norwet il mio ex ragazzo, lo stesso ragazzo che mi ha picchiato, dal quale tu dovresti proteggermi" sussurrai piangendo, ne avevo abbastanza di piangere, ma non riuscivo a fermarmi, ero molto vulnerabile.
"Va a dormire Liv, sei stanca" continuò Niall senza neanche dar peso alle parole che gli avevo appena detto.
"Non puoi fingere di non provare le mie stesse cose"
Niall rimase fermo senza dire una parola, aveva lo sguardo perso nel nulla.
"Niall, lascia che ti spieghi come sono andate realmente le cose, fidati di me"
"É proprio questo il problema" rispose lui.
"Quale?" domandai.
"Io non so ancora se fidarmi di te"
Detto questo mi lasciò senza parole, scesi velocemente dalla macchina sbattendo lo sportello. Niall rimase fermo con l'auto davanti a me, e poi abbassò il finestrino.
"Però sono sicuro di amarti anch'io" esclamò e poi andò via, lasciandomi da sola davanti casa mia.

Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora