capitolo 94

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La presi per mano e la feci alzare dal letto in modo che mi guardasse negli occhi, "piccolina mia questa sera andiamo a cena dai miei" le dissi, sgranò gli occhi e annuì. Guardò l'ora e corse a vestirsi e truccarsi. La vidi correre verso l'armadio in mutande e reggiseno. La pancia si vedeva un pochino ma sembrava non farci caso. Prese un vestitino nero aderente fino alla vita e più più morbido sulla gonna. Lo infilò correndo verso di me per farsi chiudere la zip. Iniziai a baciarle la schiena dal basso verso l'alto, aveva la pelle d'oca ma cercava di contenersi. Alzai finalmente la zip e la vidi rilassarsi, si girò verso di me e mi saltò in braccio "ti odio hahah" disse tra un bacio e l'altro. La feci rotolare sotto di me e andai avanti a baciarla, era bellissima anche senza tutto quel trucco, con tutti i capelli scompigliati e le guance arrossate per l'imbarazzo. Si morse il labbro inferiore, sentii il mio stomaco rigirasi, Dio solo sa cosa le avrei fatto in quel momento. Mi limitai ad alzarmi dal letto e farla correre in bagno squadrando ogni centimetro del suo corpo da paura. Dopo quasi un ora fu pronta. Intanto io avevo avvisato i miei che saremmo andati là. Salimmo in macchina e andammo verso casa mia. Arrivammo dopo mezz'ora dato che Emma aveva voluto fermarsi a prendere dei pasticcini. Scendemmo dalla macchina e andammo verso la porta, suonammo e subito mia  madre aprì. Non era felice come mi aspettavo, anzi era seria e nervosa. Perchè la mia famiglia non poteva essere felice per me almeno un volta?! Okay nella vita ne avevo fatte tante ma ora avevo diciotto anni e sapevo come comportarmi. Entrai in casa e abbracciai mia madre, la tensione si sciolse un po, feci avvicinare Emma a me e andai verso il salotto. Era da tanto che  non entravo qui dentro. Eri andato via da qui perche quei muri erano ormai troppo stretti. La mia famiglia che mi aveva sempre sostenuto aveva iniziato a darmi contro da quando  li avevo costretti a trasferirsi da Bari a Milano.  La voce di mio padre mi riportò alla realtà facendomi rabbrividire, lo guardai negli occhi, lui squadro prima me poi Emma soffermandosi sulle forme e sul suo esile  corpo. Notò la pancia. Lo capii dal modo in cui i suoi occhi si posarono su quelli di mia madre. Proposito di andare in sala da pranzo a cenare, tutti acconsentirono e ci dirigemmo verso la sala da pranzo. Iniziammo a mangiare e mio padre inizio puntualmente a fare domande a Emma, ma una mi diede davvero fastidio "quanto hai aspettato prima di farti mettere incinta?" disse, strinsi i pugni sotto al tavolo e lo fulminai con lo sguardo. Emma arrossí, "non devi rispondere amore" le sussurrai, lei fece un mezzo sorriso che nascondeva tanto imbarazzo e rabbia. " umh credo 4 o 5 mesi" disse lei per poi chiedere a mia madre il pernensso di andare un bagno e sparire nel corridoio buio.

Emma prov

Arrivai nel bagno e mi chiusi la porta alle spalle, mi lasciai scivolare a terra e iniziai a pungere, perche questo bambino doveva essere un problema per tutti. Io ormai ero felice che lui ci fosse. Non ne potevo più, ero troppo stanza di tutto ciò. Scrissi un messaggio ad Alberico "raggiungimi prima che faccia delle pazzie" scrissi. Non ebbi nemmeno il tempo di inviare il messaggio che sentii bussare alla porta, aprii per vedere chi fosse. Feci entrare Alberico che mi prese in braccio e mi portò in una stanzetta mi poggio su un letto e accese la luce. La camera era tappezzata di foto e cartelloni. Il letto era piccolo ma comodissimo, mi stesi e Alberico fece lo stesso. Ci  guardavamo negli occhi, nessuno dei due sapeva cosa fare, trovai la forza di baciarlo non so dove ma fu una delle cose migliori che feci quella sera. Dopo più o meno un ora arrivano a casa di Michele e finalmente andammo a dormire.

Heiiii scusatemi so che sono 5 giorni che non posto ma mi farò perdonare. Spero ci piaccia il capitolo. Non ho riletto, scusate gli errori

always and forever| Alberico De Giglio| Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora