capitolo 83

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Uscimmo di casa e iniziammo a camminare. Casa di Michele non era poi cosi lontana da li, camminammo per un po fino a quando non arrivammo davanti al parchetto dove la notte prima mi ero addormentata. Mi fermati a osservare meglio il giardinetto tappezzato di piccoli fiorellini azzurrini, ora ricordavo tutto. Andavo li con Michele quando mamma e papà litigavano  e papà picchiava mamma, Michele mi portava qui per non far picchiare anche me da quel mostro ma purtroppo certe volte non faceva in tempo. Qui mi divertivo a raccogliere questi piccoli fiorellini e farne dei piccoli mazzetti che poi regalavo a Michele. Ero una bimba cosi dolce e indifesa. Tutti mi amavano mentre ora.. Beh sono la ragazza che non sarei mai voluta diventare."che c'è piccola?" chiese dolcemente Alberico riportandomi alla realta,"oh beh nulla amore" risposi io prima di andare avanti verso casa. Nel tragitto non dissi una parola. Arrivammo davanti alla porta "alle sette passo a prenderti. Andiamo a cena e poi a ballare. Fatti bella" disse Alberico prima di darmi un bacio e andarsene. Aprii la porta ed entrai, Michele era sul divano con la mia nipotina in braccio. Si alzo,venne a darmi un bacio e  farmi gli auguri. Lo ringraziai e ci sedemmo sul divano "ti senti.."iniziò lui "senti non voglio proprio parlarne soprattutto non oggi Michele ..voglio godermi la giornata e non pensare a quello che è successo ieri"dissi io dolcemente ma con una punta di amarezza nella voce. Restammo sul divano a guardare la TV e giocare con la piccolina di casa fino alle cinque. Guardai l'ora e mi alzai di scatto. Corsi i bagno e mi diedi una sciacquata dopo di che mi piastrai i capelli e mi truccai. Non amavo tanto il trucco, di solito mettevo solo del fondotina, una cipria chiara e il mascara ma questa sera misi anche l'eye-liner e il rossetto rosso che presi in prestito da Sofia. Corsi in camera alla ricerca di qualcosa da mettere. Scorrevole le varie grucce e mi capitò in mano il vestito del ballo. Era più bello di quanto ricordassi. Quel semplice vestito racchiudeva tante emozioni diverse. Lo strinsi a me e subito risentii il profumo che jaser portava quella sera. Volevo bene a jaser ma non quanto lui desiderava. Lo riposi con un peso sullo stomaco che non potei fare a meno di ignorare. Presi un vestito nero con le maniche a tre quarti e lo infilai, misi della collant nere e le scarpe del ballo. Amdai in salotto e mi sedetti sul divano. Mancavano venti minuti all'arrivo di Alberico cosi presi la giacca e andai a fare quattro passi. Preso una sigaretta dal pacchetto che si trovava nella tasca, la accesi e iniziai a fumare. Era cosi strano come un piccolo oggettino cosi insignificante potesse farmi rilassare e stare bene. Ero intenta a guardare la sigaretta accesa quando andai addosso ad un ragazzo altissimo, aveva un profumo famigliare, alzai lo sguardo e vidi uno dei miei più grandi incubi. Simone, mi guardava con un ghigno inquietante sul viso. Abbassai lo sguardo e mi volrai "Hei bimbetta non si dice nula?chiese lui acido mi volta i "oh beh si...vaffanculo stronzo" dissi voltandomi e facendogli il terzo dito. "Oh oh vabene e adesso tu vai a pangere da quell'alberico che ti usa solo per il sesso e null'altro" disse lui in tono fin troppo sicuro di se. La morsa che avevo intorno allo stomaco era insopportabile. Iniziai a camminare svelta per la strada. Ero pure in ritardo ora e tutto per colpa di un idiota che forse diceva cose vere...nella mia testa c'era solo casino e mille pensieri

always and forever| Alberico De Giglio| Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora