chapter thirty-four.

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59 giorni dopo;

«Nathan, ridammi la bistecca o ti infilzo.»
Il ragazzo, desolato, prese con la forchetta la bistecca e la rimise sul piatto dell'amica, con lo sguardo truce verso di lui e innamorato verso il cibo.
«E chiedi scusa» Gli disse Trent, dandogli una gomitata. Nathan spalancò stupito gli occhi e guardò il suo ragazzo come se fosse pazzo, ma lui si limitò ad alzare le spalle.
Malia guardava i due fidanzati con occhi sognanti e spesso si dimenticava del resto che la circondava.

«Sul serio, più ci ripenso a cosa hai combinato a New York e più penso a quanto sia fortunato ad avere un'amica figa!» Disse Nathan, alzando un pugno in aria come segno di vittoria. Malia si sentiva ancora a disagio, perchè alla clinica era girata la voce e molti erano andati da lei a complimentarsi o a chiederle come avesse fatto a trovare tutta quella forza emotiva.

Nella sala pranzo entrò Theo, che si era assentato tutta quella settimana. Gli occhi schizzarono dal moro a lei, dalla mora a lui. Trent guardava in basso, verso il piatto ormai terminato e Nathan guardava divertito la situazione che si era creata.
«Ecco il principe azzurro della fanciulla smarrita Malia Hale» Acclamò Nathan, alzandosi e andato verso il ragazzo che stava cercando dentro di sè dei poteri sovrannaturali per bruciare tutti. Il suo odio verso il genere umano non scompariva mai a quanto pare.
Nathan lo fece sedere a tavola con loro e certamente non lo fece apposta a farli sedere vicino.

«Gesù, Nathan, non siamo al liceo. Non c'è bisogno che tu sia il tizio sfigato che aumenta dei gossip su qualche coppia» Disse amaramente Theo, mentre si teneva il viso appoggiato al pugno della mano. Malia stava finendo in silenzio il suo pasto e Trent la guardava con comprensione.

«E tu sei abbastanza grandicello per capire cosa bisogna fare, caro» Rispose a tono Nathan, e Trent tossì abbastanza forte per non far capire che stava ridendo.
«Non mi esprimo» Concluse la conversazione Theo, ma a quel punto subentrò Trent a tenere accesa la fiamma.
«Nathan, amore, spiega a me! Io non ho capito.»
Solo in quel momento Malia capì che il povero Trent era stato contagiato dall'anima crudele del suo ragazzo sadico.
«Intendevo solo» Man mano che parlava alzava appositamente il tono di voce «Che sono mesi che stiamo aspettando che il caro Reaken baci la cara Malia, e che si prendano una stanza apposita. C'è una tensione sessuale che alleggia da mesi qui dentro!» Urlò alla fine, gesticolando le mani teatralmente. Trent abbassò il viso per non scoppiare a ridere e tutti si girarono verso la coppia in questione: Malia aveva la forchetta ferma a metá tragitto tra il piatto e le labbra, Theo aveva il viso coperto dalle mani; era un scena pietosamente divertente.

«Ops»
Theo si alzò feroce dalla sedia e si avventò su Nathan, ma Malia strinse entrambe le mani sul suo ventre e cercò di trascinarlo lontano, assieme all'aiuto di Trent.
«Non siamo in un liceo, eh, Theo? Davvero prendi seriamente le frecciatine di Nathan? Stava solo scherzando! Vuoi fare ennesime scenate qui dentro?» Gli urlò Malia, mettendolo a sedere sulla sedia e cercando di calmarlo.

Peggio dei bambini.

«Bene, e ora te ne stai qui buono e ragiona sulla tua indecenza, cretino» Gli disse, alzandosi da tavola e uscendo dalla sala pranzo. Subito si alzarono vari vociferi, un sacco di chiacchere su di loro e Nathan era stato ben attento da alzarsi da tavola e allontanarsi con Trent.
«Amico, tu non ci sai proprio fare con le ragazze» Gli aveva detto Trent, prima di andarsene.
Avrebbe voluto rispondere per bene, ma aveva il presentimento che Malia sarebbe spuntata a difendere pure lui.
Perchè perdeva tempo con i suoi amici idioti e non perdeva tempo per stare sola con lui?

52 giorni prima;

Anche un'altra settimana passò lenta e monotona, e tutto si era equilibrato alla normalitá dei mesi iniziali in cui Malia si trovava alla clinica. Mattinate passate nello studio della dottoressa Mejer, pranzi pazzati a scherzare con i suoi due amici, pomeriggi passati nelle terapie di gruppo e la sera si ritirava presto nella sua abitazione e restava lì a mangiare qualcosa che aveva rubato dalla cucina o a leggere qualche libretto che aveva preso in prestito dalla biblioteca.

257 Days Before.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora