Thirty one. Grazie

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"Non voglio tornare a casa" sussurrai a Niall, che si trovava al mio fianco mentre cercava di mettere in moto l'auto.

"Liv devi tornare a casa, i tuoi genitori sono preoccupati, hanno chiamato la polizia" mi rispose lui.

"Si ma come giustificherò tutto questo Niall? Non possiamo dire a nessuno di Cale, lo sai!" continuai quasi urlando, avevo paura di non riuscire a trovare le risposte alle miliardi di domande che i miei genitori mi avrebbero fatto.

"Troveremo una giustificazione a tutto, ma ora devi raccontarmi cos'è successo"

Feci un sospiro e chiusi gli occhi, sentivo ancora il respiro di Cale sulla pelle.

*Flash back*

"Che cosa vuoi fare Cale?" domandai con il cuore che mi martellava nel petto.

I suoi occhi erano neri di rabbia e odio, non riuscivo ancora a trovare una motivazione ai suoi comportamenti, al suo odio nei nostri confronti, è l'unica risposta che la mia testa continuava a suggerirmi era "È solo un pazzo"

"Vieni con me Liv, ti prometto che non ti farò del male" sussurrò quasi pregandomi, ma non mi fidavo per niente di lui.

"Non me ne faccio nulla delle tue assurde promesse, non verrò da nessuna parte con te" ringhiai tra i denti, e mi allontanai velocemente da lui.

Ma dopo qualche istante la sua mano strinse il mio braccio, e mi poggiò con le spalle al muro.

"Tu verrai con me, o con le buone o con le cattive, quindi ti consiglio di collaborare" disse continuando a stringere il mio braccio, talmente forte da farmi bloccare il sangue.

"Va bene-" esclamai poi "-Ma lasciami"

Lui fece un sorriso sghembo e mollò la presa, guidandomi nella sua auto.
Avevo completamente firmato la mia condanna a morte non appena gli sportelli della sua auto si chiusero e lui mise in moto, partendo a tutto gas.

Pregai dio di non morire schiantata da qualche parte insieme a quel mostro, sfrecciava tra le strade superando tutte le altre auto, che alloro volta suonavano il clacson insultandoci, ma lui non sembrò importare, il suo obiettivo era un altro.

La macchina si fermò davanti l'ice palace, e lui mi obbligò a scendere, tenendomi per il polso.

Salimmo su, al terzo piano, che si affacciava perfettamente su tutta la città illuminata dalle luci natalizie.

Il panorama era stupendo, anche il posto era stupendo, peccato che mi trovavo con la persona sbagliata, con la persona che piú odiavo al mondo.

"Non è bellissimo?" mi domandò lui avvicinandosi a me, avvolgendo il mio corpo tra le sue braccia, i miei tentativi di allontanarmi furono vani, dato che lui era molto piú forte di me.
I miei occhi non incrociarono mai i suoi, perchè non volevo guardarlo, ma lui mi costrinse a farlo, avvicinandosi sempre di piú a me, e infine baciandomi.

"Lo sai Liv, cos'altro è piú bello di questo panorama?" mi domandò.

"Si" risposi secca, e poi all'unisono dicemmo qualcosa.

"Tu" rispose Cale, ma la mia risposta era completamente diversa dalla sua.
"Niall" avevo risposto.

I suoi occhi sembrarono andare a fuoco, e mi spostò dalle sue braccia spingendomi a terra, gattonai all'indietro cercando di andare via, ma non avevo molte speranze.

"Non puoi andare da nessuna parte Liv, tu sei mia, e nessuno ti amerà mai quanto ti amo io"

Continuai ad ignorarlo gattonando, ma lui mi afferrò un piede, ma fortunatamente riuscii a liberarmi, afferrai il portacenere sul tavolino al mio fianco e glilo lanciai in faccia.
Cale si piegò in due con entrambe le mani davanti agli occhi, non vedeva nulla, sfuttai la situazione per scappare, ma non sapevo dove andare, uscii dalla prima porta che andava verso il terrazzo, iniziai a correre sfilando il cellulare dalla tasca, non c'era linea

Unwritten (Njh)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora