190 giorni prima;
Nathan ci aveva messo un giorno intero a decidersi definitivamente. Sapeva che non poteva più rimandare e decise di agire, finalmente.
Per sua incolmabile fortuna, quel giorno Malia sarebbe stata occupata con la terapia singola, con la dottoressa Mejer, e quella di gruppo, che avrebbe coinvolto tutti, persino Theo Reaken. Lui e Malia nella stessa stanza dopo tutto il casino che avevano combinato: quasi si rattristava a dover perdersi un tale spettacolo.
Nathan aveva aspettato parecchio - ma davvero tanto - tempo a decidersi sul da farsi; e sul come. E infine aveva optato per la scelta più masochista e breve: dire tutto senza giri e senza ambiguitá.
«Non voglio di certo finire come Theo, un giovane innamorato di una che meritrebbe un sacco; ma si trova tra i piedi un amico gay e un'amica amica di un pazzo innamorato di lei.» Se lo era ripetuto molte volte, si era autoconvinto che doveva tirare fuori le palle e farsi avanti.
L'unica cosa che lui ignorava, era che Trent sapeva già tutto. Ma quella notizia arrivò in un secondo momento.
Verso tarda mattinata Nath andò a bussargli; il ragazzo gli aprì immediatamente e lo fece accomodare. Restarono a parlare un po', come faceva solitamente. Tutto normale.
Poi Nathan iniziò a fremere tutto e a sentire dentro la sua testa la voce di Malia Hale che gli urlava sonore parolacce e lo invogliava a sputare fuori l'amaro.«Trent, sono venuto qui per dirti una cosa. Abbastanza importante.» Il ragazzo non finse di mostrarsi troppo sorpreso, ma Nathan era così agitato che non badò troppo alle sue espressioni facciali.
«Bene.» Si sedett sulla sedia di fronte al ragazzo. Lo guardò per alcuni istanti, poi si alzò. Girò per la cucina sussurrandosi parole di coraggio - 'Dai idiota, vai la e diglielo semplicemente. Non puoi tirarti indietro' - si tirò un paio di ceffoni in viso e tornò a sedersi. Intanto, l'altro, stava cercando con tutte le forze di trattenersi e di non ridere, ma come si poteva restare pacati con un Nathan in preda al panico che parlava da solo e si picchiava? Era bellissimo.
«Mi conosci Trent. Sai che non ho problemi mentali. Non così seri, perlomeno.» Trent gli sorrise.
«Non così seri, Nate.»Nel frattempo, dall'altra parte del centro, nella solita aula vuota, era nel pieno svolgimento la terapia di gruppo. Bisognava essere onesti, non serviva a granchè ma era una scusa per non starsene nelle proprie abitazioni ad autodistruggersi progettando chissá quale piano di rovina del centro.
Malia e Lydia una volta avevano persino fatto una lista:"Piano 1: ricatto della Mejer; imbavaglimento di Phoebe e di qualche infermiere di cui non si sa il nome.
Piano 2: costruzione bomba con la collaborazione di Nathan e l'amico giapponese con nome impronunciabile. I giapponesi sono troppo tosti.
Piano 3: correre via urlando dalla radura e scappare dal centro fingendosi pazzi. Tornare a casa come se nulla fosse."
E mentre Phoebe parlava, le due ragazze si scambiarono qualche sguardo e probabilmente stavano ripensando entrambe a quella lettera, perchè scoppiarono a ridere. Tutto il gruppo le guardò male e fortunatamente Phoebe non disse nulla.
«Malia, sai perchè il tuo amico Nathan oggi non ci offre la sua presenza?» D'istinto la bionda guardò Theo e fece un sorriso divertito.
«Oh, direi che è piuttosto occupato con i problemi d'amore.» Phoebe era l'analista di Nathan. Aveva capito sicuramente, ma non lo diede a mostrare e continuò avanti con il programma, facendo soliti discorsi e solite domande ai vari membri del gruppo.Theo continuava a squadrare tutti. Non riusciva a capire cosa ci facesse la, esattamente.
Aveva ancora la testa disordinata dai pensieri su Malia e sulla sua confessione che lui le era mancato; non pensava avrebbe mai sentito una frase del genere da lei, ma a quanto pare quella ragazza non aveva proprio voglia di smettere di stupirlo.
Cercò di non soffermarsi troppo a guardarla, ma la prima che si accorgeva di tutto era Lydia Martin, la solita, e anche in quel caso lanciava occhiate divertite e maliziose all'amico. Si sentiva ancora in colpa per tutto quel giochetto fatto a Theo, quel discorso strambo concordato con Nathan per farli allontanare, ma aveva capito quanto Nathan che Malia e Theo era due fili che si sarebbero sempre ricongiunti.
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257 Days Before.
Fanfiction«Non esiste cosa peggiore della morte, se non quella di vivere con i sensi di colpa.» Quella frase gliela aveva detta Theo, in un periodo in cui si trattavano ancora civilmente e forse si volevano bene nel limite del possibile. E quella frase l'avr...