POV Ethan.
Non so con che coraggio le ho raccontato tutto.
Forse sto perdendo la testa,oppure sono veramente sull'orlo di una crisi psicotica. Eppure quando l'ho vista così disperata ho capito che l'unica cosa giusta da fare era dirle tutto. Così sarebbe stata lei a scegliere per me.
So che non sarei in grado di lasciarla andare per mia scelta. Sono diventato dipendente da questa ragazza,dai suoi occhi e dalle sue labbra,dal suo modo di ridere e di contraddirmi sempre su tutto.
Non avrei mai pensato di trovarmi a pensare delle cose del genere, eppure eccomi qui,seduto sul letto insieme a lei che dorme appoggiata al mio petto e non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Faccio ancora fatica a controllare la rabbia che sento quando ripenso a cosa le ha fatto quel figlio di puttana.
E la colpa è solo di Wesley e mia.
Avrei potuto dirle tutto tempo fa. Si sarebbe tenuta alla larga da Brian e forse sarei riuscito anche a sistemare le cose con Wes.
Non ho idea di cosa fare ora per proteggerla.
Brian posso tenerlo a freno,ho molte cose su di lui con cui minacciarlo e non mi fa paura. So che se dovesse affrontarmi lo stenderei in poco;ma Wesley ha molte più risorse di me.
Temo che possa riuscire a trovare il modo per disfarsi di me. Devo trovare un modo per fargli credere di stare ancora dalla sua parte,di stare ancora seguendo il piano.
Potrei chiedere a qualcuno, di cui posso ancora fidarmi là dentro,di farmi avvicinare a Wesley da solo.
Per adesso però devo pensare a lei. Posso vedere i lividi sul suo collo e sulle sue braccia.
Il labbro è rotto e i tagli sulle gambe le hanno fatto infezione. Devo portarla all'ospedale,volevo prima farla riposare.
Mi perdo a guardarla dormire e chiudo gli occhi anch'io.
Mi sembra di aver dormito solo dieci minuti quando sento il mio cellulare squillare.
Mi affretto a prenderlo così da non svegliare Jennifer che si trova nella stessa posizione di prima.
"Ethan! Dove sei sparito?"sento urlare dall'altra parte Clark.
"Non è il momento...senti ieri le cose sono degenerate...io devo portare Jenn all'ospedale,tu devi assicurarti che Wesley se ne vada per qualche giorno,senti Kara o qualcun'altra delle sue puttanelle,ho bisogno che lui sia fuori città almeno finché non sapremo cosa fare" gli dico senza lasciarmi interrompere.
"Sono più che sicuro che se n'è andrà come sempre alla sua tenuta a Portland".
"Bene,e Clark! Non farti beccare".
"Ma Jennifer sta bene?". Posso sentire la preoccupazione nella sua voce.
"Lo starà,spero".
Quando metto giù il telefono mi accorgo che Jennifer ha ora gli occhi aperti. Devo averla svegliata a parlare.
"Scusa...non volevo"le dico quando mi guarda sbadigliando.
"Che ore sono?"mi chiede e sento che le è scesa la voce.
"Sono quasi le tre di pomeriggio"le rispondo guardando la sveglia.
Non mi ricordo quando mi sono addormentato ma a quanto pare non ho dormito solo dieci minuti.
"Come?! Ho dormito così tanto?"esclama alzandosi di scatto.
Io rido alla sua reazione e le passo una mano fra i capelli arruffati.
"Non abbiamo niente da fare comunque...solo...forse è meglio che ti porti in ospedale"le dico guadagnandomi uno sguardo preoccupato.
"Voglio che ti guardino le ferite,io non ho potuto fare molto"le spiego sfiorandole appena le fasciature.
"Ed è meglio che ti facciano qualche controllo"aggiungo a più bassa voce.
Lei abbassa lo sguardo alle mie parole e si alza dal letto.
Posso vedere dei sottili rigoli di sangue percorrerle una gamba. Mi alzo anch'io e mi vesto velocemente.
"Quando sei pronta,sono in macchina"le dico vedendo che si vergogna a spogliarsi davanti a me.
Si muove più nervosamente rispetto al solito ed era a disagio quando le sono andato vicino per aiutarla a togliersi la felpa. Quando entro nella macchina sbattendo la portiera stringo il volante tanto da farmi diventare bianche le nocche.
Odio quel bastardo.
Odio quello che le ha fatto.
Odio sapere che l'ha toccata più di una volta.
Che l'ha baciata e che lei gli rispondeva quando stavano insieme.
È una rabbia che non avevo mai sentito prima quella che mi sta dilaniando il petto.
Cerco di riprendermi quando la vedo uscire di casa e chiudere la porta prima di guardarsi intorno più di una volta.
Apre la portiera e si siede accanto a me.
Si allaccia la cintura e guarda fuori dal finestrino.
Non so cosa dovrei fare. Dovrei parlarle? O lasciarla tranquilla? Iniziare una conversazione per non farla pensare a niente di quello che è successo ieri?
E come faccio,è lei quella loquace. È lei quella che mi fa sempre domande su tutto e su tutti. Lei,quella che mi fa ridere e mi chiede di quello che mi piace o qualsiasi cosa che le passa per la testa.
Quando ci fermiamo ad un semaforo porto lo sguardo su di lei e la vedo rannicchiata con le gambe contro il petto,intenta a guardarmi.
"Vedi qualcosa di interessante?"le chiedo sollevando un bordo della bocca in quello che vorrei fosse un sorriso anche se non sono molto dell'umore.
"Sei buffo quando ti immergi nei pensieri mentre guidi"osserva passandomi una mano fra i capelli per togliermi da davanti gli occhi.
Stanno crescendo fin troppo,non li taglio da molto.
Quel suo semplice gesto mi fa entrare in estasi.
"Ti fanno male?"le chiedo ripartendo appena scatta il verde.
Le poggio una mano sulla gamba e lei capisce a cosa mi riferisco. "Bruciano...ma se le tengo così mi fanno meno male".
"Ora arriviamo,manca poco"la rassicuro uscendo dalla superstrada.
Arriviamo al Howard's High Hospital e trovo un parcheggio abbastanza vicino all'entrata. Quando noto che Jennifer sta zoppicando la afferro per un fianco e le porto il braccio attorno alle mie spalle.
Lei sembra irrigidirsi inizialmente,poi si rassegna e si lascia portare.
"Salve...avremmo bisogno di un dottore,è stata aggredita,le ferite si stanno infettando e ha bisogno di un controllo"spiego all'infermiera che inizia a farci strada verso l'ambulatorio.
"Perché non siete venuti subito dopo che è successo?"mi chiede dopo aver fatto sdraiare Jennifer su un lettino dicendole di iniziare a spogliarsi e mettersi una veste di carta.
"Era tardi e voleva solo che la portassi a casa...sentite...non so chi è stato,ma dovete farle un controllo totale..."dico passandomi fra i capelli le dita nervosamente.
"Deve compilarmi questi moduli,anche se non è un parente...per questa volta"mi risponde lei facendomi segno di accomodarmi nella sala d'attesa.
"Ma...".
"Il dottore è già dentro,ci prendiamo noi cura di lei"mi assicura prima di chiudere la porta dietro di sé.
Spero solo che non abbia nessuna ferita grave o qualche emorragia.
Non so per quanto tempo rimango seduto su questa sedia assolutamente scomoda.
Sto letteralmente impazzendo a tamburellare le dita sulla sedia accanto e a non sapere quando o chi verrà fuori dalla stanza dove ho lasciato Jennifer.
Inizio a camminare avanti e indietro per il corridoio quando finalmente la porta si apre e esce un dottore sulla trentina che mi si avvicina affiancato dalla infermiera di prima. "Allora?"chiedo quando lui non parla ma continua a fisssre la cartella che ha in mano.
"È sotto shock in questo momento,per il resto sta bene,fisicamente intendo;
le ferite le abbiamo disinfettate e dovrà tenerle fasciate finché non si cicatrizzeranno,non c'è segno di molestia sessuale...solo dei lividi su varie parti del corpo...ora,devo chiederglielo signor..."continua a parlare finché non sa come chiamarmi.
"Saint...".
"Lei non ha niente a che fare con quanto accaduto alla signorina Ashton?".
A quella domanda mi sento bruciare dentro.
Cosa gli fa insinuare che possa essere capace di fare una cosa del genere?
Solo perché ho dei tatuaggi e non mi vesto come un damerino del cazzo?
"Ovviamente no,io l'ho portata a casa dopo che l'ho trovata a piangere nel proprio sangue...l'ho medicata e questa mattina l'ho portata qui"rispondo stringendomi il tessuto dei jeans per evitare di spaccargli quella faccia da sapientone.
"Dovevo chiederlo signor Saint,non si scaldi...credo che dovreste denunciare la cosa".
"È sicuro che non l'ha toccata?"gli chiedo e spero che capisca quello che intendo.
"Sì...in realtà non c'è nessun segno di alcuna attività di rapporti sessuali"mi spiega e rimango sorpreso.
Mi sento un po' in colpa quando provo un senso di sollievo.
"Posso vederla,ora?"chiesi ignorandolo e parlando all'infermiera.
"Si sta rivestendo"mi risponde annuendo.
Li supero e entro nella stanza. Vedo Jennifer seduta sul lettino di schiena,senza maglia addosso. Mi schiarisco la voce e sposto lo sguardo sul pavimento.
"Arrivo subito"mi dice alzandosi in piedi dopo aver indossato gli ultimi abiti.
"Jenn...".
"Possiamo andare"mi ferma prendendo la borsa per andare verso la porta quasi correndo.
"Hey! Hey!"la fermo prendendole la mano.
Trema e i suoi occhi sono schivi.
"Che c'è? Non stai bene? È per qualcosa che ho fatto?".
Scuote il capo e chiude gli occhi portando la testa all'indietro.
"Ethan non gira tutto intorno a te! Cazzo! Sono stata quasi stuprata da un uomo che doveva portarmi da un pazzo che ha una qualche fissa con me!
Mi dai il tuo permesso di stare male?"scatta facendomi spalancare gli occhi.
Aveva ragione.
Le facevo troppa pressione.
Era ovvio che non sarebbe stata serena e contenta dopo aver fatto degli accertamenti medici sul fatto che sia stata stuprata o solo parzialmente.
Dio! Sono un coglione. Un completo stronzo.
"Scusami..."mi dice appoggiandosi a me.
"Non dovevo urlare con te,tu non centri".
"No,Jennifer...hai ragione,io cercavo solo...".
"Ti preoccupi per me,Ethan.
È tutto quello che fai,e non so come farei senza di te"mi sussurra mentre la circondo con le mie braccia.
Assaporo questo momento. Vorrei proteggerla da tutto. Vorrei che le mie braccia potessero aiutarla a sentirsi al sicuro.
Ma so che probabilmente sono io il fattore che la mette a più alto rischio.
"Vuoi tornare a casa?"le chiedo quando si allontana da me per riprendere la borsa che aveva fatto cadere per terra.
"In realtà no...".
Ci dirigiamo verso la macchina.
"Dove vorresti andare? Oppure ti piace stare qui all'ospedale?"le chiedo facendola ridere.
"Non so...".
"Facciamo un giro in macchina...e magari possiamo andare a vedere un film...ti andrebbe?"le propongo anche se mi sento ridicolo a chiederle di andare al cinema dopo quello che le è successo.
Mi pesa ammettere di non sapere come comportarmi con lei ora.
"Mi piacerebbe"mi risponde con un sorriso che finalmente raggiunge anche i suoi meravigliosi occhi.
Inizio a girare per il paese senza una meta precisa.
La programmazione inizia verso le sette di sera,prenderemo una pizza direttamente nel cinema per cena.
Accende la radio e ci distraiamo sentendo la nuova canzone di Sam Smith.
È un cantante che mi ha fatto conoscere Jennifer.
Ha dei gusti impeccabili,non posso negarlo.
Sarebbe fantastica come produttrice musicale.
"Cosa vorresti fare per il ringraziamento?"mi chiede improvvisamente.
Non ci avevo ancora pensato in realtà. Tempo per pensare a come organizzare le feste non l'ho avuto.
"Non ne ho idea...di solito lo passo da solo a bere una birra e guardare la partita"rispondo onestamente.
È da quando avevo 15 anni che non festeggio né il ringraziamento né natale,non ne ho mai avuto occasione.
Anche se Clark mi invitava sempre a casa sua,ho sempre saputo che i suoi parenti non apprezzavano la mia presenza,così mi inventavo qualche scusa.
"Non puoi essere serio"commenta Jennifer spalancando gli occhi.
"Non sono un tipo da feste natalizie...il massimo che facevo era andare da solo da Freddy a vedere il football,ma nessuno dei due aveva molto per cui essere grato"le rispondo con fare ovvio. La mia famiglia mi ha abbandonato,l'unico lavoro che sono riuscito a ottenere è nel giro della droga. Non mi sembra una vita per cui dire 'grazie'.
"Beh...quest'anno ci sono io..."aggiunge con voce flebile.
Mi giro verso di lei e non riesco trattenere un sorriso da puro idiota.
"Tu cosa vorresti fare?"le chiedo mentre giriamo per la terza volta il parcheggio del supermercato.
"Non so,mi piacerebbe stare tutti insieme...con anche Anne e Clark,siete tutto ciò che mi rimane"dice abbassando lo sguardo sulle sue mani incrociate.
"Allora potremmo invitarli alla casa sul lago"propongo non molto convinto ma a quanto oare questa idea a lei piace molto perché i suoi occhi si accendono all'improvviso.
"Dici sul serio?"esclama con un sorriso enorme sul viso.
Le basta così poco?
"Beh...non è molto ma...".
"No,Ethan! Sarebbe perfetto"continua lei felice come non la vedevo da un po'.
"Allora è deciso,prova a chiedere a Anne,io lo faccio sapere a Clark"dico io cercando di non spegnere il suo entusiasmo.
Non è che non mi piacesse il natale in sé.
Ma questo periodo è sempre triste e difficile per me.
"Sei sicuro che ti vada bene?"mi chiede con il cellulare in mano. Io annuisco e sforzo un sorriso. Farei di tutto per far brillare così i suoi occhi
"Che film vuoi vedere?"le chiedo mentre siamo in coda al cinema dopo che abbiamo mangiato due fette di pizza.
Non è stato difficile trovare parcheggio.
Ormai quasi tutti sono partiti e hanno lasciato la città per andare a godersi le vacanze.
Mi piacerebbe portare Jennifer da qualche parte.
Per farla fuggire da tutti i problemi.
Forse un giorno di questi lo farò.
"Il nuovo film con Christian Bale sembra interessante...Ma anche quello della Marvel"ragiona più con se stessa che con me.
"Non sapevo che ci fossero delle ragazze realmente interessate ai film della Marvel"commento quando mi fa segno verso la locandina di Thor.
"Perché ragioni da maschio...non è che visto che sono una ragazza mi piacciono solo i film romantici o le commedie rosa"mi risponde alzando le sopracciglia. Compro i due biglietti spostando Jennifer indietro quando cerca di pagare il suo e prendo anche un pacchetto di popcorn.
Entriamo nella sala e siamo solo in dieci persone a vedere il film. Quando sento Jennifer commentare quanto sia bello l'attore le do un colpo sul braccio.
"Non sapevo che ti piacessero i super palestrati con i capelli lunghi e biondi" le sussurro avvicinandomi al suo orecchio. "Io intendevo l'attore che fa il fratello di Thor"mi risponde senza staccare gli occhi dallo sguardo.
"Tu tifi Loki?".
"Si e no..."mi dice facendo oscillare la mano.
"Ti piacciono i cattivi?"le chiedo facendola finalmente girare verso di me.
"Dico solo che aveva le sue ragioni per fare quello che ha fatto,non per questo bisogna considerarlo una causa persa".
A quelle parole le prendo la mano e intreccio le nostre dita.
Lei le guarda e noto il suo petto alzarsi e abbassarsi più velocemente.
Riporto il mio sguardo sullo schermo senza riuscire a trattenere un sorriso.
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~Lost Stars~
FanfictionJennifer Ashton è una ragazza normale. Vista da fuori è una semplice adolescente con i suoi problemi di autostima e con una vita da liceo abbastanza monotona e anonima. Tutto cambia però quando un ragazzo che di santo ha solo il cognome entra a far...