41. perché deve sempre finire così?

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con il trascorrere delle settimane il mio aspetto migliorò largamente: le occhiaie si stavano dissolvendo, avevo ripreso a mangiare ed anche il mio umore era molto più positivo.
tutto grazie ad Harry.
dopo la splendida serata di San Valentino ci vedevano tutti i giorni per studiare, io lo aiutavo con le lezioni di Pozioni e lui con Difesa Contro Le Arti oscure.
il suo insegnamento procedeva a gonfie vele, adoperava un metodo di insegnamento molto efficace, così un giorno gli domandai se volesse intraprendere la carriera di Professore.

«non fa per me. a me piace l'azione.» fu la sua risposta.

«cosa vorresti fare quindi?»

«l'Auror.» rispose deciso alzando gli occhi dal libro e assumendo in espressione orgogliosa.

«e tu? devi iniziare a pensarci, la scuola sta finendo.» mi domandò.

«lavorerò sicuramente al Ministero.»

non ero sicuro di voler seguire l'ombra di mio padre, la sua vita nel campo lavorativo era abbastanza tranquilla, guadagnava molto, era rispettato...
ma l'idea che tutti i miei colleghi potessero additarmi o catalogarmi come un Mangiamorte anche a lavoro, era ripugnante. e triste.

tutto scorreva serenamente con Harry, avevo imparato ad apprezzare ogni suo singolo gesto, adoravo quando si mordeva l'interno della guancia mentre si concentrava, oppure amavo quando arricciava il naso per tirare su gli occhiali che gli scivolavano.

tutto scorreva serenamente fino a quel giorno di aprile.

stavo cenando seduto al tavolo dei Serpeverde, ad intervalli regolari il mio sguardo fuggiva per cercare Harry, che si stava ingozzando di pollo con Weasley. mentre raschiavo il fondo del piatto con la forchetta Blaise e Pansy si voltarono verso di me.

«ma poi con Astoria? non ti ha più scritto.» disse il ragazzo.

Astoria.
evocare in me il ricordo dell'ultima volta in cui l'avevo vista era troppo atroce. era venuta ad Hogwarts per usarmi e non si era più fatta viva, c'era assolutamente qualcosa sotto.
in più a breve avremmo dovuto sposarci. preferii tralasciare l'argomento con Harry.

«non la vedo da mesi, ma sai cosa m'importa, meglio così.»

alcuni studenti si alzarono per raggiungere le loro sale comuni ed io li imitai, fissando Harry e pregando che mi seguisse.

il moro mi notò e qualche minuto più tardi mi raggiunse nella Stanza Delle Necessità, lo vidi entrare e poi poggiarsi sulla mia spalla.

«tutto bene?» gli chiesi carezzandogli la nuca.

«mh-mh, Ron mi ha appena raccontato della sua prima volta con Hermione.»

«cosa?!» spalancai gli occhi.

Harry emise una piccola risata prendendomi la mano.

«si amano così tanto... tutta la scuola impazzisce per loro.» sentenziò.

«quanto vorrei che tutti sapessero di noi

la testa di Harry scattò verso di me.

il suo viso era prima sorpreso, poi si rilassò fino a rivelare un'espressione comprensiva.

«anch'io vorrei, ma non è così semplice.» la sua bocca si arricciò, così mi avvicinai, gli cinsi i fianchi e lo gettai sul divano dov'eravamo seduti.

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora