228 giorni prima;
Ottobre.
Per molti era il decimo mese dell'anno. Per altri era il mese dell'autunno. Per altri ancora, ovvero i pazienti della clinica, era il mese delle visite.Quando arrivò alla clinica, Malia sentì subito l'aria viziata e ricca di eccitazione. L'atrio lo stavano allestendo dei ragazzi, aggiungendo dei quadri e un foglio per gli orari di visita.
Un sacco di ragazzi e ragazze andavano su e giù per i vari piani e i vari gruppetti di amici parlavano tra loro con tono di voce alquanto alta.Lei invece era triste. Non avrebbe ricevuto alcuna visita, non poteva, non era nelle regole del centro. Era lì da solo un mese e finché non sarebbe stata meglio non avrebbe potuto incontrare i suoi familiari o i suoi amici.
E la cosa più brutta era che sapeva di non stare bene. Di essere peggiorata. Le avevano dato conferma le parole della dottoressa e lo svegliarsi di notte urlando.«Hey.» Qualcuno le mise una mano sulla spalla.
Lei si girò di scatto, quasi spaventata, poi appena lo vide si calmò e gli rivolse un piccolo sorrise.
«Hey Nathan.»
«Oggi è il tuo ultimo giorno i pulizie.» Non ci aveva ancora pensato. Sorrise al pensiero di essere libera... Almeno da quel fardello.
Lui strinse la mano sul suo polso e la guidò al piano superiore, mentre lei continuava a guardare tutta quella gente in atrio.
Per la scale si scontrò con Theo, che rimase a guardarlo intensamente per quei pochi istanti che i loro occhi si incrociarono. Dopo di che scese velocemente gli scalini e sparì dalla sua vista.I due ragazzi raggiunsero la biblioteca e Malia fu orgogliosa di vedere il bancone centrale quasi sgombro da tutti i libri. Mancava solo un armadio da ordinare, poi la sua 'penitenza' sarebbe finita e poi avrebbe potuto starsene per conto suo.
Falso.
Sapeva bene che avrebbe passato tutto il tempo con la dottoressa. Era felice di non partecipare quasi mai alle terapie di gruppo, cercava ogni scusa per non andarci. Non sopportava Phoebe e anche se piano piano le stava incominciando a stare simpatica Lydia, la sua depressione in quella stanza la faceva sentire peggio.
«Questo mese verrà a trovarti qualcuno, Nathan?» Chiese la ragazza, colta da un improvviso moto di curiosità. In quella settimana lei e Nathan avevano stretto una bella intesa e oltre alla pulizia della biblioteca passavano molto tempo assieme. E lei voleva conoscerlo meglio.
«Non penso ci sia rimasto qualcuno che possa farmi visita.» Disse, con tono quasi indifferente.Le vennero di nuovo in mente le parole di Theo.
Qui dentro siamo tutti falsi.
Scosse la testa in modo da poter cancellare dai pensieri quel cretino. Non voleva pensarci. E non voleva pensare al suo stano comportamento di qualche giorno prima, quando era entrato in biblioteca e aveva fatto l'indifferente.
No! Diceva una vocina nella sua testa. Theo voleva la tua attenzione.
E lei cosa aveva fatto? La stronza.
«Malia, a cosa stai pensando? Sei così assorta.» La voce del ragazzo la riporto ai fatti della realtà.
«A niente. Su, diamoci da fare, prima finiamo e prima andiamo a pranzo.» Con queste parole suscitò le risate dell'amico, lei invece non rideva.**
Dopotutto, la biblioteca era un bel posto. Okay, erano settimane ormai che non andava più nel suo posto perfetto - che tanto perfetto non lo era più - ma solo il fatto che pochissime persone passassero il loro tempo li, la rendeva felice e le dava la possibilità di poterci andare ogni quando voleva.
I due amico ci misero tre ore piene a sistemare l'ultimo scaffale, dedicato alla geografia e alla storia antica. Quando ebbero finto, indietreggiarono fino alla porta e ammirarono la biblioteca tutta in ordine e linda, grazie a loro.
«Siamo stati bravi, eh?»
«Molto.»
Lei gli diede una gomitata sul fianco, lui le sorrise, poi andarono letteralmente di corsa in sala pranzo. Tutto quel lavoro li causava una fame tremenda e grazie alle visite, molti ragazzi avrebbero saltato il pranzo.
Più cibo per loro, meglio.
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257 Days Before.
Fanfiction«Non esiste cosa peggiore della morte, se non quella di vivere con i sensi di colpa.» Quella frase gliela aveva detta Theo, in un periodo in cui si trattavano ancora civilmente e forse si volevano bene nel limite del possibile. E quella frase l'avr...