chapter six.

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Theo era da sempre una persona molto socievole e aperto per quanto riguardava i sentimenti.
E non gli fu difficile affezionarsi a Lydia, la ragazza dai lunghi capelli rosso fuoco che entrò alla clinica solo due mesi dopo di lui. In pratica, maturarono e crebbero assieme.
Il loro primo incontro fu davvero strano.

Theo era intento a deprimersi andando su e giù per i vari piani della clinica. Quel giorno non aveva dormito proprio nulla e poteva dire con certezza di assomigliare ad uno zombie di prima categoria.
Mentre camminava, andò a sbattere contro qualcuno: abbassò lo sguardo e incontrò quello di una ragazza molto esile, con degli occhi scurissimi e dai capelli molto notabili.
«Hai fatto notte bianca?» Gli chiese, guardandolo con attenzione. Nemmeno lei stava granché bene, però. Era pallida, senza trucco - il che evidenziava le profonde occhiaie - e vestiva un cappotto sgualcito.
Insomma, non stava andando ad un appuntamento.
«Nemmeno tu sei in forma.» Replicò lui, tenendo lo sguardo fisso su di lei. La ragazza si scostò i capelli e li buttò tutti indietro, dopodiché forzò un piccolo sorriso.
«Non penso che nessuno che sia qui stia in perfetta forma.» Se ne uscì. «Comunque piacere, sono Lydia Martin.»
«Theo.» Fu molto esaustivo.
«Non dirmi che è il diminutivo di Theodore e che odi profondamente il tuo nome.» Gli chiese, sorridendogli cordialmente.
Theo restò zitto per qualche attimo: quella ragazza lo stava trattando benissimo, mentre lui la stava trattando male. Certo, nessuno dei due erano nelle condizioni migliori, ma forse doveva sforzarsi di essere un minimo decente.
«Sei nuova qui, vero? Se vuoi posso farti un giro del posto. Sono qui da ben due mesi quindi conosco bene il centro.» Si offrì, ma lei scosse la testa e strinse a pugno le mani.
«Preferirei parlare il più possibile, onestamente. Fare un giro significherebbe stare zitti e guardarsi intorno.» Theo la capì subito: se fossero stati zitti, i suoi pensieri sarebbero andati verso ciò che la aveva portata in quella clinica. Theo lo sapeva bene e gli dispiaceva tanto che altre persone provassero il dolore che stava provando lui.
«Allora potremmo andare nella sala comune e presentarti agli altri.» Propose, e Lydia fu entusiasta dell'idea.

Dopo quel giorno, i due non si parlarono tanto, poiché avevano orari diversi per le attività ed entrambi passavano il loro tempo libero chiusi nelle rispettive abitazioni.
Poi subentrò la terapia di gruppo, e a pranzo, essendo soli, decisero di sedersi assieme e tra una portata e l'altra, tra una riunione e l'altra, diventarono pian piano grandi amici.

Theo non aveva nessuno che venisse a trovarlo. Aveva chiesto esplicitamente di non vedere i suoi genitori almeno fino a Natale. Dopo ciò che era successo, si meritava di stare solo. E ne aveva un estremo bisogno.
Lydia invece, riceveva spesso la visita di una coppia; non li aveva visti bene ma aveva notato i tratti asiatici della ragazza. I due sembravano davvero felici assieme e Theo era sinceramente contento che gli amici di Lydia venissero a farle compagnia. Era una ragazza troppo bisognosa di affetto. Era bellissima, e si chiese se aveva un ragazzo.

Un giorno, poi, oltre alla solita coppia, vide anche un altro ragazzo moro, che aveva un pacco di fogli in mano e sembrava agitato mentre aspettava nell'atrio della clinica. Così Theo gli si avvicinò, dopo aver salutato gli altri due. Non erano amici, ma era capitato che alle volte durante le loro visite si scambiassero qualche parola.
«Sei agitato di vedere Lydia? » Gli chiese, sedendogli accanto. Lui lo guardò torvo, tenendo stretto il pacco di fogli e annuì, mordendosi il labbro. Sentì la risata dell'altro moro, che guardava l'amico con affetto e divertimento.
«È solo agitato di vedere la sua Lydia.» Theo guardò i tre con aria interrogativa.
«State assieme?» Chiese, ma vedendo la faccia del ragazzo capì che la risposta era no.
«Io penso che succederà molto presto.» Parlò la ragazza asiatica, stretta tra le braccia del suo fidanzato. Lui annuì, in accordo con lei, e il moro iniziò a balbettare in modo dolcissimo.
«Dai, Stiles, andrá tutto bene.» Disse la coppia in coro.

257 Days Before.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora