capitolo 96

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A settembre la scuola era ricominciata e tutto doveva ricominciare. Il primo giorno di scuola andai insieme ad Alessandro cosi che tutte le mie "amiche" potessero vederlo. Arrivai davanti al cancello con il seggiolino e Alex in braccio. Dormiva beato fino a quando quell'oca di Susan non venne verso di me blaterando qualcosa del tipo "oh che bello questo bimbetto. Non ti assomiglia affatto. Sicura che sia tuo." disse lei svegliandolo e facendolo scoppiare in un pianto assillante. "Senti tu brutta stronza vattene via"urlò una voce alle mie spalle. Non ci potevo cedere, quella voce l'avrei potuta riconoscere tra mille. Mi voltai e ogni mio dubbio svanì, il ragazzo con gli occhi marroni e i capelli scuri tirati su in un ciuffo mi guardò "oh mio dio ma sei proprio tu?" disse lui "B-Brian?! Oddio che ci fai qui mi sei mancato tanto" dissi io sorridendo lui mi guardò e guardo anche Alex che lo scrutava curioso, "è tuo il bambino? " disse lui dolcemente, annuii e sul suo viso vidi un espressione sconvolta dopo di che prese in braccio il piccolo e lo coccolò "come si chiama?" disse lui "umh Alessandro" sussurrai "e il cognome ?" chiese curioso "De giglio" dissi abbassando il viso e sentendo la malinconia crescermi nel petto, mi manca...era quello il problema. Lo rivedevo nel ragazzo appoggiato al cancello con il ciuffo scuro, gli occhi marroni e profondi con un mezzo sorrisetto stampato sul viso. Aspetta ma quel ragazzo era lui. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e in un secondo lo trovai davanti a me con le sue labbra sulle mie, quella sensazione che tanto mi era mancata ora la potevo finalmente risentire. Inspirai il suo profumo e poi DRIIIIN..Un altra volta no...un altro dei miei sogni. Ora Alex piangeva per la sveglia che lo aveva spaventato. Mi alzai dal letto e lo presi in braccio, andai in cucina a preparargli il latte. Mi sedetti sulla poltrona e diedi il latte ad Alessandro, ero stanchissima dato che dormivo poco e male ma dovevo andare a scuola. Non potevo fare tardi al primo giorno. Ero riuscita a ottenere uno speciale permesso per portare Alex a scuola dato che con mia mamma non lo avrei mai lasciato. Presi Alex e lo portai in camera dopo di che mi truccai in camera davanti alla specchiera che mi ero fatta mettere. Uscii di casa con la carrozzina e la cartella a spalle. Arrivai davanti alla scuola, entrai e andai drita in classe sedendomi in ultima fila per non dare fastidio. Ero seduta al mio banco con Alex in braccio quando una ragazza entrò in classe,avevo sentito dire di una nuova compagna ma non mi aspettavo di conoscerla subito. Era alta e magra, i capelli scuri le circondavano il viso e gli occhi grigi guizzarono su di me e sul mio bambino. "Emh scusa posso sedermi qui?" disse lei gentilmente annuii e mi presentai. Lei rimase a guardare Alessandro,stacco gli occhi da lui per poi posarli su di me "è davvero uno spettacolo questo bimbo" disse "già è uguale a suo padre. E suo padre era la persona più bella che avessi mai visto." sussurrati cercando di non far notare la mia angoscia ma non ci riuscii. In quella ragazza riuscivo a rivedere me quando ancora stavo bene."perche era? Che gli è successo?" chiese lei, "mia madre mi ha fatta trasferire dopo che a scoperto della gravidanza. Aspetto di avere 18 anni per tornare a lui. Voglio rendere la mia vita bella finalmente." lei rimase a guardarmi fino a quando un paio di ragazzi entrarono in classe e vennero verso di me.iniziarono a tempestarmi di domande come" quando è nato? Come si chiama? E cose così. Risposia alle loro domande fino a quando non arrivò la prof di italiano. Era gentile e simpatica, si preoccupò di me e di Alessandro. Mi diede il permesso di uscire ogni volta che mi fosse servito. La lezione passo velocemente senza nessuno intoppo, nell'ora successiva a il preside entrò in classe per accertarsi che mi comportarsi bene e che il suo permesso fosse stato una cosa buona e non un problema per tutti. Alla ricreazione decisi di fare un giro per la scuola lasciando la carrozzina in classe e portando in giro Alex in braccio. Beh c'è da dire che a soli due mesi era già un play boy famoso in tutta la scuola. Al suono della campanella tornai in classe e finii le lezioni. Una volta uscita da scuola la cosa che più minsorprese fu trovare mia madre fuori da scuola. Salii in macchina senza dire una parola e mi feci portare a casa.

always and forever| Alberico De Giglio| Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora