27. litigi e parole

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pronunciai quelle parole come se fossero l'ultima spiaggia su cui atterrare, allentai la presa su Harry e gli scostai le mani dalle spalle. con una nube che mi inghiottiva il cervello, continuai.

«non è stata colpa mia...non volevo dirlo davvero.» i miei occhi fissavano Harry ma una pellicola trasparente di lacrime iniziava a coprire le mie iridi.

«sei stato chiaro. non mi ami più. a questo punto mi chiedo se tu abbia mai iniziato a farlo.» rispose il moro alzando un sopracciglio. le sue labbra erano arricciate e sembrava che stesse reprimendo molta rabbia.

«ma cosa dici?! Merlino, pensi che avrei mai perso tempo con te se non mi piacessi veramente?!» scacciai le lacrime e lo guardai torvo. come osava dire una cosa del genere?

«tu sei Draco Malfoy e saresti capace di tutto.»

«con questo cosa vorresti insinuare?» domandai mentre l'ira si faceva spazio dentro di me.

«sei come tuo padre, avido, prepotente, egoista...pensi solo a giocare con i sentimenti delle persone! non pensi mai che le tue azioni potrebbero ferire gli altri? non ci pensi mai? ah...no, tanto a te cosa importa! sei uno stupido Mangiamorte.»

«cosa hai detto?!» urlai avventandomi su di lui e stringendogli il colletto della camicia.

«che sei un Mangiamorte. tu...non hai anima né cuore. sei come tuo padre.»

afferrai con più forza il suo colletto e nell'arco di due secondi le mie nocche si erano schiantate con lo zigomo di Harry.
il ragazzo rispose al colpo tirandomi i capelli e sbattendomi al muro. un dolore atroce percorse tutta la spina dorsale e la tempia, che iniziava a sanguinare copiosamente.
la rabbia montò e gli assestai un altro pugno con maggiore potenza sul labbro, procurandogli un taglio profondo.

lo spinsi ed Harry cadde sul pavimento. mentre tentava di rialzarsi mi piazzai sul suo busto e gli afferrai i polsi, affondando le unghie nella sua pelle liscia e morbida. il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore e fastidio.

sei uno stupido Mangiamorte
quella frase urtava il mio sistema nervoso più dei colpi e delle botte.

ben ti sta. io non sono un Mangiamorte. io ti ho amato e ti amo ancora, ma tu non mi meriti. non hai mai capito niente, non hai mai capito quanto davvero tenessi a te. non hai mai capito quanto le tue parole bruciassero più dei pugni e dei calci.

«se solo mi lasciassi spiegare...» dissi quando del liquido rosso e denso iniziava a fuoriuscire dai suoi polsi.
Harry strizzava le palpebre e pregava che smettessi. nel momento in cui accumulava abbastanza forza, cercava di contrastarmi, ma io ero più forte.

«Harry io non voglio farti del male, ma mi costringi. è l'unico modo per farmi ascoltare.»

«non voglio sentire le tue stupide scuse!»

«zitto!» gli intimai facendogli sbattere la testa sul pavimento. urlò.
feci una pausa, respirai lentamente e cominciai a spiegare.

«è stata Joe. ha fatto uscire mio padre da Azkaban per permettergli di arruolare un nuovo esercito di Mangiamorte.»

«e quindi?!»

«ha minacciato di ucciderti se non avessi accettato il matrimonio. aveva progettato tutto: rapirti e torturarti per farmi spaventare. quella ti uccide se la rifiuto.»

«ti rendi conto di cosa stai dicendo?! ti sembra normale inventare una cosa simile?!»

«è la verità!» sbottai implorandolo con lo sguardo.

«perché invece non ammetti di avermi usato come gioco, per provare un'esperienza con un uomo...poi ti sei stancato e sei corso nelle braccia di Joe!»

«ma se non volevo neanche vederla! la stavo cacciando, ricordi? o sei troppo offuscato dall'odio per ragionare?!» domandai quando un flusso di collera mi riempì le vene.

«quella sera a casa mia mi ha rivelato tutto. la sola preoccupazione di mio padre ormai è il potere, inizialmente voleva rapire solo te per spaventare me e la comunità magica, ma poi sono arrivato io...e non ha esitato neanche un secondo a torturarmi.» pronunciai l'ultima frase immerso nei miei ricordi, pensai al modo in cui i Mangiamorte continuavano a scagliarmi pugni e calci, rammentai quella sofferenza come se fosse rimasta impressa nella mia pelle. inconsciamente allentai la presa su Harry, che sembrò notarlo e approfittò della situazione.

mi prese le spalle e le scagliò di lato, sgusciando da sotto il mio corpo, si alzò e sguainò la bacchetta puntandomela sulla fronte.

«non vorrai mica farmi del male?»

«paura, Malfoy?»

«ti piacerebbe.» sfilai la mia bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e pronunciai uno schiantesimo che fu prontamente schivato da Harry.
era proprio bravo, lo ammetto.

«everte statim!» Harry fu allontanato di qualche metro per poi scagliarsi sul vetro di una finestra.

«pietrificus Totalus!»

«protego

«exulcero!» urlò Harry e un lampo di luce gialla mi colpì tra il setto nasale e la fronte.
portai istintivamente le mani sul viso, le fissai e delle macchioline di sangue punteggiavano la pelle. avvertii in senso di prurito ed irritazione e iniziai ad affondare le unghie nelle guance. era come se avessi mangiato qualcosa a cui fossi allergico.

«POTTER! MALFOY! cosa sta succedendo?!» la Preside corse nella nostra direzione, mi guardò e parlò con tono sicuro, preoccupato e leggermente contrariato.

«tu devi andare in infermeria. non così di fretta Potter. nel mio ufficio.»

fui scortato dalla McGranitt da Madama Chips, che mi fece accomodare su un letto candido e pulito.

ciao a tutti! scusate per l'assenza di ieri. come state? spero che questo capitolo vi piaccia, non è lunghissimo ma comunque è qualcosa ahahah.
fatemi sapere, tanti bacini❤️
💋⚡️🚀🌸💜

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora