31. 6 pm, biblioteca

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«cos'hai scritto?» indagai sporgendo il viso per sbirciare.

«niente, stavo sottolineando.» rispose Harry con una sguardo carico d'innocenza.

proseguii i miei compiti per un altro paio d'ore, dedicando completamente l'attenzione al contenuto della mia ricerca, avevo intenzione di impegnarmi duramente per raggiungere il massimo dei voti ai M.A.G.O.
dialogai con Harry solo il minimo necessario alla collaborazione per il compito, ma tentavo comunque in tutti i modi di non fissare costantemente le sue pupille e le sue labbra.
per quanto mi sforzassi di dimostrarmi professionale e fingessi di essere calmo in sua presenza, non riuscii nel mio intento; continuavo a cambiare posizione sulla sedia perché la precedente era troppo scomoda oppure mi si era addormentata una gamba. fui costretto a mordermi più volte l'interno della guancia per impedirmi di parlare e riempirlo di domande, di tutti quegli interrogativi che mi opprimevano la mente come una cuffia troppo stretta. tamburellavo con le dita sul tavolo producendo un rumore tedioso, tanto sgradevole da innervosire Harry.

«ma stai bene? continui a muoverti e a fare casino.» disse con tono infastidito, inarcando un sopracciglio e tornando subito dopo con gli occhi sulla pergamena.

«è la sedia troppo scomoda.» mi giustificai con la mia solita voce da Malfoy altezzoso.

«allora, ho trovato il luogo in cui è possibile coltivare l'Artemisia. scrivi.» ordinai ad Harry indicando un punto su un libro dalle pagine ruvide e gialle.

«ricordo ancora la faccia seccata di Hermione quando l'anno scorso fui l'unico a creare un Distillato Di Morte...» scherzò Harry con tono leggero, come se stesse parlando al suo migliore amico.

«già...ma poi come hai utilizzato la Felix Felicis?»

«lunga storia...» affermò accennando un sorrisetto mentre continuava a trascrivere le nozioni sull'Artemisia.

«beh raccontala.»

«non ho tempo.»

«sì che hai tempo!» insistetti.

«no invece!»

«silenzio! sembrate una coppia di sposini che litiga!» ci ammonì una ragazza del sesto anno sbucando da un lato della libreria.

mi grattai la tempia imbarazzato e premetti proprio sul punto in cui avevo un bernoccolo a causa dello schianto con la parete, durante la lite con Harry.
emisi un lamento e delicatamente massaggiai il punto.

«ehm, scusa per quello.» Harry indicò il bernoccolo.

«e tu scusami per...quello.» puntai il dito verso il suo livido sotto l'occhio e la crosta ormai quasi rimarginata sul suo labbro inferiore.

ebbi quasi l'impulso di ridere.
pensai al fatto che nonostante Harry si fosse denudato fisicamente e psicologicamente davanti a me, adesso eravamo a disagio per una lite.

Harry ed io ci scambiammo un'occhiata imbarazzata e tornammo nel nostro tetro e denso silenzio.
avrei voluto procedere con la conversazione, chiedergli cos'ha mangiato a pranzo, se anche lui non dorme la notte pensando che dovrebbe agire per cambiare le cose, dirgli che mi manca, che questo silenzio è così maledettamente claustrofobico.
ripresi a contorcermi sulla sedia scatenando gli sguardi infastiditi di Harry, improvvisamente non seppi più controllarmi, e come un fiume in piena che supera l'argine, scoppiai.

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora