18. fuga.

3.2K 216 94
                                    

«riesci a camminare?» mi domandò il mio ragazzo accasciandosi su di me e posandomi una mano sul ginocchio.
quando avvicinò il volto scorsi delle macchie nere sulle guance e sul viso aveva impressa stanchezza e preoccupazione.

«Potter sono tutto rotto, secondo quale legge fisica potrei riuscire a muovere un solo muscolo? a malapena sono riuscito ad alzarmi pochi secondi fa.» risposi e subito dopo emisi un lamento quando cercai di sollevarmi sulle gambe.

«okay okay, calma. questo è il piano: durante questi quattro giorni ho notato...»

«fermo fermo fermo, sono stato chiuso qui per quattro giorni? pensavo fossero solo poche ore!» lo interruppi strabuzzando gli occhi.

«si...»
«ma il punto è che ogni sera alle sette tutti i Mangiamorte si riuniscono non so dove, e non c'è quasi nessuno a sorvegliare questo stanzino e il magazzino dove mi hanno ficcato. ce ne sono solo due, li ho pietrificati prima di venire qui, è stato più semplice di quanto pensassi, non dovrebbero costituire un problema...»

«sono io il problema.» annunciai con tono secco e freddo.
poi continuai:
«credo di avere delle costole fratturate, l'unico motivo per cui non sto urlando dal dolore è perché ho un'adrenalina che mi scorre nelle vene che neanche immagini...potrei ammazzare tutti se ne avessi la forza.» ammisi dando sfogo alle mie sensazioni.

pian piano percepivo sempre di più un senso di rabbia inumano, come se avessero sostituito il mio controllo con quello di un leone affamato, ero desideroso di vendetta per ciò che mi era stato fatto.
per ciò che era stato fatto Harry.
era chiaro che non lo sfamassero da giorni, i suoi zigomi erano eccessivamente scavati e la pelle scarna sulle sue dita rendeva quelle mani così diverse da come ricordavo le mani del mio ragazzo.
strinsi i pugni affondando le unghie nell'epidermide e le rilassai subito dopo tentando di placare l'ira in me.

«Draco, dobbiamo almeno provarci. non possiamo aspettare che ci uccidano, perché allora sarà troppo tardi.»

che perspicacia Harry, davvero un intelletto niente male.

passai l'indice sulle palpebre e gli feci cenno di continuare.

«come stavo dicendo, potremmo schiantare le due guardie di pattuglia, prendere dei mantelli e quanta più roba per non farci riconoscere e uscire il più velocemente possibile dal negozio. la questione sorge quando staremo correndo per le vie di Notturn Alley, a quel punto gli altri Mangiamorte avranno notato il caos e saranno venuti a cercarci... ma se Merlino vuole, saremo incappucciati e nascosti per bene...così dovremmo riuscire a scappare.»

«Harry ci sono un po' di incongruenze nel tuo piano...ma okay, possiamo provarci.»

«e per le tue costole?»

«non conosci qualche incantesimo per la cura delle ossa?» lo interrogai cercando un barlume di speranza nella sua risposta.

«posso provarci ma non ti prometto niente.» disse accennando un sorriso imbarazzato, poi sfoderò la bacchetta dalla tasca.

«Epismendo!» annunciò e sentii una fitta lacerante percuotermi lo sterno e le costole.

qualche secondo dopo però il dolore sfumò e una lieve sensazione di serenità e quiete colmò il mio corpo.
decisamente meglio.

Harry mi domandò come mi sentissi, risposi che il giorno dopo sarei riuscito a correre, e lo congedai scoccandogli un bacio sulla guancia.

Malfoy, il ragazzo che non aveva scelta. (Drarry ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora