2. noi ci odiamo, Potter.

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ciao a tutti! voglio dirvi che baserò questa storia su un settimo anno ad Hogwarts, dopo la caduta di Voldemort, in cui parecchi studenti tornano a scuola per terminare gli studi.

*settimo anno ad Hogwarts*

sedevo sul materasso della mia stanza, che condivido con Blaise e Goyle ormai da..beh, troppo tempo. come tutti gli anni riposi gli abiti, i libri ed altri oggetti nei loro appositi contenitori, lo shampoo e il bagnoschiuma perfettamente allineati a destra del ripiano della doccia; i libri sistemati in ordine alfabetico, la divisa scolastica lavata e stirata di tutto punto, il profumo e il deodorante nel...no! non sono un maniaco dell'ordine, giuro!

Tutto procedeva come suo solito, con una forse minima differenza, non avevo più il sorriso, a volte beffardo, stampato in viso; gli angoli della mia bocca faticavano ad incurvarsi all'insù persino per parlare, figurati per sorridere.

non era ancora arrivata la persona che avrebbe risvegliato in me il Draco di una volta.

quella persona capace di comprendere ogni mio errore, in grado di guardare all'interno della mia anima macchiata di sangue innocente, e nonostante ciò, apprezzarmi per quello che sono realmente.

ho sempre desiderato gettar via questa maschera costruita dai miei genitori, una maschera che mi raffigura malvagio, insensibile, noncurante del dolore altrui, stronzo...
gettarla per mostrare la mia vera personalità, il vero Draco Malfoy.

e non un Draco cattivo...okay, forse la mia attitudine verso i guai e gli scherzi un tantino crudeli non potrebbe mai mutare...ma comunque una persona onesta.

si, sarei diventato un uomo onesto.
ma mi serve l'aiuto di qualcuno. possibilmente un ragazzo...magari anche carino...

ma cosa dico? sono etero!

così, il mattino seguente mi recai in Sala Grande per consumare qualcosa di decente e osservare gli orari di lezione, prestando attenzione a non lasciarmi sfuggire i soliti insulti verso le solite persone...
ma ahimè, le parole scivolarono sulla mia lingua prima che potessi notarlo, seguite da un ghigno beffardo.

«Ei Granger, ancora da queste parti? non sei "troppo in gamba per i nostri livelli"?»

al diavolo la persona buona. com'è possibile ch'io non mi sappia controllare?

«hai ancora il coraggio di rivolgermi parola? dopo ciò che hai fatto?», la ragazza, ormai divenuta una donna, e anche parecchio carina devo dire, mi rispose con tale perfidia nel tono di voce...in qualche secondo mi trovai a rivivere i momenti degli anni più recenti: la battaglia di Hogwarts, il Marchio Nero, la minaccia di mio padre di essere cacciato di casa se non avessi accettato il compito di Voldemort, la guerra di quest'ultimo con Harry, il duello di bacchette nei bagni con Harry, Harry che parlava con Katie Bell, Harry che mi lanciava occhiate funeste, Harry che origliava nel mio scompartimento nel treno...

Harry.

aspetta... da quando rivolgo i miei pensieri a lui chiamandolo Harry e non Potter? ma soprattutto, da quando rivolgo i miei pensieri a lui?

certo non posso negare che tutti gli anni non abbia fatto altro che parlare dello Sfregiato ai miei amici ma...

basta, sto delirando.

faccio in tempo a scostare lo sguardo dalla Granger quando noto un ragazzo dall'aspetto esausto, con gli occhiali un po' storti, seguito a rotta da Lenticchia, lo stupido Weasley.

«scusate, Ron non trovava la divisa e allor-»

boom. un attimo. un attimo e i suoi occhi si posarono sui miei.
Potter era come bloccato alla mia vista.
avrei dovuto salutarlo? un cenno del capo poteva bastare? un sorriso? certo che abbracciarlo darebbe una bella sensazione...
cosa dico?
abbracciare Potter? mai! meglio mangiare Schiopodi.

«ciao Malfoy.»
«ciao Harry»

aspetta aspetta, Harry? l'avevo chiamato Harry? la mia salute mentale cominciava a perder punti.

«Malfoy noi due dobbiamo parlare.»
«in privato» e rivolse un sorrisetto alla Granger e a Lenticchia, facendogli capire che andava tutto apposto, mandandoli via.

seguii i suoi passi fino alla Torre di Astronomia, eravamo arrivati in anticipo a colazione per cui avevamo a disposizione qualche minuto prima dell'inizio delle lezioni. quando Potter si sedette sul pavimento lo imitai, ma percependo dentro di me una tensione e ansia profonda, mi alzai di scatto e le parole uscirono di bocca autonomamente, tutte d'un fiato.

«Potter non so perché tu mi abbia portato qui. deduco per farmi il discorsetto di non creare casini a scuola  o per prendermi in giro. ma sappi che se nel mondo esiste una persona pentita amaramente, quella sono io. ho i rimorsi per non aver aiutato te e la comunità magica a sconfiggere Voldemort, ho i rimorsi per non aver avuto maggior coraggio di affrontare mio padre...più coraggio per salvare te. la notte la mia mente è divorata dagli incubi che la infestano perennemente...ed io...io riesco solo a-»

come un piccolo ruscello, le lacrime sgorgarono dagli occhi, rigandomi il viso più cinereo del solito, però feci di tutto pur di non farlo notare ad Harry.
così mi schiarii la voce.

«Har-Potter, per me la guerra non è finita, io la rivivo ogni giorno all'interno di me stesso. come presumo lo sia per te. o forse anche di più.
ti prego però, non farmi sentire peggio...è già complicato così. per me la guerra non è ancora finita.»

ci fu qualche secondo di esitazione, ma il ragazzo dalle verdi pupille tagliò il silenzio con un tono calmo e quasi...dolce.

«Malfoy sei testardo come sempre. non tutti sono ciechi come te. guarda che ho notato come soffrivi durante la battaglia, ho notato il tuo sguardo triste che ti accompagnava sempre il sesto anno. davvero pensi che sia così malvagio?
che non mi importi dei sentimenti altrui?
non siamo tutti come te.»

stentavo a credere a quelle parole. potrebbe essere che in qualche modo importassi a Potter?

«e comunque volevo chiederti se...insomma nel corso degli ultimi mesi ho rifletto riguardo il nostro rapporto...nel senso, mentre pensavo a te come Mangiamorte ero consapevole del fatto che non avessi scelta. quindi, cioè...oh fanculo.
che ne dici di ricominciare tutto da capo?» non ricevendo risposta aggiunse «la nostra amicizia intendo.»

avevo forse sentito Harry domandare che fossimo amici? troppo inverosimile.

«noi ci odiamo, Potter. lo abbiamo sempre fatto. come puoi voler essere mio amico? non lo sei stato per otto fottuttissimi anni.»

e poi con un tono leggermente più basso, ma simile ad un sussurro:

«io non vorrei, ma noi ci odiamo Potter.»

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora