So che a nessuno interessa, ma poichè questo è un capitolo decisivo, ci terrei che leggeste anche l'Angolo Autrice in fondo. Grazie.♪
160 giorni prima;
Dicembre.
«Non ci avrei mai creduto! Questo posto mi mancherá.» Malia finì di portare l'ultima valigia e guardò la ragazza con una voglia profonda di strangolarla.
«Eddai Malia, fingiti triste perchè non mi vedrai più!»
Lei scosse la testa. «Sai che non è così.»
«Lo so.» Lydia si mise seduta nella sala d'attesa, ora adibita alla 'raccolta dei pazienti per le vacanze natalizie'; guardò le sue due valigie nere accanto a lei e inspirò, come a volersi inalare l'odore di quel posto che era stata casa sua per moltissimi mesi.
Sarebbe venuto a prenderla Stiles; l'eccitazione era alle stelle e da una parte aveva paura di tornare alla vita reale: l'universitá, lo studio faticoso, casa sua, sua madre, i suoi amici storici. Stare in un centro non era una passeggiata, ma comunque diventava un punto fermo, sicuro, dove ti creavi la tua piccola vita con i tuoi nuovi amici, che sarebbero rimasti sempre nella tua memoria; era difficile cancellare qualcuno che ti aveva accompagnato in un percorso così lungo e faticoso come la riabilitazione.«Ti racconto una cosa.» Anche Malia era lì con lei, in quella stanza, con la sua valigia ai piedi. Era seduta di fronte a lei da quando erano arrivate. Nessuna voleva mettersi a fare un ultimo giro al centro, anche se Malia ci sarebbe tornata l'anno successivo. Era Lydia che lasciava tutto, e la nostalgia - lo aveva provato e la sua pelle ne soffriva ancora - non era un fardello che amava portarsi alle spalle.
La bionda annuì solamente e si porse per starle più vicina. Lydia appoggiò la testa contro il muro e guardò in alto, come se volesse catturare un ricordo lontano della sua mente.
«Sono arrivata qui due anni fa. E il primo giorno è stato tremendo, credimi, ma non quanto il giorno in cui ho incontrato lui.» Malia divenne subito rigida e guardò torva la ragazza; ma Lydia, per quanto volesse aiutare gli amici, non era una che metteva zizzania. E non voleva fare favoritismi. Voleva solo raccontare a Malia cosa era successo nel suo periodo buio.
«Dimmi tutto.» Si decise allora Hale, mettendosi a guardare le sue scarpe logore e vecchie.«Theo doveva essere arrivato qui solo da poche settimane; si vedeva quanto stava male. Immaginati una pazza che ha da poco subito la morte della sua migliore amica e un altro pazzo che...» Si bloccò, non sapendo cosa dire. O se poteva dirlo.
«Stavo cercando un posto dove rifugiarmi.» A quelle parole, Malia sorrise. Allora non era stata l'unica ad aver reagito così all'inizio.
«E allora l'ho trovato, sepolto in mezzo ai libri. Allora, vedendolo così abbattuto, mi sono messa a parlare con lui. E quando mi ha chiesto cosa fosse successo... gli ho detto semplicemente che era qualcuno. E lui ha iniziato.» Lydia sorrideva, come se non fosse lei la protagonista di tutta quella storia, come se fosse capitato decenni fa, non meno di due anni prima.
«Ha iniziato a fare ipotesi stupide su cosa potesse essermi successo; poi l'ha detto. "o forse la tua migliore amica. Chissá a quale feste eravate, o vi stavate dirigendo."» Malia rimase a bocca aperta.
Lydia annuì, fattasi seria un momento.
«Esatto, Malia. Da lì capii.. Che lui ne sapeva più di noi messi assieme. E che capiva molto delle persone. Abbiamo continuato a parlare, lui continuava a tartassarmi con battutine stronze e fredde. Poi dopo un po', ha detto una frase che mi ha colpito.» Si fermò per guardare la ragazza bionda davanti a lei.
«"Siamo qui per un principio egoista di mostare la nostra tristezza e volerla sentire e soffrire. Non siamo qui per superarlo. Non aspettarti di uscire da qui tanto velocemente." Quella frase mi ha fatto riflettere, perchè in effetti ha ragione, nell'insensata mente di noi che ci troviamo qui.» Malia non rispose, strinse soltando le dita attorno al bordo della sedia.
«Quel giorno ti ha confessato cosa gli era capitato?»
«No.»
E quella conversazione terminò lì.Era arrivata l'ora, almeno per Lydia. Ma la rossa era troppo impegnata a crogiolarsi sulla nostalgia e a parlare con Malia che nemmeno si rese conto del tempo che passava.
Ma Malia si era accorta di un ragazzo moro che entrava - era seduta di fronte alla porta, il che le dava una buona visuale su gran parte del pianoterra - mentre Lydia era contro la porta e poteva fissare solo lei, e le altre persone che so erano accumulate lì dentro nel corso della mattinata.
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257 Days Before.
Fanfiction«Non esiste cosa peggiore della morte, se non quella di vivere con i sensi di colpa.» Quella frase gliela aveva detta Theo, in un periodo in cui si trattavano ancora civilmente e forse si volevano bene nel limite del possibile. E quella frase l'avr...