Capitolo 29

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Dopo essere uscita dal parco mi avvicinai al centro di Oslo,il posto più famoso con le varie piazze e negozi.
Ma qualcosa attirò la mia attenzione,c'era Serena,solare come sempre. Parlava con... Harry.
Credevo che non volessero più parlarsi per via di quel rapporto...finto. Almeno speravo fosse stato finto. Mi avvicinai a loro. Serena mi guardò sgranando gli occhi.

"Kansas! Ti stavamo cercando!"
Disse stridulando neanche tanto sicura di quello che diceva.

"Ero da queste parti." Affermai con non curanza.

Harry mi squadró da cima a piedi e lo guardai alzando un sopracciglio,con espressione interrogativa. Lo vide ma non si soffermò.

"Andiamo a casa." Disse.
Mi prese la mano e la strinse come se potessi scappare ancora.

"Harry,una mia amica starà male,non ci starò per un giorno."

"Okay."
Okay? Solo okay? Perché era così? Così...terribilmente distaccato e freddo.
Perché il nostro rapporto doveva essere sempre così...
Eravamo lontani,e non parlavo di kilometri.
Staccai la mano quando arrivammo a casa. Entrai e salii le scale prendendo il mio zaino con dentro una bottiglia d'acqua e qualche barretta di cioccolato.
Aprii la 'porta' della soffitta che stava sul soffitto. Dovevo tirare una cordicella per aprirla. Come tirai uscirono delle scale e salii. Cercai tra le varie scatole,e la trovai. La mia pistola. La buttati dentro lo zaino,pesava molto più di prima ma ne valeva la pena.
Mi sono promessa di non tornare più in quel posto ma dentro di me c'era un certo qualcosa che mi teneva legata a quel paesino di montagna. Non che ci fosse ancora pericolo ma era pur sempre Røros,e i pericoli sono in ogni angolo. Scesi e chiusi la soffitta. Con lo zaino sulle spalle corsi via,e non importava se Harry era davanti a me,che mi abbia vista. Sapevo già che non avrebbe mosso un dito.

Ma le lacrime minacciavano di uscire e si sa,si inizia a piangere per un motivo poi dopo che chiudi gli occhi ne trovi altri Cento a portarti giù.
Mi scontrai con una persona,quella che non immaginavo di vedere minimamente.
"Scusa."
"Ma?" Diane mi guardò preoccupata.
Tenni gli occhi bassi,odiavo farmi vedere debole dagli altri anche se probabilmente lo ero più di tutti.
Scappai ancora.
Ero brava a fare solo quello forse. Era arrivato il momento di affrontare la mia guerra interiore.

Diane's POV
Aveva in mente qualcosa,no... ne aveva tante di cose in mente quella ragazza che neanche Einstein riuscirebbe a contarle ne a darle delle potenziali soluzioni. Era un dilemma,di quelli che ti fanno uscire di testa solo al pensiero di poter risolverli.
E rimasi lì, a guardarla scappare per un'altra volta. Rimasi lì a chiedermi da cosa scappava. Lei è tutto un film,che interpreta da sola. Decisi di chiedere,l'unica cosa che potevo fare in quel momento. Suonai alla porta,mi venne ad aprire Harry .

"Harry! Kansas è scappata!!!" Lo informai del fatto appena accaduto. Ma non sembrava tanto sorpreso.

"Mh,e allora?" E in quell'istante capii da cosa scappava Kansas.

"Resti qui a guardare?"
"Sarà andata dal suo grande amico Elijah! Ormai è più importante lui di me!"

Gelosia,brutta bestia.
Così tanta poca fiducia nei suoi occhi...
Era davvero convinto delle cose che diceva. Sembrava di tornare indietro,é stato sempre un ragazzo possessivo.

"Harry ti do un consiglio,non lo dire mai davanti a lei questa cosa."
"E perché?"

Aspettai un pò prima di parlare.
"Le faresti pena."
Alzai i tacchi e me ne andai lasciandolo solo.


Il giorno dopo
Kansas's POV
Entrai nella grande stanza ,non era cambiato niente.

Guardai il cielo fuori dalla finestra,fissai la neve. Sorrisi al ricordo,forse l'unico ricordo bello di questo posto. La neve,la tanta neve. Me che giocavo a fare l'esploratrice nelle foreste fitte. Quando mi fermavo a guardare la rugiada sulle foglie verdi.
E tutto mancava.

"Papà...
Se ci sei...
Se mi senti.
Scusa. "
Sembravo pazza,e forse lo ero ma continuai a parlare.

"Si... Scusa,credevo mi sarebbe passata. Si ne ero convinta,che quando sarei tornata a casa tutto sarebbe andato bene. Niente più intrighi,niente più lacrime. Ma la mia vita é un libro,ma questa non avrà mai un lieto fine perché la notte gli incubi mi perseguitano e mi sento un mostro. Ho superato me stessa,e giuro,ne ho superato tante di cose ma proprio questa... Non l'ho saputa accettare. Sono cambiata da far male. Ti vedo camminare per le strade ma so che non sei tu! Tu sei morto!!!
I sensi di colpa mi divorano e invece tu! Perché tu non ne hai avuto quando hai ucciso la mamma!" E quelle lacrime ebbero vinta su di me,scesero sulle mie guance e non riuscì a finirle. Appoggiai la fronte sul vetro freddo e capii che se davvero esisteva una sfida nella vita,io l'avevo persa.

"Semplicemente perché non l'ho uccisa io."
Sentii quella voce e sembrava che il cuore volesse uscire dal mio petto. Mi girai e lo vidi...

"Papà..."

Different Twins 2 ×h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora