195 giorni prima;
«Hey, bell'addormentato, sveglia.» Una voce assolutamente maschile lo fece svegliare. Theo sbatté più volte la palpebre prima di abituarsi alla luce tiepida che entrava dalle finestre.
Scott. Che diamine ci faceva lì? Lui la notte scorsa era salito in camera di Malia con lei e avevano dormito assieme. E prima ancora lei lo aveva baciato. Sentì un brivido lungo la schiena, chiuse gli occhi al pensiero di ciò che era successo.
Era ancora mezzo addormentato e quindi non si chiese cosa ci faceva Scott lì.«Theo, fai l'uomo e aiutaci a pulire. Tra poco dobbiamo svignarcela e ci devi accompagnare.» Disse ancora McCall, severo, andando a buttare altri bicchieri di plastica nel cestino.
Theo si stroppicciò gli occhi e si alzò, ancora col pensiero fisso della camera di Malia e del suo letto. Ma non si trovava lì. Era nel salotto di Lydia Martin, sul divano rosso acceso dove la scorsa sera si era appollaiato dopo aver conversato con Kira, Scott e Malia e poi aveva deciso di abbandonarli.
Ma poi Malia lo aveva svegliato ed... era successo. Sì. Avevano ballato e lei lo aveva baciato! Lo aveva sentito sulla propria pelle, se lo ricordava limpido.
E come aveva fatto dal letto matrimoniale della stanza della Hale a tornare sul divano all'appartamento al piano di sotto?Scott notò la confusione sul volto dell'amico e si sedette accanto a lui e gli scrollò le spalle.
«Hey, amico.» Disse gentilmente, guardandolo preoccupato.
«Direi che hai dormito abbastanza. Già ieri ci hai piantato in asso durante la conversazione e ti sei appisolato. Da lì non ci hai più dato tue notizie.» Fu un colpo al cuore sentire quelle parole. Theo si voltò fulmineo verso il moro e lo guardò scandalizzato.
«No. Poi mi sono svegliato.» Malia lo aveva svegliato. Il ragazzo si alzò dal divano e si guardò attorno, come se i muri freddi potessero dargli risposta.
«E poi... poi è successo e dopo...» Si disse tutto nella mente, apparte poche parole che gli uscirono insensate. Scott lo dovette ammettere, si stava divertendo. Il suo amico doveva essere certamente impazzito.«Sará la stanchezza mattutina.» Cercò di spiegare Scott, più a se stesso. «Tu ti sei andato a sdraiare qua e bum, catapultato nel sonno. Lydia e Stiles hanno passato un altro po' di tempo a farsi le coccole e poi lei si è addormentata tra le sue braccia.» Un orrido pensiero stava cominciando a prendere forma nel suo cervello. No, non voleva.
«Siamo rimasti noi tre a parlare ancora e io e Kira abbiamo raccontato a Malia anche un po' di noi e pure di Stiles e di Lydia.» Continuò lui. «Poi verso l'una penso ci siamo salutati e lei è andata nel suo appartamento e noi in camera di Lydia.»
E fu di nuovo il colpo di grazia. Theo capì che tutto quello che credeva di aver fatto, di aver provato, di aver sentito...Era stato un fottutissimo sogno.
«Terra chiama Theo, amico.» Scott gli sventolò la mano davanti agli occhi, risvegliando l'amico da quello stato di incoscienza e realtà in cui si trovava. Gli era stata spiaccicata in faccia la consapevolezza che ciò che era successo la notte prima era solo una illusione della sua mente; fu come un forte schiaffo in faccia.
Non voleva più pensarci. Voleva solo togliersi quel fastidioso pensiero dalla testa e pensare ad altro. Ma era impossibile, vivendo sotto lo stesso tetto della ragazza che aveva sognato. Era improponibile.«Ben svegliato, Reaken!».Salutò raggiante Stiles, entrando nella stanza. Si era tolto il vestito elegante, come Scott, ed entrambi sembravano pronti per andarsene. Dovevano pure fare in fretta se non volevano farsi beccare e sarebbe stata la fine.
Così Theo cercò di reagì e andò nel bagno per cambiarsi e mettersi vestiti decenti. Quando uscì si scontrò con Kira che si accorse subito del suo malumore.
«Hai fatto un incubo, Theo?» Chiese, preoccupata, mentre si avviavano verso la porta per andarsene. Stiles aveva svegliato la sua ragazza per poterla salutare e la rossa ancora assonnata si era alzata traballante per salutare gli amici.
«Oh, non potresti capire.» Disse più tra sé e sé Theo, guardando la asiatica che interruppe lì la conversazione, supponendo che non era il momento.
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257 Days Before.
Fanfiction«Non esiste cosa peggiore della morte, se non quella di vivere con i sensi di colpa.» Quella frase gliela aveva detta Theo, in un periodo in cui si trattavano ancora civilmente e forse si volevano bene nel limite del possibile. E quella frase l'avr...