chapter thirty-seven.

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IMPORTANTE > È una cosa molto sad, ma siccome sappiamo tutti che si parlerá del Giorno Fatidico che aspettiamo dal primo capitolo (insomma è il capitolo decisivo) ci sará uno spazio autore a parte, che pubblicherò come capitolo singolo; alla fine troverete una NOTA IMPORTANTE.

6 giorni prima;

"Quindi lui ti ha confidato tutto. Ti ha fatto quella promessa." Sintetizzò la ragazza, dall'altro capo del telefono. Malia era la telefono con la sua amica rossa, parecchi giorni dopo quella fatidica sera che aveva smosso qualcosa nel cuore della giovane, qualcosa in favore del ragazzo che le piaceva.
"Sì" Rispose lei, più a se stessa; aveva la testa da un'altra parte, da lui, pensava a quanto le mancasse siccome per giorni non si erano sentiti e i pochi messaggi che si erano scambiati erano abbastanza freddi e veloci. Malia sapeva con chi aveva a che fare, sapeva che per lui non era per niente facile e repentorio superare e affrontare tutto quel caos nella sua vita. Ma voleva aiutarlo, e stare con lui.
"Io spero che davvero ci fosse con la testa, dopo tutto quello che ti ha detto. È Theo Reaken, Malia. Ha avuto davvero coraggio a sputare il rospo, a confidarti tutto. Ma non so se vorrá davveeo rivedere i genitori e chiudere definitivamente la faccenda."
Lydia sembrava fin troppo pessimista, e nella maggioranza delle volte (nelle questioni che riguardavano lei e Theo) era sempre stata lei quella più brillante, ottimista. E ora cosa stava succedendo?
"Malia" Lydia la risvegliò dal suo tormento mentale "Voglio solo che tu stia attenta. Per te. E che tenga d'occhio Theo. Non c'è da fidarsi di lui. D'accordo?"
Improvvisamente le venne voglia di terminare quella discussione, di restare sola.
"D'accordo."
E riattaccò senza permettere a nessuna delle due di pronuciare altro.

3 giorni prima;

Malia era in vena di chiamate e di vecchie e antiche amicizie, perchè in quella settimana stava chiamando praticamente tutti i suoi conoscenti. Sua madre e lei, da quando era uscita dalla clinica, erano andate a vivere dalla zia di Malia, che viveva in periferia. Sembrava proprio che la madre si stesse affezzionando alla Grande Mela, e la loro vecchia cittadina l'avessero abbandonata.

Quel giorno, toccò al povero Nathan sorbirsi tutta la storia (dalla festa di benvenuto di Lydia Martin, al bacio, fino alla sera in cui Theo si era confessato) e il ragazzo era rimasto in silenzio, ad ascoltare attento e a sorbirsi gli scleri dell'amica.
"Voi due siete malati" Aveva detto, infine, e Malia se lo immaginava, mentre scuoteva la testa ma sorrideva, sotto sotto.
"Tu pensi che manterrá la promessa?" Gli chiese, trepidante. Si aspettava con ansia una risposta positiva, ma la fortuna sembrava non voler girare dalla sua parte.
"È Theo Reaken, Malia."
Perchè quella frase sembrava spiegare ogni fenomeno della sua vita? Era irritante.

"E come va alla clinica?" Chiese dopo un po', dopo aver parlato costantemente di se stessa. Sapeva che a Nathan non dava fastidio, ma infondo lei lo aveva chiamato per sapere di lui.
"Questa estate parlerò con loro" Disse lui, e Malia potè sentire il sorriso dal tono della sua voce.
"Quindi potresti uscire presto?" Chiese, fiduciosa. Sperava tanto che Nathan se ne andasse da lì al più presto, anche se, ogni volta che faceva quei pensieri, in fondo si sentiva in colpa. La clinica non era una prigione.
"Lo spero tanto, Malia. Anche perchè pure Trent se ne andrá via da qui tra poco, e poi dobbiamo risolvere fuori."
Malia sapeva cosa intendeva. Dovevano convalidare il loro rapporto, esplicitarlo, presentarsi ai propri genitori. Sperava davvero che andasse tutto bene! Non ne aveva mai parlato approfonditamente con lui, e non sapeva come avrebbero potuta prenderla i suoi genitori.
"Andrá tutto bene, Nathan."
Lo sostenne lei, incoraggiandolo. Lui sospirò, facendo notare la sua ansia, anche se in parte era davvero felice di dire a tutti di stare con Trent, al di fuori da un contesto come una clinica psichiatrica.

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