28. infermeria

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Madama Chips camminò a passo svelto nella mia direzione con una quantità di pozioni nel braccio. il viso continuava a sanguinare e tentai di fermare l'emorragia con i palmi delle mie mani.

«che cosa hai combinato? oh, io non ce la faccio più! guarda come ti sei conciato, ti sembra normale che io debba preoccuparmi così?» brontolò la donna continuando a lamentarsi tra sé e sé.
mi sedetti sul letto e ingoiai una boccetta con del liquido blu scuro e sembrava avessi mille bruchi che pizzicavano le pareti della gola. feci una smorfia e afferrai un piccolo specchio dal comodino; molto lentamente, e con non poca paura, osservai il mio riflesso.

«aaaahhh!» emisi un grido terrorizzato quando lo specchio mostrò una versione inquietante del mio volto.
avevo bolle rosse ed arancioni sulle guance, sgorgava un liquido denso da quelle di minori dimensioni, e nonostante il prurito fosse passato, avvertivo una sensazione di fastidio.

sulla tempia avevo una ferita profonda con del sangue raggrumato, se non l'avessi ripulita subito si sarebbe infettata.

Madama Chips mi spinse sul letto con la forza, e notando la mia faccia sconvolta, mi rincuorò.

«non ti agitare. tra due o tre ore il tuo bel visino tornerà come nuovo, è importante però che ti riposi.»

prelevò da una dispensa un unguento trasparente e lo spalmò con gesti abili sulle guance, sulla fronte e sul collo; pronunciò un incantesimo e delle bende mi avvolsero il capo.

i miei pensieri caddero inconsciamente sulla lite che avevo tenuto pochi minuti prima con Harry.
com'era possibile che non mi credesse? perché era così apatico, cinico e distaccato? non può essere cambiato nel giro di una settimana, talmente tanto sentimento, amore e passione non bastavano a procurarsi la fiducia di qualcuno?
l'ho sempre curato, gli ho voluto bene e l'ho trattato come un migliore amico sin dai nostri primi incontri nella Stanza Delle Necessità.

quel tempo sembrava ormai lontano anni luce, come se si fosse trattato di un vita parallela. quando Harry mi aveva accompagnato alla festa di Halloween...le sue labbra a pochi secondi dalle mie...il nostro primo bacio sul divano della mia Sala Comune.... quando aveva organizzato un piano per fuggire dalle grinfie di mio padre.

tutto così distante.
tutto così misticamente surreale.

ma i pugni, i calci e le fatture erano ancora impresse nella pelle come un tatuaggio fresco, appena realizzato. le mie unghie conficcate nei suoi polsi, le sue iridi verdi in preda alla disperazione, occhi in un bagno di disprezzo ed odio. odio nei miei confronti.

era così doloroso sapere che Harry non credesse alle mie parole. gli avevo raccontato tutto, di Joe, di mio padre...
non può credere davvero che io sia interessato a quella megera!
insomma, stiamo parlando di Astoria Jeanine Sono Una Sanguisuga Raccomandata Greengrass!

era consapevole di quanto la detestassi, di quanto mi abbia reso l'esistenza colma di ostacoli e pericoli.

perché si comportava così?
pensa che lo abbia usato come gioco...come una sorta di esperimento...Merlino, Harry, non capisci che ti amo davvero?
non capisci che donerei la mia vita per te?
anzi, io sto donando la vita per te!
accetto il matrimonio con Joe solo per il tuo bene, perché l'ultimo mio desiderio è vederti soffrire, o peggio, morire.

sentii le pupille pesanti e mi lasciai trasportare in un sonno buio e sordo.

quando mi svegliai erano ormai le sette di sera, impiegai qualche minuto per mettere a fuoco le immagini nel mio campo visivo.

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora