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Quella sera, come promesso, Theo e Malia cenarono assieme.
Sì, sapeva che era contro le regole.
Sì, sapeva che aveva già infranto le regole più volte.
Sì, desiderava stare solo con Malia, indisturbati.E così, con la complicitá dei suoi cari amici - okay, solo di Lydia e poi di Nathan, a malavoglia; gli aveva chiesto scusa solo per Malia - erano riusciti a portarsi in camera di lui la cena e a rubare qualche bottiglia di soda.
«Allora.» Disse Malia, dopo essersi seduta a gambe incrociate sul tappeto in camera sua; si era appoggiata con la schiena contro il divano e sorseggiava della soda. Theo non smetteva di guardarla. Era felicissimo di riaverla... di riavere la sua amicizia.
«Quali sono le tue intenzioni?»
Theo rimase a bocca aperta.
«Eh?»
«Perchè mi hai invitato a cena, qui, in camera tua, da soli? Potevano benissimo cenare di là come tutti.»Trova una risposta plausibile, presto.
«Io...» Deglutì in fretta il groppo di imbarazzo che lo assaliva «Ho un innato bisogno di fare il ribelle. E quindi ho sfruttato questa cena.»
Lei annuì, guardandolo comunque scettica, poi scoppiò a ridere.Oh, che idea geniale, davvero! Ora penserà di essere sfruttata.
I due si misero a mangiare, rimanendo in un silenzio assoluto; il quale durò ancora per poco.
Theo iniziò subito a stuzzicarla, facendo leva su uno dei suoi punti deboli. I capelli.«Hey, come osi!» Disse lei, schiaffeggiandolo su una mano, mentre lui era concentrato a farle una treccia laterale. Lei non volle ammetterlo, ma le piaceva. Le piaceva essere oggetto di attenzione.
Di qualcuno, poi, in particolare.
Theo sapeva alcune cose in fatto di donne; sapeva molto sulle acconciature, in quel caso.
E dove aveva imparato?Sua sorella.
Sentì una stretta al petto, forte, non come qualche tempo prima, ma sempre dolorosa. Si fermò un attimo e gli mancò il respiro, e solo allora si rese conto di esserle così vicina, e di ciò che stava facendo.
Si allontanò di scatto e tornò a sedersi di fronte a lei, divisi da un tavolino.
Malia lo guardò sconcertata, aspettandosi delle risposte, che però non arrivarono. Pensò di essere di troppo e si alzò, cingendosi ad andarsene.«No!» Lui si alzò, pronto a fermarla.
«Non andartene. Resta qui.» Il suo volto esprimeva una tristezza enorme, e allo stesso il desiderio di ciò che le aveva appena chiesto.
Restò.«Grazie.»
Rimasero ancora in silenzio.Poi Malia ebbe un'idea. Era stanca di vederlo così, voleva che Theo stesse bene.
Prese la bottiglia di soda e bevve gli ultimi sorsi con vigore, dopodiché mise la bottiglia al centro, attirando finalmente l'attenzione del ragazzo.«Vuoi giocare ad obbligo o verità?» Chiese, stupito.
«No, solo verità. Ci confidiamo tutte le cazzate che abbiamo combinato nella nostra vita.» Lei ammiccò, e Theo, a suo malgrado dovette ammettere che era adorabile.
«Posso chiederti qualsiasi cosa?»
«Certo.» Improvvisamente il gioco gli piacque.
«Giochiamo allora.»I due ragazzi si misero più vicini al tavolino e girò la bottiglia. Toccava a Theo.
«Allora, Reaken, da quanto è che usi quei prodotti orribili per i capelli?»
Lui la guardò seria. «Sono naturali.» Lei annuì, ammirata.Girò la bottiglia. Toccava a Theo, di nuovo.
«L'ultima figura di merda che hai fatto?» Lui non ci pensò nemmeno un po'.
«Oggi, in biblioteca.»
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257 Days Before.
Fanfiction«Non esiste cosa peggiore della morte, se non quella di vivere con i sensi di colpa.» Quella frase gliela aveva detta Theo, in un periodo in cui si trattavano ancora civilmente e forse si volevano bene nel limite del possibile. E quella frase l'avr...