Questa notte Ethan ha insistito perché io dormissi nella sua stanza e mi ha detto che lui sarebbe stato nella camera degli ospiti.
Ho cercato di convincerlo a non farsi problemi ma mi ha confessato che sarebbe stato più facile per lui.
Non so bene come prendere questa sua motivazione.
Ma se è davvero come mi viene da pensare,non riesco a smettere di arrossire.
L'idea che Ethan non riesca a dormire con me nello stesso letto mi rende nervosa da un lato ma anche lusingata dall'altro.
Ma ora come ora sono soltanto riconoscente.
Per quanto io mi senta molto più al sicuro sentendolo vicino a me,non posso negare che sono nervosa quando mi tocca in modo troppo disinvolto.
Sono ancora terrorizata metà del tempo.
Sono passati dieci giorni dalla sera del ballo.
Ethan mi ha lasciata stare alla casa sul lago mentre sbrigava qualche commissione a Seattle,non mi ha spiegato bene in cosa consistevano ma ogni sera mi chiamava per accertarsi che stessi bene e mi parlava della sua giornata.
Io invece ho passato questi giorni seduta sulla panchina di fronte al lago.
Ascoltando musica,scrivendo cose a caso su una specie di diario che ho trovato nella stanza di Freddy o semplicemente fissando la superficie ormai del tutto ghiacciata davanti a me. Non so bene descrivere come mi sento ora come ora.
Mi sento vuota? No.
Mi sento sporca? Parzialmente.
Mi sento solo tradita e forse è ancora peggio.
Ma devo dire che in questo posto quasi mi dimentico dei problemi che dovrò affrontare.
Il fatto che Brian mi abbia venduta in modo così facile,
a quanto pare non valevo proprio nulla per lui.
Meglio perderlo che trovarlo.
Ora che so tutto,beh,quasi tutto,ho paura ancora di più di Wesley.
Ho paura che vada fino in fondo e riesca a trovarmi o peggio a far del male a Ethan.
Per ora Wesley è fuori città,a quanto ci ha detto Clark;ma questo non vuol dire che siamo fuori pericolo.
Per lo meno forse posso pensare e concentrarmi sul godermi le festività.
Non sono proprio una ragazza di chiesa.
È da tanto che non metto piede ad una messa o che non mi confesso.
Mio padre non mi permetteva di andarci da quando era morta mia madre.
Col tempo ho perso la vera fede,credo.
Non so se riesco a credere in Dio se succede tutto questo.
Allo stesso tempo però credo che dietro a ogni piccolo fascio di luce che passa tra le nubi nella mia vita ci sia il merito di qualcuno di più grande,qualcuno che vuole aiutarmi a rialzarmi.
Ho molto per cui ringraziare al contrario di quello che sembra. Ho conosciuto la storia dietro a Freddy e a mio padre,sono diventata ancora più amica con Anne e ho fatto molte più amicizie,ma la cosa che più di tutte mi ha salvato quest'anno è stato conoscere il vero Ethan Saint e l'essermi resa conto che,nonostante tutto,non posso più respingere quello che provo quando lo guardo o quando mi sfiora casualmente la dita mentre camminiamo o quando mi dice che sono l'unica persona che vorrebbe al suo fianco in Inghilterra.
E ho anche un'altra cosa per cui ringraziare.
La sera del ballo mi era arrivata una lettera da parte dell'università di Londra che però non avevo aperto per paura di trovare una risposta che mi avrebbe rovinato la serata.
Senza contare che avrei preferito un rifiuto piuttosto di quello che è successo realmente poi. Tuttavia.
Ieri sera quando mi sono messa sotto le coperte mi sono ricordata che c'è l'avevo ancora nella borsetta.
Ho acceso la bajeur e ho preso un profondo respiro mentre aprivo la lettera che avrebbe potuto cambiare la mia vita.
Dopo qualche secondo in cui i miei occhi hanno vagato per tutto il foglio sono scoppiata a piangere.
Lacrime di gioia.
L'Università di Londra ha accettato la mia richiesta per una borsa di studio e inoltre mi ha offerto la possibilità di iscrivermi anche al corso di direzione e produzione musicale in parallelo al corso di studi.
È un sogno che diventa realtà. Ora vedo un futuro possibile davanti a me.
Non ho più paura del giorno del diploma.
Non vedo l'ora di iniziare una nuova vita.
E per di più potrò stare vicino a Ethan. Non voglio farmi false speranze ma magari,dico magari,potrebbe essere davvero una possibilità per iniziare qualcosa di nuovo e tangibile. Non so bene perché non l'ho detto ancora a Ethan.
Era sveglio quando io sono uscita per andare in bagno.
Avrei potuto dirglielo,ma le parole mi sono rimaste bloccate in gola.
Forse ho ancora paura che lui potrebbe vedere questa cosa diversamente da me.
Forse gli farà paura e crederà che è un passo troppo grande.
Anche se dopo tutto è stato lui a darmi questa idea.
Glielo dirò dopo il giorno del ringraziamento,per vedere se questa situazione non cambia.
Per quel giorno ho invitato Anne e Clark a mangiare qui a cena. Questa casa è fantastica e non vedo l'ora di sistemarla e preparare le decorazioni. Probabilmente dovrò fare tutto da sola dato che Ethan non è uno da spirito natalizio.
L'ho sentito più cupo del solito dall'altro ieri.
Non ho voluto insistito dato che nemmeno io sono un raggio di sole in questi giorni.
Eppure,la notizia di ieri mi ha fatto rinascere.
Mi sento meglio,più fiduciosa che le cose miglioreranno.
Mi alzo dal letto e mi vesto tranquillamente.
Anne era passata la mattina dopo della sera del cinema e mi aveva portato dei vestiti e un po' delle mie cose.
Era rimasta qualche ora con me per poi partire con la sua famiglia per andare a trovare i suoi parenti.
Mi aveva proposto di andare con lei,ma non sono nelle condizioni per stare ospite a casa di sua zia felicemente sposata con l'amore della sua vita.
Vado in salotto e vedo la neve scendere sull'erba già umida del giardino.
Mi siedo sulla poltrona dopo averla girata affinché potessi guardare questo stupendo spettacolo.
"È bellissimo...". Sento la sua voce roca affianco a me.
"Già...non nevicava così da tanto"commento girandomi verso di lui.
Ma lui non sta guardando fuori dalla finestra.
Sono queste piccole cose che mi fanno venire la pelle d'oca e mi fanno arrossire.
"Si...la neve...già"balbetta scuotendo il capo mentre si avvia verso la cucina.
Rido e mi alzo per seguirlo. Preparo due caffè mentre lui tira fuori dallo scaffale i cornetti alla crema che aveva preso a Seattle a quella che secondo lui era la migliore pasticceria dello stato di Washington.
Per me erano ok. Ne avevo mangiate di migliori,ma non ho insistito.
Mi è piaciuto vederlo così felice di essere tornato.
Non ha esagerato comunque.
Mi ha semplicemente abbracciato e quel contatto è bastato per farmi scoppiare in lacrime di gioia.
"Quindi...domani..."cerca di dirmi con la bocca piena.
"Domani sera Anne e Clark verranno qui a mangiare"concludo per lui.
Non ne abbiamo parlato da quella sera.
È tornato solo l'altra sera da Seattle. Forse ha cambiato idea.
Non so se sia davvero quello che Ethan vuole.
"Già...allora...".
"Ethan! Se non è quello che vuoi...".
"No,no! Va bene,dobbiamo prendere le cose per far da mangiare però,non c'è quasi niente in frigorifero"mi dice prendendo la giacca di colpo.
"E andiamo ora?"gli chiedo quando lo vedo prendere le sue cose.
"Hai qualcos'altro da fare?"mi chiede divertito.
E da quando prende decisioni così velocemente.
È appena tornato e vuole già uscire?
"Va bene allora"gli rispondo mettendomi il cappotto e il cappello.
Prima di aprire la porta lo vedo guardarmi con un sorriso strano. Le fossette sono appena accennate.
"Niente...stai bene con questo..."mi risponde sfiorando il berretto che ho messo.
"A me piace il tuo..."gli dico trattenendo le risate indicandogli il cappello verde e blu che sta sul tavolo in cucina.
"È l'unico che Clark poteva prestarmi...non sfottere". Usciamo dalla casa ridendo e quasi non mi sembra la realtà.
Io e lui siamo la prova che il mondo è davvero un posto strano.
Il supermercato è pieno di persone agitate che corrono da una parte all'altra per trovare tutto quello che è necessario per rendere il loro ringraziamento perfetto.
Noi non abbiamo questa presunzione.
Quello che voglio è semplicemente stare insieme alla mia famiglia,o almeno a quella che io ritengo una famiglia,anche se non sono veramente miei parenti.
"Non ho idea di cosa prendere"mi confessa dopo dieci minuti passati a percorrere a casaccio gli scaffali del supermercato.
"Pensavo di cucinare una semplice pasta al sugo e poi fare il tacchino arrosto...anche se non l'ho mai fatto"gli rispondo dirigendomi verso la sezione 'carne'.
"Tu ti occupi della pasta,io del tacchino,capito". Lo guardo incredula.
Non penso che le sue abilità di cuoco siano così raffinate,anche se la maggior parte delle cene in questi mesi le ha sempre cucinate lui.
"Non guardarmi così,so come cucinare il tacchino per il ringraziamento,vedo tanti programmi di cucina quando non riesco a dormire per colpa tua"mi dice quando nota lo sguardo con cui mi ero girata verso di lui.
"Colpa mia?!"esclamo spalancando gli occhi.
"Russi,Ashton! E non poco"risponde scoppiando in una risata quando gli tiro una papina sul braccio.
"Non osare dirlo un'altra volta"lo avverto fulminandolo con gli occhi.
Lui alza le spalle e si gira per prendere gli ingredienti che gli servono.
Io faccio lo stesso con quelli per la pasta.
Sento il suo cellulare suonare.
"Ti è arrivato un messaggio"lo avviso quando noto che lui non se n'è accorto.
Guarda lo schermo del suo cellulare e lo rimette via immediatamente.
Mi supera senza dire niente.
Dopo un'ora di spesa finalmente riusciamo a finire tutto.
Alla cassa facciamo quasi un quarto d'ora di coda.
La cassiera ci osserva sorridendo vedendoci biaticciare per ogni piccola cosa.
"Non puoi mettere sotto le uova!"lo sgrido sbuffando.
"Parla quella che ha comprato mezzo chilo di pomodori per quattro persone"mi risponde Ethan alzando gli occhi al cielo.
"Siete adorabili...buone feste"ci saluta la cassiera alla fine.
"Non siamo adorabili!"scatta Ethan in preda al nervosismo mentre si allontana da me velocemente per andare alla macchina.
"Buone feste anche a lei..."le rispondo sorridendole per poi seguirlo a ruota.
"C'era bisogno di fare quella scenata?"gli chiedo quando mi sono seduta sul sedile della sua auto. Lui non mi risponde.
Mette in moto e esce dal parcheggio in tutta velocità.
È talmente silenzioso che mi viene voglia di urlargli contro. Che problemi ha? Ritorna ad essere bipolare come prima?
"Mi dici che cosa ti prende?"gli chiedo quando mi sembra che si sia un po' calmato,o per lo meno ha smesso di stringere con forza il volante.
Non ricevo nessuna risposta. Sono sicura che ci sia stato qualcosa che lo ha fatto arrabbiare così tanto. Forse sono stata io?
"Ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare? Forse non dovevo essere così schietta nel dirti le cose..."parlo da sola.
"Non c'entri tu!"scatta all'improvviso.
"Beh,qualcosa è sicuramente...pensavo che fossimo ad un punto dove ci diciamo quello che succede".
"Mia madre".
Non capisco.
Cosa c'entra sua madre,dall'altra parte del mondo?
"Cosa intendi?".
"Mi ha scritto un messaggio...un cazzo di messaggio"continua con voce dura mentre si passa una mano fra i capelli.
"Non capisco perché ti arrabbi tanto"dico mentre parcheggia dato che nel frattempo siamo arrivati.
"Mi ha scritto un messaggio invece di chiamarmi,non ha nemmeno la decenza di parlarne al telefono...ha paura di cosa potrei risponderle probabilmente"mi dice senza, però, che io capisca.
"Ethan di cosa stai parlando?".
"Oggi è l'anniversario della morte di mio padre"dice tutto d'un fiato e con una lentezza che mi spiazza.
Resto scioccata dalle sue parole. Non ne avevo idea.
So che è un argomento dolente per Ethan.
Ora però capisco anche perché non è entusiasta delle feste di questo periodo.
Deve essere terribile per lui. Dover festeggiare natale nello stesso periodo in cui ricorda la morte di suo padre.
"Cosa ti ha scritto?"gli chiedo dopo qualche minuto di silenzio in cui non sapevo cosa dire.
"Tuo padre mi manca sempre di più,mi manchi anche tu Ethan,buon ringraziamento figliolo".
Mi fa vedere il messaggio dal suo telefono.
Non erano le parole che mi aspettavo.
Pensavo che fosse un messaggio cattivo che lo aveva fatto arrabbiare.
Invece a me sembrava solo una richiesta di pace e gli auguri di una mamma amorevole.
"Perché ti sei arrabbiato così tanto?".
"E me lo chiedi?!
Dopo quasi dieci anni che non mi vuole vedere,dieci anni di sua assenza nella mia vita,solo perché mi incolpava della sua morte,mi scrive che gli manco?!"urla guardandomi sconvolto.
Ha ragione.
Non avevo pensato a come deve sentirsi Ethan.
Lei sarà anche sincera ma non ha fatto nulla per aggiustare la situazione. Ethan non meritava la vita che ha avuto.
Sono certa che l'assenza di sua madre e di sua sorella hanno fatto sì che entrasse così a fondo nel mondo della droga.
Se fossero stati qui per lui allora avrebbe trovato subito un motivo per combattere.
"Mi dispiace Ethan"dico semplicemente mettendo la mia mano sulla sua.
A quel contatto lo vedo sussultare.
Non si aspettava che gli rispondessi così.
"Se vuoi annullare tutto..."propongo ma lui scuote il capo.
"Voglio che tu sia felice"mi risponde e il mio cuore si ferma per un millesimo di secondo.
Non avevo mai sentito questa frase detta così.
Quelle parole gli erano uscite in modo così naturale.
"Non se questo ti fa sentire a disagio"aggiungo io stringendo un po' la sua mano.
"Mio padre amava il tacchino arrosto"mi dice semplicemente prima di uscire e aiutarmi a prendere le cose dai sedili posteriori.
Mentre sistemo la spesa Ethan mi parla di come passava il ringraziamento con la sua famiglia quando era ancora piccolo.
I suoi occhi si illuminano quando parla dei giochi di società che facevano lui e sua sorella dopo il pranzo.
Mi distrugge il cuore pensare a come deve essere stato un inferno per lui perdere una figura così importante per lui così giovane e assistere persino. So cosa so prova a perdere un membro della propria famiglia.
Lo provo tutt'ora.
È un dolore lancinante.
Anch'io gli racconto di come passavamo tutta la sera a vedere la saga di Harry Potter mangiando pop corn e patatine. Delle storie che mia madre si inventava e di come io e mio padre le mettavamo in scena in mezzo al salotto.
I miei nonni venivano il giorno di Natale e ci scambiavamo i regali.
"Ti hanno seriamente regalato il primo disco originale inciso da Johnny Cash?"esclama Ethan quando glielo dico.
"Mio nonno era un grande appassionato" rispondo ridendo per la sua espressione entusiasta.
"Cosa ti piacerebbe ricevere quest'anno?"mi chiede dopo che abbiamo finito di pulire la casa.
"Non ti do nessun suggerimento"gli rispondo alzando le sopracciglia.
"Me la cavo benissimo da solo...ma intendo...se potessi avere la cosa che desideri di più...quale sarebbe?"mi domanda senza togliere i suoi occhi da me.
"La mia famiglia...unita intendo"rispondo abbassando lo sguardo sulla mano di Ethan che ora è intrecciata alla mia.
"Tu?"chiedo a mia volta.
"Vorrei poter ricominciare tutto...portare l'orologio indietro...prima della morte di mio padre".
"Cosa cambieresti?".
"Il mio comportamento...non mi metterei nei casini,mio padre sarebbe ancora vivo...vorrei conoscere comunque tua sorella però..."mi dice facendomi spostare gli occhi su di lui.
"Perché?".
"Non ti avrei conosciuta senza di lei..."mi risponde spostandomi i capelli che mi cadono sulla fronte.
"Ti ho notata il primo giorno che sono entrato a casa tua"continua lui dato che sono letteralmente senza fiato.
È a pochi centimetri da me e percorre il mio viso con i suoi occhi.
"Stavi leggendo...e tu sei bellissima quando leggi,le tue labbra si muovono quasi impercettibilmente"parla con voce lenta mentre mi accarezza le labbra con un dito.
"La tua fronte è percorsa dalla piccola ruga che ti si forma quando sei concentrata...e i tuoi occhi percorrono le parole velocemente".
"Mi osservi così attentamente?"gli chiedo ridendo nervosamente.
Sento il calore impossessarsi della mia pelle mentre anche lui fa una piccola risata talmente bassa che mi fa venire la pelle d'oca.
"Non sai da quanto"mi risponde prima di avvicinarsi ancora di più al mio viso e baciarmi dolcemente per pochi secondi.
È dalla sera del ballo che non mi si avvicina,in questo senso.
E quasi non mi trattengo dal lasciami uscire un lamento quando si allontana così velocemente.
Appena se ne accorge mi si riavvicina.
"Non voglio fare le cose di fretta Jennifer,è meglio andare piano e aspettare..."mi spiega prima di darmi un altro bacio.
"Ne vale la pena,credimi"mi sussurra appena vicino al mio orecchio con voce più roca del solito.
Prima che possa dire qualcosa lui si alza e inizia a preparare il tacchino.
Sono accaldata e tutta rossa in volto.
Mi farà diventare matta,me lo sento.
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~Lost Stars~
FanficJennifer Ashton è una ragazza normale. Vista da fuori è una semplice adolescente con i suoi problemi di autostima e con una vita da liceo abbastanza monotona e anonima. Tutto cambia però quando un ragazzo che di santo ha solo il cognome entra a far...